A Nordest l’Innovation Valley fra ricerca e industria hi-tech

Al via i primi bandi e reclutati sul campo oltre 400 giovani ricercatori nel Triveneto. Il 27 giugno in un convegno a Trieste a cura di Area Science Park e Regione primo bilancio di un progetto finanziato con 110 milioni del Pnrr che riunisce 24 fra atenei ed enti di ricerca
Piercarlo Fiumanò

Un ecosistema dell’innovazione a Nordest per potenziare ed estendere i benefici delle tecnologie digitali alle aree di specializzazione chiave del Nordest italiano: industria, manifattura, agricoltura, mare, montagna, edilizia, turismo, cultura, salute e cibo.

Il progetto Inest – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem, è finanziato con 110 milioni di euro in tre anni dal Pnrr rientrando tra i progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea nell’ambito del programma NextGenerationEu. Riunisce ventiquattro fra atenei, istituzioni e enti di ricerca fra Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia ed ha il suo hub a Padova e nove nodi (spoke) nel Nordest. In Fvg giocano un ruolo rilevante le università di Trieste e Udine e la scuola d’eccellenza Sissa. Franco Bonollo, docente all’università di Padova, è il presidente del Consorzio iNest che governa su questa Innovation Valley strumento di raccordo nel territorio fra enti di ricerca, università e il mondo produttivo: «Nel Paese -sottolinea Bonollo- ci sono in tutto undici progetti ma quello nordestino è però l’unico che funziona su scala interregionale, in una delle aree più industrializzate che vale il 14% del Pil e il 20% dell’export. Ciascuno con le sue specializzazioni e competenze diversificate». Già reclutati sul campo 400 giovani ricercatori.

Il progetto sarà al centro di un convegno martedì a cura di Area Science Park e Regione Friuli Venezia Giulia a Trieste con enti, università e istituzioni scientifiche coinvolte.

L’agenda europea sull’innovazione sarà presentata da Anna Panagopoulou, a capo della direzione competente della commissione di Bruxelles. Parteciperà anche Caterina Petrillo, presidente di Area Science Park, alta scuola di formazione che è una delle realtà triestina d’eccellenza nel campo. La Sissa è al lavoro insieme alle Università di Padova e di Trieste e all’Ogs, per studiare i gemelli digitali. Si tratta di «repliche virtuali di prodotti o processi» che possono servire a costruire una sorta di metaverso tecnologico. Il convegno sarà concluso da una tavola rotonda sul progetto di Innovation Valley a Nordest che dovrebbe essere il naturale epilogo di tutto il progetto.

L’innovation Valley del Nordest sta intanto chiamando a raccolta l’industria privata. A luglio partiranno i primi bandi per sollecitare attività ricerca e innovazione da parte delle aziende che siano collegati agli indirizzi dei vari network discussi all’interno del consiglio scientifico del Consorzio. Ad esempio l’Università di Trieste è capofila della linea di ricerca dedicata all’economia del mare. Insieme a quattro università (Trento, Iuav, Ca’ Foscari, Padova), un ente pubblico di ricerca (Ogs), un ente di trasferimento tecnologico (Polo tecnologico Alto Adriatico), e un partner territoriale (Autorità di Sistema portuale), lavorerà per i prossimi tre anni su un progetto multidisciplinare che anche con l’utilizzo di big data e intelligenza artificiale punta a realizzare un «gemello digitale» del golfo di Trieste attraverso dati fisici, chimici, geologici, biologici. L’obiettivo, in questo come in altri progetti, è quello di aiutare a scegliere i modelli di sviluppo sostenibile. Trento studierà l’eco-sistema della montagna, Udine il sistema manifatturiero e industriale rispetto all’innovazione green e digitale, Venezia si concentrerà sull’industria del turismo e Trieste come deto l’economia del mare in una articolazione molto specifica di progetti innovativi: «Al Nordest-sottolinea Bonollo- serve un nuovo paradigma nel nuovo ecosistema dell’Innovazione in hgrado di generare valore aggiunto tramite un approccio integrato e interconnesso, superando i rischi di frammentazione e creando nuove reti e alleanze. Gli strumenti chiave saranno tecnologie e digitale per migliorare il benessere delle persone, la diffusione della cultura e la crescita economica e imprenditoriale».

E il ruolo dell’industria? «Puntiamo a collegare la grande industria con le nostre piccole medie imprese anche favorendo la creazione di network come avviene su scala più ampia per i progetti europei».

Come ha precisato Maria Cristina Pedicchio, docente del Dipartimento di matematica e geoscienze di UniTs e coordinatrice del progetto triestino, «la grande sfida è legare la scienza al territorio, per garantire una crescita che tenga insieme economia ed ecologia».

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