Putin, l’invasione di Gaza e l’incubo dell’atomica: la cronaca entra in sala a Venezia82

Molti film della Mostra del Cinema prendono spunto da fatti d’attualità. Attesa per The Voice of Hind Rajab del tunisino Ben Hania

Michele Gottardi
Paul Dano in una scena di “Il mago del Cremlino”, film di Assayas
Paul Dano in una scena di “Il mago del Cremlino”, film di Assayas

Tra i film della prossima Mostra del Cinema di Venezia 82 molti prendono lo spunto da fatti di cronaca o da situazioni di attualità.

 

In The Wizard of The Kremlin, di Olivier Assayas, tratto dal romanzo di Giuliano da Empoli, le vicende del suo protagonista, Vladimir Putin, ripercorrono la storia della Russia, e del mondo, dal caos post-sovietico a oggi. Si annuncia però come il più drammatico dell’intera rassegna The Voice of Hind Rajab, il film choc del tunisino Kaouther Ben Hania che ricostruisce, con le voci tratte dalle registrazioni audio originali, la terribile storia che il 29 gennaio 2024 vide protagonisti i volontari della Mezzaluna Rossa, che tentarono di salvare una bambina di cinque anni, intrappolata in un’auto a Gaza, sotto il tiro dei soldati israeliani. Un film per il quale, in sede di presentazione, il direttore Barbera mostrò una commozione non repressa.

Kathryn Bigelow torna in concorso a Venezia, e più in generale al cinema dopo otto anni da Detroit, con A House of dynamite, film che sembra una riflessione sulla politica americana e sui conflitti globali: in realtà è un thriller in cui il mondo intero inizia una corsa contro il tempo per scoprire chi sia responsabile del lancio di un missile atomico non rivendicato contro gli Stati Uniti.

Con The sun rises on us all di Cai Shangjun il registro è quello del melodramma sociale: nella storia di due ex amanti che si ritrovano dopo molti anni c’è tutta la disillusione sulla storia della Cina più recente, vista da una provincia marginale come il Guangdong. Protagoniste due star conosciutissime non solo in Cina: Xin Zhilei è tra l’altro la protagonista della recente serie tv di Wong Kar Wai “Blossoms Shanghai”, inedita in Italia.

Ci riporta indietro al 1957, nei giorni dell’invasione sovietica dell’Ungheria, Orphan di László Nemes: un film autobiografico che racconta la storia di un giovane ebreo, Andor, cresciuto dalla madre nell’idealizzazione del padre defunto, che vede invece stravolgere il suo mondo di ricordi quando appare nella sua vita un uomo brutale che afferma di essere il suo vero padre.

Altri film invece ci portano dalle parti dei “biopic”, i film biografici che ricostruiscono le vite di personaggi noti e più oscuri. Tra i primi c’è senz’altro Eleonora Duse (1858-1924), della quale Pietro Marcello (in Duse, appunto) ricostruisce l’ultima stagione della celebre attrice interpretata qui da Valeria Bruni Tedeschi, ma raccontata attraverso gli occhi di sua figlia (Noémie Merlant), nei luoghi di origine, Asolo, Chioggia e Venezia, col supporto di filmati d’archivio che mostrano i protagonisti di quell’epoca e della vita della Duse, da Gabriele D’Annunzio a Benito Mussolini. Tra i meno noti, sempre nel concorso di Venezia 82, ecco The Smashing maschine, di Benny Safdie, autore noto per alcuni thriller newyorkesi, che qui ricostruisce la parabola di Mark Kerr (Dwayne Johnson), leggendario fighter statunitense che ha fatto la storia degli sport da combattimento.

Altro biopic è Mother, film di apertura di Orizzonti, che ricostruisce un episodio giovanile della vita di Madre Teresa di Calcutta, di cui la regista Teona Strugar Mitevska è affascinata da sempre, anche perché è di Skopje, in Macedonia, come la santa. Curiosità per vedere Noomi Rapace, abbandonati i panni dark per quelli di Madre Teresa.

Nelle altre rassegne tre i titoli da segnalare che si rifanno a fatti di cronaca, a cominciare dal Fuori concorso Dead man’s Wire di Gus van Sant, che racconta la vera vicenda di Tony Kiritsis (Bill Skarsgård), un uomo che, sentendosi truffato dal suo istituto di credito, prese in ostaggio il suo broker (Dacre Montgomery), creando un grande evento mediatico con 63 ore di diretta televisiva, nel febbraio 1977 a Indianapolis. Infine, due film di Orizzonti: in Lost land del giapponese Akio Fukamoto, il soggetto è il pericoloso viaggio di due giovanissimi birmani dal Bangladesh alla Thailandia e alla Malesia, mentre l’angosciante Father della slovacca Tereza Nvotová, si interroga sul senso di colpa di un uomo che causa la morte della figlia di due anni, lasciata per errore in un’auto in un giorno d’estate. —

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