Venezia irreale, in Mostra un volo sull’acqua tra la bellezza e i container
“Origin, the Venetian Lagoon” di Yann Arthus-Bertrand sarà proiettato in prima mondiale il 26 agosto, come film di preapertura della Mostra del Cinema


Una nave carica di container ferisce la laguna di Venezia. È una presenza quasi mostruosa, dissonante, dopo che le immagini del film “Origin, the Venetian Lagoon” di Yann Arthus-Bertrand hanno, fino a quel momento, esplorato un ambiente unico, quasi orfano della presenza umana. Isole minuscole, barene e lingue di terra disegnano labirinti dalle sfumature verdi, viola, azzurre e brune. Qui e là, qualche palafitta, reti da pesca, un barchino, due vongolari. Stormi di fenicotteri rosa si levano in volo.
È la laguna vista dall’alto, grazie alle straordinarie riprese di Giovanni Pellegrini, un pilota di droni veneziano, con il quale il regista ha lavorato per realizzare un piccolo film. Un omaggio che il celebre fotografo, regista e ambientalista francese ha dedicato alla laguna.
“Origin”, che sarà proiettato in prima mondiale il 26 agosto, come film di preapertura della Mostra del Cinema di Venezia (alle 18 in Sala Darsena), non è solo un viaggio aereo sopra un territorio quasi irreale, dove cielo e mare si fondono.
È anche un monito. Proprio poco prima che lo schermo catturi quella nave-cargo così stonata rispetto alla poesia di quei luoghi, l’ultima didascalia ricorda come, per secoli, “i destini dell’umanità e la natura selvaggia della laguna siano stati inestricabilmente avvinti. Venezia è emersa da questa unione. Ora, più che mai, è necessario prendere coscienza della fragilità di questo legame per mantenere vivo il sacro spirito della città”.
Nel corso di questo “volo” di 26 minuti (realizzato con il sostegno del fondo location scouting della Veneto Film Commission guidata da Jacopo Chessa), Arthus-Bertrand non solo cattura prospettive e immagini inedite di un luogo tra i più fotografati al mondo, ma mette in luce il rapporto millenario tra l’uomo e la natura. Il casone di Villa Zappa, il campanile di San Francesco del Deserto, il profilo di Pellestrina, i colori di Burano, fino alla veduta di San Marco e di tutta la città mentre le campane sovrastano la musica tratta dei precedenti film del regista (“Home” e “Human”) composta da Armand Amar che si mescola a più note sinfonie vivaldiane, in un abbraccio ideale tra quelle partiture e i suoni naturali della laguna.
Specchi d'acqua scintillanti che, in pochi minuti, assumono un aspetto quasi tetro e minaccioso quando una tempesta si affaccia all’orizzonte. Per mostrare che l’equilibrio di quei luoghi è effimero e tutto può cambiare in pochi minuti. Quella stessa presenza umana che ha saputo convivere e rispettare quelle terre ora è chiamata al compito più difficile. Preservarle per mantenerne quella sacralità unica che risale fino all’origine del mondo. “Origin” è prodotto in collaborazione con la Biennale Architettura 2025 ed è la versione estesa del cortometraggio introduttivo della sezione Natural Intelligence.
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