Precipitazioni scarse e temperature elevate, la Marmolada arretra di 7 metri
La settima edizione della Campagna glaciologica partecipata sulla Marmolada ha rilevato un arretramento medio dei segnali frontali di sette metri rispetto al 2024. L’esperto Varotto: «Il paesaggio glaciale è un relitto del passato»

La Marmolada continua a ritirarsi. Rispetto al 2024 sono 7 i metri di arretramento medio sui segnali frontali. È quanto rilevato dalla settima edizione della Campagna glaciologica partecipata sulla Marmolada, promossa dal museo di Geografia dell’Università di Padova. Alla spedizione hanno partecipato, oltre a esperti del settore, anche curiosi, studenti e appassionati.
Le rilevazioni hanno confermato le preoccupazioni per l’impatto del cambiamento climatico degli ultimi anni. «I dati raccolti quest’anno confermano il trend degli ultimi decenni, e dimostrano che - al di là di alcune fasi relativamente fresche - le elevate temperature estive e le ridotte precipitazioni invernali non consentono al ghiacciaio di rimanere in equilibrio - commenta Mauro Varotto, responsabile delle misurazioni sulla Marmolada, dell’Università di Padova – Ma al di là delle dimensioni del ritiro, ciò che impressiona è il progressivo assottigliamento delle fronti, la comparsa di detrito superficiale e finestre rocciose sempre più ampie all’interno del ghiacciaio».

Per Varotto le prospettive future non sono rosee: «Il paesaggio glaciale è ormai un relitto del passato che non appartiene più al nostro tempo, se non in forma inerziale». Un cambiamento che impatta negativamente anche sull’industria dello sci nei territori di alta quota: «La comparsa di tubi in prossimità delle fronti dimostra che è necessario sparare neve artificiale con i cannoni a quote sempre più alte, per poter avere più giorni neve a disposizione» spiega Alberto Lanzavecchia dell’Università di Padova.
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