Il livello dell’Adriatico si alzerà di 80 centimetri da oggi al 2100. Aree abitate a rischio in Fvg
Alert lanciato dai risultati del progetto “Mare sopra” promosso da UniTs. Un esempio di ricerca partecipata. Coinvolti studenti di Grado e Trieste

Come sarà il litorale del Friuli Venezia Giulia nel 2100? Quanta parte delle spiagge e delle coste attuali sarà sommersa dall’Adriatico? A queste domande prova a rispondere “Mare sopra”, il progetto di divulgazione scientifica che ha concluso ieri sera il suo percorso con la presentazione delle diverse fasi operative e dei risultati.
Promosso nel maggio dello scorso anno dall’Università di Trieste – con i dipartimenti di Matematica, Informatica e Geoscienze; Scienze Politiche e Sociali; Scienze della Vita – e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, il progetto ha coinvolto partner come l’Area Marina Protetta di Miramare, il Comune di Muggia, l’Associazione Marevivo – Delegazione Fvg, l’Istituto comprensivo Marco Polo di Grado e il Liceo scientifico Galileo Galilei di Trieste. Un modello interdisciplinare che dimostra come ricerca, tecnologia e partecipazione civica possano raccontare – e rendere visibile – il futuro climatico delle nostre coste.

Dal 1880 il livello del mare è aumentato di oltre 20 centimetri e, secondo le proiezioni, crescerà di altri 30 entro il 2050. Gli scenari per il 2100 sono ancora più critici: l’Adriatico potrebbe salire fino a 80 centimetri.
La mareggiata del novembre 2023, che ha devastato Barcola, Muggia, Grado e Lignano, è stata un assaggio del futuro.
Immagini e grafici, presentati dagli studenti dell’Istituto Marco Polo e del Liceo Galilei, hanno mostrato chiaramente come vaste aree abitate e vissute di Trieste, Muggia e Grado potrebbero essere sommerse, con conseguenze pesanti non solo per le comunità locali, ma anche per gli ecosistemi marini. Due nastri colorati, che indicano il livello medio e quello massimo della marea nel 2100, hanno reso concreta e visivamente immediata la trasformazione del litorale. «In un futuro alcune porzioni di terra saranno inevitabilmente erose dal mare, ma in tanti anni qualche intervento verrà fatto» spiega il professor Stefano Furlani, geologo e ideatore del progetto. «L’importante è che si pensi quanto prima e con serietà a come reagire a questo problema, condividendo la gran mole di dati di cui disponiamo e le strategie di intervento».

I ragazzi coinvolti hanno risposto con entusiasmo e senso critico, mostrando di aver compreso che le azioni devono essere intraprese subito e da ciascun individuo, senza deleghe. Mare sopra lascia in eredità un patrimonio digitale unico, che testimonia il valore della divulgazione e della sensibilizzazione collettiva, un virtual tour interattivo lungo i 140 chilometri di costa regionale. Grazie a droni, riprese aeree sferiche e immersioni subacquee sono stati creati hotspot immersivi che permettono di esplorare, a 360 gradi, i tratti di litorale più vulnerabili.

In occasione di Trieste Next (26-28 settembre), i visitatori potranno sperimentare la navigazione virtuale sopra e sotto il livello del mare con appositi visori. Successivamente, il tour – gratuito e accessibile da pc, smartphone e visori Vr – resterà stabilmente disponibile all’Università di Trieste, all’Amp di Miramare e presso i partner del progetto, diventando uno strumento permanente per la divulgazione e la didattica. Cuore dell’iniziativa è stata la citizen science: oltre 350 persone, la maggior parte studenti, hanno partecipato a rilievi e misurazioni lungo le coste regionali. Una vera esperienza di ricerca partecipata. Mare sopra ha così tracciato un percorso che unisce ricerca, tecnologia e cittadinanza attiva, offrendo uno sguardo concreto e condiviso sul futuro climatico delle nostre coste. Uno sguardo che riguarda non solo l’ambiente, ma anche la vita di chi abiterà questi luoghi, tra terra e mare, nei decenni a venire.—
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