La loggia del Lionello a Udine
La loggia del Lionello a Udine

Qualità della vita, Udine è terza in Italia: Treviso scala 18 posizioni, ecco la classifica completa

Il report del Sole24Ore conferma il primato delle province del Nordest. Nella top 10 anche Padova e Verona. Trieste si colloca al 17esimo posto

La redazione

Udine ritorna in vetta. Terza nella classifica 2025 della Qualità della vita del Sole 24 Ore, la provincia friulana recupera slancio dopo un 2024 più opaco e si riappropria di quel podio che aveva già conquistato nel 2023. Riemerge così tra le eccellenze nazionali, alle spalle di Trento e Bolzano, nella fotografia annuale che misura il benessere con 90 indicatori certificati. La sua ascesa non è un caso: la top 10 è tutta settentrionale, un mosaico che conferma la forza dell’arco alpino e la solidità diffusa del Nordest.

In vetta, come spesso accade, la percezione soggettiva coincide sorprendentemente con i dati. A Trento e Bolzano, infatti, il 61,9% della popolazione si dichiara molto soddisfatta della propria vita. È qui che la mappa del benessere italiano trova il proprio baricentro. Trento, che guadagna un gradino e conquista il primo posto, consolida un primato costruito nel tempo: batte la media italiana in oltre metà dei 134 indicatori del rapporto Istat sul Bes e conferma una storica sensazione di sicurezza, al punto che sette persone su dieci non avrebbero timore di camminare da sole al buio. Bolzano, seconda, si affida alla vitalità demografica – con 8,4 nati per mille abitanti, ben sopra la media nazionale – e alla forza economica di «Affari e lavoro», che la proietta stabilmente tra i territori più dinamici del Paese.

L’arco alpino

Il terzo posto di Udine completa il disegno alpino. La provincia, oggi tra le prime dieci in Italia per qualità di «Ambiente e servizi» e sul podio per densità di impianti fotovoltaici, conferma una vocazione a crescere per innovazione, sostenibilità e coesione sociale. E soprattutto certifica la qualità della vita a Nordest

Il quadro del Nordest: dal Trentino alla pianura, un continuum di benessere

La top 10 dell’edizione 2025 è un trionfo del Nord Italia (oltre al podio, con Bologna al 4° posto, Bergamo al 5°, Treviso al 6°, Padova al 7°, Milano all’8°, Parma al 9° e Modena al 10°) e riflette un asse che dal cuore delle Alpi scende fino alla pianura veneta ed emiliana.

Il nostro territorio. Nel Nordest, Friuli Venezia Giulia e Veneto confermano una qualità della vita solida, pur con sfumature diverse. Il Fvg si distingue per un equilibrio territoriale che unisce servizi, ambiente e buon livello di coesione sociale. Il Veneto, invece, mostra la consueta compattezza: quasi tutte le province oscillano nella parte medio-alta della classifica, sostenute da un tessuto produttivo competitivo e da una rete urbana storicamente efficiente.

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La redazione
Una veduta di piazza Unità a Trieste

Cosa succede in Fvg

Nel Friuli Venezia Giulia il 2025 è l’anno in cui la percezione del benessere torna ad allinearsi ai numeri.

Udine, trascinata dalle buone performance ambientali, da servizi capillari e da un tessuto sociale coeso, diventa la vetrina del sistema regionale. Trieste mantiene il suo ruolo di città-regione aperta, attrattiva, con indicatori solidi su cultura, capitale umano e ricerca. Pordenone, forte di un’economia manifatturiera resiliente, conferma una vivibilità equilibrata, mentre Gorizia (proiettata sulla progettualità condivisa di GO!2025) cresce sulla dimensione culturale e sull’integrazione transfrontaliera.

Cosa succede in Veneto 

Il Veneto continua a essere una regione che non stupisce con balzi, ma convince con costanza. Treviso, sesta, conferma il suo modello di qualità urbana e produttiva, mentre Padova, che si classifica settima, rientra tra le teste di serie dopo trent’anni di assenza, segno della crescente centralità dei poli universitari, sanitari e culturali.

Anche Verona, Vicenza e Venezia si collocano stabilmente nella fascia alta grazie alla forza economica, ai servizi e alla capacità di tenere insieme tradizione e innovazione, mentre Rovigo resta la provincia più volatile nelle sue performance. 

Il resto d’Italia

Negli ultimi due anni l’Italia fotografata dai trend della Qualità della vita - dati medi nazionali, messi a confronto con quelli dell’anno precedente - è stata un Paese prima in fase di stallo, apparentemente indeciso sul dove andare e non solo sul come farlo, e poi spaccata da disuguaglianze sempre più marcate.

Dall’edizione 2025 dell’indagine sul benessere nei territori, invece, emerge il ritratto di un Paese che ci prova e, su alcuni fronti, registra una serie di miglioramenti: nelle retribuzioni, nota dolente anche nel confronto europeo; nell’occupazione; nella sostenibilità. Dati che non bastano a sanare gap strutturali né a invertire dinamiche complesse e radicate, ma segnano un primo passo.

Le grandi sfide, di fatto, rimangono tali e quali: l’invecchiamento della popolazione pesa su economia e sistema sociale; le difficoltà economiche in un Paese che da sempre conta molto sulle esportazioni, avendo fatto del made in Italy il proprio fiore all’occhiello, non mancano in un contesto globale complicato dalle questioni geopolitiche. La fiducia nel futuro, inoltre, è scarsa: lo dimostra la scarsa propensione a fare figli.

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