Fenice, sciopero il 17 ottobre per il “Wozzeck”: gelo tra maestranze e Colabianchi
Lunedì il vertice tra il sottosegretario e i sovrintendenti. Il violinista Uto Ughi: «Non ho denigrato Beatrice Venezi»

Sciopero il 17 ottobre per la prima del Wozzeck, gelo tra i rappresentanti delle maestranze e il sovrintendente Nicola Colabianchi, nessun passo indietro.
Come appianare la cesura alla Fenice con il terremoto che ha generato la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale dall’autunno 2026? Il terreno di gioco si sposta (o torna) a Roma.
Innanzitutto, con le sigle sindacali a livello nazionale che sollecitano il sottosegretario al ministero della Cultura con delega alle fondazioni lirico– sinfoniche, il veronese Gianmarco Mazzi, a essere ricevuti per discutere della situazione sempre più difficile in cui si trovano le fondazioni in tutta Italia. Dalla Fenice al San Carlo di Napoli, passando per il Verdi di Trieste. Un incontro già richiesto in data 26 settembre, che Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fials-Cisal sollecitano con un urgenza.
«La situazione si protrae estremamente preoccupante determinando ulteriori difficoltà nella gestione ordinaria e straordinaria dei teatri, con ripercussioni sempre più pesanti sulle lavoratrici e sui lavoratori del settore», sottolineano i sindacati.
Poi, sul capitolo Fenice, c’è anche da chiarire il “giallo” sul presunto piano del ministero per affiancare a Colabianchi una terza figura (un direttore artistico), tema che tuttavia sta raccogliendo più smentite che cenni di assenso. Intanto, nell’agenda di Mazzi, c’è un doppio incontro dedicato ai “grandi teatri d’opera” previsto lunedì 13: prima un tavolo con i presidenti, poi un secondo con i Sovrintendenti. Sulla carta, si parlerà di codice dello spettacolo e «strategie per rafforzare risultati e progettualità». Chiaro che emergeranno anche, in qualche modo, le difficoltà che stanno attraversando i teatri.
Se Nicola Colabianchi ieri è volato a Sassari per il suo Mandrake, gli impegni di Beatrice Venezi l’hanno vista a Tbilisi (Georgia) giovedì sera per il festival Serenate Notturne. Ha infatti diretto l’orchestra sinfonica nazionale della Georgia. In parallelo, alla Fenice, c’era Riccardo Muti con l’orchestra giovanile Cherubini, dove ha parlato la musica.
Oltre che a Mozart e Beethoven, il maestro ha sorpreso con un fuori programma scegliendo l’overture del Nabucco di Verdi, una delle sue opere più risorgimentali, e la sinfonia della Norma di Bellini, «L’ho eseguita a Venezia in un saggio, ero giovane, erano gli anni Sessanta... ve la propongo in ricordo di quel meraviglioso periodo trascorso a Venezia», ha raccontato rivolgendosi al pubblico.
La musica ha prevalso, mentre fuori dalla Fenice la polemica continua sulla figura di Venezi. Tra chi in questi giorni ha riportato il dibattito sul suo curriculum c’è il violinista Uto Ughi, che ieri ha però precisato che non ha inteso «in alcun modo denigrare la figura e l’operato del direttore Beatrice Venezi, che considera», si legge in una nota, «artista che sicuramente dimostra passione e temperamento». Ughi spiega di aver «semplicemente analizzato le ragioni che hanno portato gli orchestrali del teatro La Fenice a protestare. Il curriculum per un ruolo del genere è importante, così come lo sarebbe in generale per qualsiasi posizione lavorativa di spicco». Sta di fatto che di spiragli di soluzione, ancora, non ce ne sono. —
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