Auto elettriche, in Friuli Venezia Giulia la rete più capillare al top in tutto il Triveneto

Il segretario di Motus-E Francesco Naso: “Si sta creando l’infrastruttura ma c’è lentezza nel rilascio delle autorizzazioni: oltre il 90% dei punti di ricarica funziona”

Giacomina Pellizzari
Auto elettriche in una foto di repertorio
Auto elettriche in una foto di repertorio

Le 5.543 auto elettriche circolanti in Friuli Venezia Giulia possono contare su 2 mila 130 punti di ricarica. Uno ogni 0,38 mezzi in circolazione. Un dato questo che rende la regione tra le più green del Nord Est.

Supera il rapporto registrato in Trentino Alto Adige, pari a 0,07, e pure quello rilevato in Veneto fermo allo 0,23. A fronte di 31.412 veicoli elettrici circolanti, in Trentino Alto Adige si contano 2.930 punti di ricarica, mentre in Veneto con 26.785 veicoli completamente elettrici in strada, i punti di ricarica non superano le 6.176 unità.

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«Il Friuli Venezia Giulia dispone di più punti di ricarica per veicolo elettrico» conferma Francesco Naso, il segretario generale di Motus-E, l’associazione che unisce i principali operatori industriali, nel far notare che in Trentino Alto Adige con un numero di auto elettriche superiore di sei volte rispetto a quello rilevato lo scorso giugno in Friuli Venezia Giulia, la rete delle colonnine è meno strutturata. In effetti, in Trentino Alto Adige gli automobilisti già transitati verso il motore elettrico si trovano ad avere una presenza di punti di ricarica più rarefatta rispetto alla rete friulana che, per certi versi, risulta sovrastimata.

«Diciamo - puntualizza Naso - che il Friuli Venezia Giulia sta strutturando la rete per chi deve scegliere l’elettrico, mentre in Trentino tanti automobilisti hanno già fatto questa scelta».

Francesco Naso
Francesco Naso

Nel Nord Est prevale la provincia di Trento: qui circolano 18.994 veicoli elettrici, ben 6.577 in più rispetto a quelli immatricolati nella provincia di Bolzano.

In entrambi i casi il rapporto mezzi-punti di ricarica non va oltre, rispettivamente, lo 0,06 e lo 0,08. In Veneto, invece, al primo posto per auto elettriche c’è Verona (5.934) seguita da Padova (5,621) e Vicenza (5.335).

In questo caso la rete del rifornimento è più efficiente con un rapporto che oscilla tra 0,15 e 0,21 e 0,16. Rapporti comunque inferiori rispetto allo 0,32 della provincia di Udine dove, circolano 2.890 mezzi elettrici. Udine è al primo posto in regione seguita dalla provincia di Pordenone con 1.558 auto elettriche e un punto di ricarica ogni 0,59 mezzi.

Ogni colonnina può avere uno o più punti di ricarica. Sono tutti ad accesso pubblico, ma non necessariamente presenti su spazi pubblici. Molte colonnine si trovano nelle aree dei centri commerciali, dei distributori di benzina e pure dei parcheggi.

Collocate in luoghi aperti nell’intero arco della giornata, l’utilizzo non risulta discriminatorio nei confronti degli utenti. In rari casi può capitare di non trovarli connessi: «C’è - chiarisce Naso - una discreta lentezza nelle connessioni dovuta al rilascio delle diverse autorizzazioni anche se la qualità del servizio sta migliorando parecchio. Oltre il 90 per cento dei punti risulta funzionante, con punte del 95 per cento tra le colonnine più potenti».

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Agli utenti capita anche di non riuscire a pagare le ricariche con tutte le tessere: «Stiamo lavorando per migliorare soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo delle app» aggiunge Naso, nel far notare che alle volte non si capisce di chi è il problema perché l’operazione coinvolge più soggetti: «A iniziare dall’operatore economico con il suo contatore a cui si connette la colonnina, per proseguire con l’installatore degli impianti di ricarica. Poi c’è il provider che gestisce il pagamento. Dobbiamo rendere più semplice l’interlocuzione e anche su questo stiamo lavorando».

E di fronte al mercato dell’elettrico che stenta a decollare nonostante i prezzi delle auto elettriche siano in calo a dispetto di quelli delle auto endotermiche che crescono, l’incidenza dei costi dell’energia si fa sentire soprattutto nei periodi di minor utilizzo.

«Il rapporto tra punti di ricarica-auto elettriche circolanti registrato in Friuli Venezia Giulia (0,38) ci dice che le installazioni sono state fatte anche nelle zone dove circolano pochi veicoli elettrici. Nelle zone turistiche in stagione gli utilizzi schizzano per poi scendere notevolmente» prosegue il segretario generale di Motus-E non senza far sapere che l’associazione si prepara a chiedere la revisione delle tariffe.

«l’Italia è tra i Paesi che paga di più l’energia. Quando il tasso di utilizzo è basso i costi fissi si spalmano su pochi kW/ore di energia e quindi anche il costo per il cliente è più alto. Pesano pure gli oneri derivanti dai vecchi sistemi di incentivazione delle rinnovabili che oggi non hanno più ragione di esistere» spiega. Inutile dire che si tratta di un sistema perfettibile destinato ad estendersi anche per evitare possibili black-out. Su questo la tecnologia ha già fatto passi avanti con sistemi flessibili in grado di trasferire, nelle ore di maggior consumo, potenza alla ricarica dell’auto quando non serve agli elettrodomestici di casa. Questi sono solo alcuni vantaggi a cui, auspica Naso, possono guardare anche le aziende medio-piccole per introdurre le auto elettriche nelle loro flotte e gli alberghi per dotarsi di punti di ricarica.

Attraverso il progetto Noemix, finanziato dal programma Horizon 2000, il Friuli Venezia Giulia ha raccolto la sfida e introdotto il noleggio a lungo termine di veicoli elettrici. Alle Aziende sanitarie, ai centri di ricerca, comprese le università, ai Comuni e ai Consorzi ha assegnato 502 auto elettriche, supportate da 200 stazioni di ricarica distribuite in 68 siti, di cui 61 già operativi. «La Regione - spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Scoccimarro - ha investito 13,5 milioni di euro per i veicoli elettrici e circa 2,9 per le infrastrutturei». —

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