La forma perfetta di villa La Rotonda
A Vicenza un'armonia architettonica che ancora incanta. Con la Villa La Rotonda, Palladio regala equilibrio e bellezza. Dal 1994 la dimora storica è iscritta nella Lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco. È da sempre un simbolo di arte e genio

Prima di essere un capolavoro, è un’idea: la ricerca di una forma che contenga un ordine più grande, un modello culturale diventato architettura.
La Rotonda non è una Villa Veneta che organizza una campagna, ma la contempla rimanendo così vicina al centro di Vicenza da entrare, sin dall’origine, nel suo circuito urbano. Lo chiarisce Palladio nel secondo dei “Quattro libri dell’architettura”, quando scrive che “si può dire che sia nella città istessa” e precisa: “Il sito è degli più ameni e dilettevoli che si possano ritrovare, perché sopra un monticello di ascesa facilissima (…) circondato da altri amenissimi colli che rendono l’aspetto di un molto grande teatro”.
Ed è in questo teatro paesaggistico che prende posto l’invenzione destinata a Paolo Almerico, ecclesiastico vicentino rientrato dalla Roma pontificia e desideroso di una dimora appartata ma riconoscibile: un impianto quadrangolare, con gli angoli orientati verso i punti cardinali per temperare sole e venti, che accoglie una sala centrale circolare illuminata dall’alto.
L’architettura
All’esterno, quattro logge identiche definiscono altrettanti fronti principali e funzionano al tempo stesso da robusti contrafforti, compensando l’assenza di fondazioni profonde. Palladio vi lavora negli anni della piena maturità, ma non vedrà l’opera compiuta. Alla sua morte, nel 1580, Vincenzo Scamozzi completa il progetto: chiude la cupola originariamente aperta, ridisegnandola con un oculo e una lanterna che cambiano luce e percezione dello spazio, e definisce l’accesso con la lunga barchessa che accompagna la strada d’arrivo.
Poco dopo la morte di Almerico, la proprietà passa ai fratelli Odorico e Mario Capra, nobili vicentini che nel 1605 possono dichiarare conclusa la costruzione.
A loro si deve l’inizio della lunga stagione di interventi che segna il Seicento e il Settecento: un processo continuo di finiture, aggiunte e restauri che accompagnerà la villa per generazioni.

All’interno, la villa si articola su tre piani più un livello intermedio di servizio e la luce che entra da più lati rende ogni stanza mutevole nell’arco delle ore e delle stagioni.
Tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento Anselmo Canera e Alessandro Maganza affrescano sale d’angolo e camerini; nel Settecento Louis Dorigny interviene nella sala centrale amplificandone scenograficamente lo spazio e, negli stessi anni, nasce la balconata sommitale che corre attorno al salone accentuandone la verticalità.
Un Ottocento complesso
Nell’Ottocento la villa attraversa una fase complessa: cambia più volte proprietà, subisce i danni degli assalti austriaci del 1848 e viene riparata con interventi discontinui. Quando, nel 1912, viene acquisita dalla famiglia Valmarana - una delle più antiche di Vicenza legata da secoli a luoghi spettacolari come la vicina Villa Valmarana ai Nani - la Rotonda è segnata dal tempo e da manutenzioni frammentarie non sempre coerenti. I nuovi proprietari avviano così un lungo restauro, interrotto ed in parte vanificato dalle guerre, ma che hanno sempre proseguito. Nel 1976 aprono una nuova stagione di interventi conservativi, e negli anni ‘80 aprono la villa al pubblico.
L’attuale custode e narratore
Anche in tempi recenti, ulteriori interventi mirati voluti da Nicolò Valmarana, suo appassionato custode e "narratore" per i visitatori, le hanno restituito una facciata più nitida e un rapporto più coerente con il suo paesaggio.
Dal 1994 la Rotonda è iscritta nella Lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma la sua fortuna internazionale è iniziata molto prima: dalla Rocca Pisana di Scamozzi all’Inghilterra di Inigo Jones, dalle reinterpretazioni europee del Settecento fino all’America di Thomas Jefferson, ha generato altre forme e altri linguaggi, diventando un riferimento che dal Cinquecento continua ad alimentare idee. E meraviglia.
Giorni e orari di apertura
La Rotonda è aperta al pubblico fino all’8 dicembre ogni sabato e domenica (10-12.30 e 14.30-17) con visite ordinarie e guidate. Successivamente sarà aperta sabato e domenica mattina con due percorsi guidati: alle 10.30 “Smart” (60 minuti, euro 18), e alle 12 “I Segreti della Rotonda” (dura novanta minuti, costa 25 euro).
Ulteriori visite possono essere concordate con la proprietà. Per informazioni: www.villalarotonda.it.
Riproduzione riservata © il Nord Est



