Villa Gallarati Scotti a Fontaniva, un quadro nella pianura padovana

La dimora sulHa radici cinquecentesche e uno struggente parco romantico. Dietro alla progettazione del verde c’è probabilmente il genio di Jappelli

Marina GrassoMarina Grasso
Il grande parco romantico di Villa Gallarati Scotti, il laghetto e, in lontananza, la dimora storica
Il grande parco romantico di Villa Gallarati Scotti, il laghetto e, in lontananza, la dimora storica

Nel cuore della pianura padovana, Villa Gallarati Scotti sembra nata per dialogare con la luce.

Il suo viale d’accesso, che si apre sulla strada da Fontaniva a Cittadella, è già un preludio all’armonia naturale e architettonica: bossi, cipressi e ciliegi disegnano una scala di colori che muta con le stagioni.

In autunno, quando l’osmanto diffonde il suo profumo e il parco si tinge d’oro e di ruggine, il complesso risplende di equilibrio, immerso negli ampi spazi che ne conservano la memoria agricola.

 

Quella che oggi appare come una dimora armoniosa, infatti, è il risultato di molte stagioni e di un lento intreccio di eredità familiari.

Un intreccio di eredità

A volerla, nel Cinquecento, fu la famiglia Da Fontaniva, che costruì una casa padronale immersa nella campagna. La facciata sud, sobria e geometrica, racconta il passaggio, nel Settecento, da dimora agricola a residenza di villeggiatura voluto dai successivi proprietari, la famiglia Orsato, e realizzato dall’architetto Antonio Noale.

Il suo grande parco romantico nacque invece all’inizio dell’Ottocento, probabilmente su disegno di Giuseppe Jappelli che, seguendo i principi del giardino all’inglese, trasformò l’antico terreno agricolo in un paesaggio unitario di circa sei ettari: un ampio brolo a prato precede il corpo principale della villa, mentre nel retro si estende la parte boschiva con dolci declivi, un laghetto e sentieri sinuosi che s’inoltrano nella vegetazione.

Tra carpini bianchi, tassi, querce e liriodendri, si scorge anche una cappella neogotica progettata da Pietro Selvatico, piccolo oratorio in stile fiorito costruito sulle rovine della chiesetta seicentesca dedicata alla Beata Vergine.

Alla fine dell’Ottocento la villa divenne di Andrea Cittadella Vigodarzere, politico e letterato, che ne fece un luogo di cultura e d’incontro, frequentato da amici e intellettuali come Giacomo Zanella, e fu poi suo figlio Antonio, presidente della Società Meteorologica Italiana, a installare nella torretta-belvedere di una barchessa laterale un osservatorio meteorologico dal quale studiava i venti e sperimentava strumenti contro la grandine.

Ospedale durante la Grande Guerra

La Grande Guerra trasformò poi la villa in ospedale da campo e in quartier generale tedesco, ma ne uscì senza gravi danni.

Nel 1918, con il matrimonio tra Maria Cittadella Vigodarzere e Tommaso Gallarati Scotti, la dimora entrò nei beni della nobile famiglia che, pur mantenendo la propria residenza principale a Milano, ne fece un rifugio di villeggiatura e di pensiero. Nelle sue stanze si incontravano amici e intellettuali da Benedetto Croce ad Alcide De Gasperi, da Giacomo Puccini a Eleonora Duse, e la villa tornò a essere un luogo di libertà e di confronto, riconosciuto nel 1925 come monumento nazionale. Negli anni successivi quella vitalità continuò a riflettersi nel parco, che divenne la parte più viva della dimora e il centro ideale della sua armonia.

A quella stagione si lega la figura di Giancarlo Gallarati Scotti, figlio di Maria e Tommaso: appassionato botanico, dedicò al parco cure costanti e sperimentò l’acclimatazione di specie rare, introducendovi alberi esotici come sequoie e cedri dell’Himalaya, e trasformando il giardino in un laboratorio naturale di scienza ed estetica.

Una nuova stagione

Negli ultimi anni la villa sta vivendo un'altra stagione nuova. Andrea Gallarati Scotti e la moglie Francesca curano in prima persona parco e villa, seguendone con passione il restauro avviato nel 2007 e premiato nel 2018 dall’Istituto Regionale per le Ville Venete.

L’intervento, tuttora in corso, riguarda strutture e apparati decorativi, ma anche arredi e suppellettili originali: un lavoro paziente, nutrito da passione e dedizione, che rende visitabile, anche se solo su prenotazione, parte della villa e il curatissimo parco. E Villa Gallarati Scotti continua il suo dialogo con la luce. 

 

Forza della storia e vitalità dei restauri

Villa Gallarati Scotti sorge poco fuori dal centro di Fontaniva. Al fascino di una dimora storica e del suo sontuoso parco, unisce la piena vitalità dei restauri ancora in corso, che hanno unito rispetto architettonico e soluzioni moderne per comfort e accessibilità. Residenza privata, è visitabile solo in alcune occasioni o su accordo con la proprietà. Informazioni su visite ed eventi, sul sito internet www.villagallaratiscotti.com.

 

 

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