Gorizia, la città scolpita

Un itinerario visivo tra piazze, giardini e ponti alla scoperta delle figure che raccontano la città di confine. Tra Toti, Michelstaedter e Nettuno, un percorso che intreccia storie, eroi e miti cittadini

Margherita ReguittiMargherita Reguitti
Le tre Vittorie alate del Monumento ai caduti poste-telegrafonici a Gorizia
Le tre Vittorie alate del Monumento ai caduti poste-telegrafonici a Gorizia

Piazza Cesare Battisti a Gorizia è centrale e urbanisticamente rispecchia le caratteristiche di spazio delimitato da edifici dove convergono più strade. La presenza di un parcheggio la rende appetibile per gli automobilisti e meno significativa come luogo di incontro e socialità.

Qui svetta la figura in bronzo di Enrico Toti (1882-1916) bersagliere irregolare, in quando privo di gamba, perito durante la Grande Guerra, momento storico spartiacque per la città adagiata lungo l’Isonzo, che entrò alla fine del conflitto nel regno d’Italia dopo secoli di impero austro-ungarico.

Da qui può iniziare una passeggiata alla scoperta o riscoperta del capoluogo dalle culture e lingue diverse, incontrando alcune delle statue che raccontano la storia della Nizza austriaca, prima capitale europea della cultura transfrontaliera con la dirimpettaia slovena Nova Gorica.

 

Attraversata la via Petrarca si entra nei Giardini pubblici di corso Verdi, viali in ghiaino fra magnolie e cedri del Libano centenari, agavi e varie tipologie di siepi dalle quali spuntano i busti in bronzo di intellettuali e figure di spicco della città.

Numerosi i poeti: da Pietro Zorutti (1792-1867) considerato fra i grandi della poesia friulana, famoso per gli Strolics, almanacchi lirici a Simon Gregorčič (1844-1906) sacerdote e poeta di ideali progressisti, autore di raccolte best-seller per l’epoca, noto come l'usignolo del Goriziano. Leggiadri i puttini della fontana del Gyulay, non distante una targa ricorda il parlamentare europeo e scrittore Demetrio Volcic (1931-2021). Scelse la città come buen retiro, dopo una lunga e prestigiosa carriera di inviato e direttore del TG1 Rai.

Sulla via Cadorna la statua del Fante celebra l’eroe simbolo della Grande Guerra, qui iniziata nel 1914. All’angolo fra corso Verdi e via Oberdan spiccano il rosso dei mattoni e il bianco delle colonne del Palazzo delle Poste. Sulla facciata la statua della Santa Gorizia che regge il modellino della chiesa di Sant’Ignazio. A destra dell’ingresso principale le tre Vittorie alate in travertino del Monumento ai caduti poste-telegrafonici. Nel vano postamat dell’ingresso secondario si può vedere il dipinto su muro dei Santi Ilario e Taziano, patroni della città.

Piazza della Vittoria (in sloveno Travnik, prato, già piazza Grande) è dominata dall’alto di una colonna dalla statua di Sant’Ignazio di Loyola. Guarda a nord il fondatore della compagnia di Gesù, alla sinistra la chiesa a lui dedicata, di fronte il possente Nettuno al centro della omonima fontana, realizzata nel 1756 dallo scultore padovano Marco Chiereghin su disegno di Nicolò Pacassi, architetto di ascendenza goriziana.

Una seconda fontana dell’Ercole è collocata nei giardini di Palazzo Attems-Petzenstein, oggi museo. A lato del Palazzo del Governo inizia la via Rastello da sempre luogo emporiale, percorrendola tutta si arriva alla figura in bronzo del filosofo, poeta e pittore Carlo Michelstaedter, mente fra le più brillanti del ‘900 morto suicida a 23 anni nel 1910. Attraversando la via Marconi, pochi passi e si accede dal sagrato al Duomo, il cui nome ufficiale è Cattedrale metropolitana dei Santi Ilario e Taziano Martiri. All’interno una varietà di gruppi marmorei multicolori e il cenotafio di Leonardo (1440-1500), ultimo conte di Gorizia.

In via Roma, di fronte all’Auditorium punta a ovest il braccio bronzeo di Cesare Ottaviano Augusto; la statua fu portata da Pola dagli esuli istriani nel 1947, diventando simbolo di legame con la terra perduta.

Se dal centro si cammina verso l’ Isonzo, si giunge a Villa Coronini Cronberg. Il parco è adorno di figure mitologiche e romantiche. Sul ponte di Piuma la statua di Giovanni Nepomuceno (1345-1393) Protettore dei ponti. Tanti personaggi e storie, non tutte naturalmente, un assaggio per gradire e continuare nella ricerca. —

L’edicola del 1705, in un angolo di pace

Via della Cappella è un angolo di pace dove il passo in lieve salita ha il suono del ciottolato che lastrica il fondo stradale. La strada deve il suo nome all’edicola marmorea policroma realizzata nell’anno 1705 dall’architetto austriaco Nicolò Pacassi. Il percorso pedonale a mezzaluna conduce in Slovenia, alla chiesa e al monastero della Castagnavizza; e, andando oltre, porta al parco esotico del Rafut che circonda Villa Lasciac.

Il nuovo obelisco della Casa Rossa

Il piazzale della Casa Rossa è uno dei luoghi simbolo dell’ex confine fra Italia e Slovenia oggi, ieri Jugoslavia. Qui, da poche settimane, svetta Go! Pharus, obelisco caleidoscopico di colori e luce di circa dieci metri di altezza. Realizzato in vetro e metallo resterà a ricordare Go!25, un anno davvero straordinario nel quale le città di Nova Gorica e Gorizia sono state una cosa sola, come protagoniste della cultura europea con un’operazione inedita.

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