Tolmezzo: in giro tra vie e porticati, locali storici e musei del Borgàt
Un paese delizioso, segnato dall’impronta del Settecento. Un tempo c’erano 18 torri. Dalle antiche mura con i resti del Castello patriarcale lo sguardo spazia fino alle Dolomiti friulane


“Ognun bale cun so agne” , tradotto in “ognuno balli con sua zia” alias “ognuno si faccia gli affari suoi”. È un detto popolare di Tolmezzo (Ud) conosciuto in tutto il Friuli Venezia Giulia. Cinque parole scolpite, nette, per sancire riservatezza, indipendenza e orgoglio dei tolmezzini e friulani.
Piccola capitale della Carnia dal 1356, oggi meno di 10 mila abitanti, ma ricca di storia, arte, tradizioni che si rispecchiano nella vivacità del centro dove l’accoglienza è palpabile camminando lungo le vie e sotto i porticati, entrando nei locali storici, andando per musei.
Un’ora di strada circa e si passa il confine con l’Austria e la Slovenia, dopo esser giunti lungo la A23 o, pedaggio free, via le antiche strade statali.
Il Borgàt
Il centro storico chiamato Borgàt conserva le tracce di un impianto urbano quattrocentesco ma fu il Settecento il secolo della sua esponenziale crescita in ricchezza ed importanza grazie anche a un imprenditore visionario, Jacopo Linussio.
Sotto il Patriarcato di Aquileia dall’anno mille fino al 1420 venne forgiato il suo assetto urbanistico di città fortificata cinta da mura con 18 torri. Fu costruito il Castello patriarcale, Pracastello, palazzo e due torri di guardia, raggiungibile in pochi minuti dal centro seguendo le antiche mura, da dove lo sguardo spazia fino alle Dolomiti friulane. Del maniero oggi sono visibili i resti.
Durante questi floridi secoli la popolazione visse in buone condizioni grazie ai commerci, traffici e all’autonomia amministrativa. Con l’annessione alla Serenissima fu costruita la torre Picotta, sull’omonimo colle, una passeggiata agevole dal centro, recentemente restaurata assieme ad altri manufatti difensivi.
Molti gli edifici del XV secolo fra i quali la chiesetta di Santa Caterina e Casa Janesi. Caduta la Repubblica di Venezia passò all’Impero austriaco e quindi al regno d’Italia.
Terra di battaglie feroci durante la Grande Guerra
Terra di battaglie feroci durante la Grande Guerra e di resistenza alle truppe cosacche durante l’occupazione tedesca nel secondo conflitto mondiale. Una curiosità: nel 1906 il giovane socialista Benito Mussolini, fresco di diploma di maestro, insegnò per un breve periodo a Tolmezzo. Come andò dopo è noto.
Da non perdere la visita al settecentesco duomo di San Martino nella centrale piazza XX Settembre. Palazzo Campeis, accanto all’Ufficio regionale del turismo, ospita il Museo carnico delle Arti popolari “Michele Gortani” (intitolato al docente universitario e politico tolmezzino di adozione 1883-1966), percorso etnografico fra i più importanti in Europa per il numero di pezzi esposti. Racconta di vita dal XVI al XIX secolo attraverso arredi e dipinti, utensili domestici, abiti e mestieri. Nelle vicinanze Palazzo Frisacco sede di mostre temporanee, al piano terra la pinacoteca Corbellini.

Liutai ed ebanisti
Un incontro particolare quello dell’arte di liutai e ebanisti tramandata dal 1949 a oggi nella famiglia Rossitti. Vi accoglieranno in bottega, o meglio nel stanzin, per raccontarvi come nasce uno strumento ad arco costruito con amore e con l’abete di risonanza delle foreste dell’alta Carnia (via Grialba, 39, prenotazioni via info@fratellirossitti.com, www.fratellirossitti.com). Jacopo Linussio (1691-1747) fu un imprenditore tessile illuminato, primo a concepire in Europa lo smart-woorking femminile. Costruì infatti nella vicina Moggio udinese un quartiere operaio dove le donne potevano dedicarsi a casa alla filatura con macchine parzialmente meccaniche. Ebbe fino a tremila dipendenti nelle diverse sedi di Tolmezzo (ora caserma Cantore via Paschini, 16, che era anche la sua casa) e della Carnia. Il suo ritratto è conservato al museo “Gortani”.
Il comune comprende 8 frazioni, una di queste è Illegio, ma questa è un’altra storia.
I volti femminili in due musei
Si intitola “Di tanti volti” la mostra dedicata al viso femminile nel disegno e nella grafica aperta fino al 26 ottobre nei musei Palazzo Frisacco e “M. Gortani”, organizzata dal Comune in collaborazione con la Regione. Tanti gli eventi collaterali, incontri con artisti e workshop. Info e prenotazioni obbligatorie: per Palazzo Frisacco via candonifrisacco@gmail.com o telefono 043341247, per il Museo “M. Gortani” via info@museocarnico.it, telefono 043343233.
Illegio: Caravaggio e altri 51 capolavori
Sarà aperta fino al 9 novembre a Illegio, frazione a 7 chilometri da Tolmezzo, nella Casa delle Esposizioni, la mostra “Ricchezza, Dilemma perenne”, promossa dal Comitato San Floriano a cura di don Alessio Geretti. Sono 52 capolavori, da Caravaggio a Pelizza da Volpedo fino a Picasso, dalla metà del Quattrocento alla metà del Novecento. Info e prenotazioni www.illegio.it, telefono 0433 44445, mostra@illegio. it. Tutto su questo e altro su www.turismofvg.it.
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