Lo sguardo lontano dal santuario di Monte Santo

Monte Santo (Sveta Gora) è in Slovenia, a 15 km da Gorizia. Domina la vallata, testimone di battaglie e preghiere. L’Isonzo (Soča) scorre come un nastro verde-azzurro. E’ un edificio neobarocco, vetrate piene di luce  e un museo mariano

Margherita ReguittiMargherita Reguitti
Il santuario di Monte Santo
Il santuario di Monte Santo

Lo si vede a distanza di chilometri sia dall’Italia sia dalla Slovenia, vis-à-vis al monte Sabotino. Un elemento dello skyline, frequente lungo i confini mobili che nei secoli si sono spostati a causa di conflitti, e domina dall’alto dei circa 600 metri della collina la valle del Soča-Isonzo, nastro verde-azzurro fra le due città di Gorizia e Nova Gorica.

Dalla cima lo sguardo arriva fino alla piana friulana, al Golfo di Trieste e alla laguna di Grado, a nord l’affaccio è sulle Alpi Giulie. È noto come il santuario di Monte Santo – Sveta Gora in sloveno – ma il corretto appellativo è Basilica dell’Assunzione della Vergine, Bazilika Marije Vanbovzete. Nella terra dalle molte lingue è conosciuto anche con il nome Skalnica, dall’etimo del luogo.

La storia

La sua storia è complessa e dalle sue splendide vetrate che diffondono luci diverse a secondo del momento della giornata e della stagione, è stato testimone delle battaglie della Prima guerra mondiale. Fino ai prima anni’30 del secolo scorso la vegetazione era rada a causa delle granate e mine esplose durante il conflitto. Sui fianchi della montagna sono ancora percorribili i cammini e le caverne di appostamento delle truppe sia italiane sia austroungariche (info: nova-gorica@vipavskadolina.si, www.vipavskadolina.si).

Il santuario di Monte Santo
Il santuario di Monte Santo

Distante circa 15 chilometri da Gorizia. Si entra in Slovenia dall’ex valico di Salcano, dopo aver passato il ponte sull’Isonzo la direzione da seguire è Sveta Gora. La salita è di circa 5 chilometri di tornanti moderatamente impegnativi scanditi dalla Via Crucis. In passato si saliva a piedi in processione e l’ultimo tratto veniva fatto in ginocchio per un voto o un atto penitenziale.

Attorno i colori dei boschi e il silenzio abitato da una fauna di uccelli e animali selvatici.

Un percorso di pace

Il santuario è la meta del Cammino Gorintiense, 82 chilometri dalla Basilica di Aquileia. Un percorso di pace promosso dalla Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia – SOCOBA e dall’ordine francescano (www.itergoritiense.eu/it dove trovare anche i riferimenti del Centro Pace e Bene che offre ospitalità a pellegrini e turisti, cmd.tau@gmail.com). Un luogo sacro già nel Medioevo, come testimoniato da documenti del XIV secolo.

La tradizione delle apparizioni mariane risale al 1539 anno della prima manifestazione alla pastorella Urška Ferligoj, nella quale le venne affidato un messaggio, come recita la targa posta sul piedistallo della statua della Madonna: “Dì alla gente che mi costruisca una casa qui e chieda misericordia” . I primi fedeli pregavano in una cappella di legno.

Successivamente iniziarono i lavori per erigere il santuario in stile gotico-rinascimentale. Ben presto arrivarono i frati francescani che, fa alterne vicende, ne sono i custodi, oggi con una presenza esigua. Nel 1915 la chiesa venne rasa al suolo assieme all’attiguo convento.

L’edificio neobarocco

L’attuale edificio in stile neobarocco è del 1928, si sviluppa per una lunghezza di 72 metri e 22 di larghezza su tre navate con l’aggiunta di una laterale. Sopra l’altare la pala che ritrae la Madonna con in braccio il bambino attribuita al veneziano Palma il Vecchio. La buona acustica favorisce l’organizzazione di concerti di musica antica e contemporanea.

Nel complesso anche un Museo mariano con particolare attenzione alla storia del pellegrinaggio, e un piccolo allestimento dedicato alla Grande Guerra.

Con Castelmonte in Friuli e Maria Zell in Stira, fa parte della via dei Monti Sacri dedicati alla Madre di Gesù. Nel periodo natalizio ospita gli allestimenti di presepi provenienti dalla Slovenia e dall’Italia. Un breve sentiero conduce alla statua di San Francesco collocata in uno dei punti panoramici più sorprendenti, all’uscita di una galleria scavata durante la Grande guerra: https://www.thewalkofpeace.com/it/locations/tunnel-sveta-gora/

L’anello per gli amanti della bicicletta

Un anello con salita ciclopedonale moderatamente impegnativa di circa 23 chilometri porta al Monte Santo. La vista è sull’Isonzo, sulle città di Nova Gorica e Gorizia e le montagne. In primavera si cammina su soffice aglio selvatico dai bianchi fiori profumati.

Il grande ponte di Solkan-Salcano

Il ponte di Solkan– Salcano è lungo 222 metri, alto 36 e una luce di 85 metri. È il più grande ponte ferroviario ad arcata unica di pietra al mondo. Fu edificato ai piedi del Monte Sabotino sull’Isonzo nel 1905 durante l’impero Austroungarico sulla linea della Transalpina verso Vienna. Per la costruzione vennero utilizzati 4. 533 blocchi di pietra scolpiti.

Distrutto durante la Grande Guerra fu ricostruito nel Ventennio e oggi è un monumento tutelato.

 

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