A Pozzale con la gente di montagna

Sui muri delle case della frazione di Pieve di Cadore, nel Bellunese, c’è una mostra permanente di momenti di vita, in bianco e nero. Volti e gesti, dal paese  a Nepal e Perù: luoghi con la fatica  del vivere in salita, storie di isolamento e di adattamento

Marina GrassoMarina Grasso
Una veduta Pozzale, frazione di Pieve di Cadore
Una veduta Pozzale, frazione di Pieve di Cadore

 

Il lavoro nei boschi e nei prati, le processioni votive e le escursioni, i giochi dei bambini e i passatempi degli anziani. Sono oltre 100 i momenti di vita in montagna che le foto raccolte dagli abitanti di Pozzale raccontano sui muri della più alta frazione di Pieve di Cadore, tra un’ottima esposizione al sole e i dolci pendii alle pendici dell’Antelao e delle Marmarole.

 

Un viaggio nella memoria

Una mostra permanente che è percorso di memoria dedicato a tutta la “Gente di Montagna”, come stabilito dal titolo del progetto avviato nel 2019 per riflettere sulla montagna e su chi la vive.

Un progetto creato dall’Associazione Pozzale Vive, nato da un’idea di Susanna Da Cortà che ne è la curatrice e subito abbracciato dagli abitanti del paese, creando così un’originale passeggiata fotografica che nel tempo si è arricchita di nuove immagini da tutto il mondo, facendo diventare Pozzale un luogo virtuale d’incontro per le genti di tutte le montagne.

Un borgo dove si incrociano culture, legami e interazioni tra gli uomini, l’ambiente e la terra in aree montuose, senza retorica ma solo con il desiderio di raccontarla con foto originali, non provenienti da archivi ma raccolte da fondi personali, quindi inedite, e scelte per raccontare la montagna com’è, con la sua bellezza e la sua crudezza, con l’allegria delle feste e con la solitudine della pastorizia.

Un respiro globale

Così, tra le strette vie intorno a Col de la Ièsia, delle contrade Longiarù, Moro, Soracol e Poela dove le antiche in case in legno sono affiancate da quelle in muratura e da quelle di tempi più recenti, la globalizzazione diventa il filo rosso che unisce i volti e i gesti delle Alpi e degli Appennini, ma anche del Nepal, del Tibet, del Pakistan, dell’Iran, del Vietnam del Nord e del Perù. Di luoghi vicini e lontani accomunati dalla fatica del vivere in salita, da ingegnose soluzioni di trasporto e di tradizioni tra loro tanto diverse quanto somiglianti, poiché fanno tutte i conti con storie di isolamento e di adattamento, con il senso di comunità e la connessione con la natura.

Tanto che l’espressione dell’anziana cadorina che fuma la pipa convinta che ciò potesse proteggerla dalla temibile influenza Spagnola, non è tanto diversa da quella di una, più temporalmente vicina, raccoglitrice d’erbe del Peloponneso.

Seicento abitanti

In questa comunità di 600 abitanti, dimezzatasi nell’ultimo secolo per effetto dell’emigrazione ma che ogni estate accoglie un eguale numero di vacanzieri, Gente di Montagna è anche molto di più di un’attrazione. Nasce dall’idea di rendere gli abitanti delle montagne più consapevoli del senso dei luoghi in cui vivono e spingerli a essere cittadini attivi che costruiscono progetti e nuovi modelli di vita futuri. Così come per spingere i turisti a farsi, a loro volta, cittadini responsabili e solidali, e non semplici consumatori, in un reciproco scambio di cultura e conoscenze.

Le fotografie, di diverse dimensioni (dal 70x 90 cm a 3x 4 m), stampate su alluminio e affisse con sagacia urbanistica ai muri esterni delle case, inizialmente erano una trentina, ma non continuano solo a crescere numericamente: da un paio d’anni hanno anche una voce. Restituiscono, infatti, le parole delle genti di montagna dal Cadore alla Carnia al Pollino, i suoni della processione delle Madonie, il canto delle donne abruzzesi di Scanno, una poesia in ladino, una filastrocca recitata sottovoce, una ballata inedita, il suono delle campane e tanto altro.

Il percorso diventa quindi un'esperienza non solo visiva, grazie ad un sistema di riconoscimento delle fotografie ideato da Roberto Da Forno, ingegnere originario di Pozzale che opera nel settore dell'intelligenza artificiale: basta inquadrare l’immagine con uno smartphone in cui è stata scaricata l’app gratuita Gente di Montagna e parte la magia. 

Come arrivare a Pozzale

Pozzale, a 1.054 metri di altitudine, è una frazione di Pieve di Cadore (provincia di Belluno) dal cui centro dista un paio di chilometri. È facilmente raggiungibile in auto dall’uscita Belluno dell’A27 tramite la SS51 che conduce a Pieve.

Da qui occorre imboccare via del Capeler e salire, tra boschi e antiche case, fino alla Gente di Montagna. Per ulteriori informazioni si può visitare il seguente sito: www.gentedimontagna.eu.

Dal restauro alla vocazione etnografica

L’antico mulino di Pozzale, restaurato nel corso del 2007 della Magnifica Regola di Pozzale, è diventato il Museo etnografico arti e mestieri del passato, uno spazio di aggregazione e di accoglienza per gli abitanti del paese e suoi ospiti. È aperto regolarmente soltanto durante il mese di agosto, ospita anche una serie di mostre temporanee, molto apprezzate.

Per informazioni contattare il seguente numero telefonico: 379 1637769.

 

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