Un Borghetto tra acqua e storia
Frazione di Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, è patria di mulini e tortellini. Longobardi, Scaligeri, Visconti: un libro a cielo aperto


Un pugno di case che sembra spuntare dall’acqua, mulini che ancora poggiano le ruote sul fiume, un castello che veglia dall’alto e un ponte medievale che domina la valle. Borghetto, frazione di Valeggio sul Mincio (Vr), è un unicum urbanistico nato in simbiosi con il fiume.
Le acque del Mincio scorrono lente tra anse e canneti dove sostano cigni, oche e gallinelle e si increspano in piccole cascate che accompagnano il cammino di chi attraversa il borgo, sotto lo sguardo severo del Ponte Visconteo.
Al tramonto o nelle mattine d’autunno, quando la nebbia lascia emergere solo i merli ghibellini, il borgo appare come un medioevo sospeso.
Luogo di frontiera
Questa atmosfera, che oggi invita alla quiete, non deve far dimenticare che Borghetto è stato per secoli un luogo di frontiera. Il guado del Mincio, il più sicuro a sud del Garda, rese questo punto un passaggio obbligato tra est e ovest della pianura padana: vi transitavano mercanti e pellegrini, ma anche eserciti.
Gonzaga e Scaligeri, Visconti e Venezia, Austria e Francia se lo contesero a lungo, e non mancarono le battaglie napoleoniche e gli scontri risorgimentali.

Le origini del borgo si leggono ancora nel tessuto urbano.
In epoca longobarda sorse un primo insediamento con funzioni di dogana; accanto al ponte del borgo, dove i gradoni scendono a lambire il fiume, una lapide ricorda la Curtis Regia, l’antico casello daziario che regolava il passaggio, segno di quanto il rapporto tra acqua e transiti fosse vitale per questa comunità.
Furono poi gli Scaligeri a trasformare Borghetto in presidio fortificato, racchiudendolo in una cinta muraria a impianto poligonale con torri e fossato. Di quel sistema restano oggi la porta merlata e un tratto di cortina, mentre altri muri furono inglobati nelle case nel corso dei secoli. A dare forma monumentale a questa vocazione difensiva fu infine il Ponte Visconteo, imponente diga-fortezza costruita nel 1393 per volontà di Gian Galeazzo Visconti.
Collegata al Castello Scaligero da alte cortine merlate, entrava a far parte del Serraglio, una linea difensiva di oltre 16 km che sigillava il confine tra Lombardia e Veneto di cui resta ancora il castello con la sua torre Tonda del XII secolo e le strutture quattrocentesche che continuano a dominare la valle.
L’acqua protagonista
Intorno, l’acqua resta protagonista. I mulini quattrocenteschi raccontano la vocazione agricola sviluppata dalla Serenissima, quando il Mincio muoveva le pale per macinare grano e riso e irrigava i campi. Tre di quelle macine sono tuttora funzionanti e visitabili, mentre altri edifici sono stati trasformati in locande e abitazioni, segno della capacità del borgo di rinnovarsi senza perdere la propria identità.
L’accoglienza
Da sempre, infatti, Borghetto è stato luogo di accoglienza: una thaberna è attestata già nel Trecento, e la vocazione si rafforzò nel ’700 con le “locande con stallo” per i viaggiatori che attraversavano il confine.
Oggi quell’attitudine è evidente nelle decine di locali e ristoranti che animano il borgo in ogni stagione, dove si gustano i celebri tortellini di Valeggio dalla sfoglia sottilissima, emblema di una tradizione che unisce gusto e memoria, in un contesto che conserva intatta la suggestione delle sue vie raccolte, dei tavoli affacciati sull’acqua e del lento scorrere del fiume.
E per chi desidera prolungare l’incanto, una breve passeggiata oltre il Ponte Visconteo offre l’occasione di rivedere le mura scaligere da un’altra prospettiva, con le cortine che si allungano sul colle, e conduce al Parco Giardino Sigurtà, dove viali, prati e acqua raccontano tante altre storie.
Il fantastico Parco Giardino Sigurtà
Con i suoi sessanta ettari di prati, laghi, boschi, fiori e il suo celebre labirinto di tassi, il Parco Giardino Sigurtà è stabilmente tra i giardini più premiati d’Europa e ogni anno richiama visitatori da tutto il mondo.
È nel corso dell’autunno che offre scenari spettacolari con il foliage di querce, ginkgo e aceri giapponesi e la fioritura inattesa di centomila tulipani. Aperto fino al 9 novembre; ulteriori informazioni sul sito www.sigurta.it.
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