A Pieve di Cadore la luce viva di Tiziano

Tra le montagne del Cadore, in provincia di Belluno, un viaggio nei luoghi, nei volti e  nelle tracce che ancora raccontano l’anima del pittore. Un itinerario tra arte, storia e paesaggio, dove ogni pietra, chiesa e sguardo custodisce l’impronta di un maestro

Marina GrassoMarina Grasso
In Cadore, nelle Dolomiti Bellunesi, si avverte ovunque la presenza di Tiziano Vecellio
In Cadore, nelle Dolomiti Bellunesi, si avverte ovunque la presenza di Tiziano Vecellio

Tra le Dolomiti che si aprono come un anfiteatro di luce, Pieve di Cadore è un centro armonioso e vivace, elegante nella semplicità. Qui si avverte ovunque la presenza di Tiziano Vecellio, che da questo borgo portò nel mondo la pittura veneziana del Rinascimento, mantenendo sempre un legame profondo con le origini.

Tiziano, un veneziano in Cadore

Poco più che bambino, Tiziano si trasferì a Venezia con il fratello maggiore Francesco e ancora giovanissimo iniziò a elaborare un linguaggio personale, fondendo la lezione dei maestri della Serenissima con la concretezza del suo mondo d’origine.

Pur diventando protagonista di una stagione artistica irripetibile, restò sempre vicino al Cadore: le lettere conservate dalla Magnifica Comunità lo ritraggono come interlocutore fidato della Serenissima e benefattore del paese.

Nella piazza che porta il suo nome, dominata dal monumento bronzeo di Antonio Dal Zotto (1880), si concentrano i luoghi che più raccontano questo legame. La casa natale, solida abitazione in pietra con scala e ballatoio in legno, riaprirà al pubblico all’inizio del 2026, dopo un restauro che ha rivelato aspetti inediti della struttura e della vita domestica.

Poco distante sorge la chiesa arcidiaconale di Santa Maria Nascente, dove si raccoglie l’arte di famiglia: conserva l’unico dipinto autografo di Tiziano rimasto in Cadore, la Madonna col Bambino tra i santi Tiziano e Andrea (1560-1565), in cui l’artista si autoritrae. Sull’altare maggiore si ammira l’Ultima Cena del cugino Cesare, e nella sacrestia opere del nipote Marco accanto a quelle di Palma il Giovane. Sulla stessa piazza si affaccia il palazzo quattrocentesco della Magnifica Comunità di Cadore, cuore della vita civile e culturale. Nei suoi archivi si conservano documenti della famiglia Vecellio, tra cui atti che attestano la partecipazione del nonno di Tiziano alla Comunità.

Accanto al Museo Archeologico e a un’esposizione permanente di incisioni tizianesche, il palazzo resta luogo di identità e di ricerca: è la Magnifica Comunità, infatti, a gestire anche il Castello di Monte Ricco, poco fuori dall’abitato, dove mostre e residenze artistiche proseguono il dialogo tra arte e territorio avviato da Tiziano cinque secoli fa.

Sempre in piazza Tiziano, nella casa cinquecentesca di Tiziano l’Oratore, la Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore porta avanti la ricerca sull’opera del maestro e sul ruolo del Cadore come cerniera culturale tra Venezia e l’area alpina.

Una presenza diffusa

Il segno di Tiziano e dei Vecellio resta vivo anche in altre chiese e pievi cadorine. A Perarolo, antico porto sul Piave dove la famiglia commerciava legname, il Museo del Cidolo racconta le radici economiche della loro prosperità. Nella chiesa di San Rocco resta la pala d’altare firmata dal fratello Francesco, mentre nella vicina chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano si conserva un’opera del discendente Fabrizio.

A Domegge e nella frazione di Collesello si trovano lavori del figlio Orazio e del fratello Francesco, che continuarono la tradizione tizianesca con un tono più sobrio e domestico. La chiesa di Sant’Anna a Zoppè di Cadore custodisce una pala da sempre legata al nome di Tiziano, oggi in dialogo con un’opera di Masi Simonetti, artista del Novecento nato a Zoppè.

Nella parrocchiale di Sedico la pala “Madonna in trono”, attribuita a Francesco e con probabile intervento di Tiziano, è tra le più antiche testimonianze del legame con la terra natale, dipinta nei primi anni dell’attività veneziana dei fratelli. Anche Lentiai conserva una pala riconducibile alla bottega tizianesca nella chiesa di Santa Maria Assunta, dove la figura del vescovo Tiziano sembra evocare un omaggio implicito al pittore.

Il Cadore, insomma, continua a riflettere l’eredità di Tiziano: una presenza che non è solo memoria, ma una forza viva che orienta lo sguardo, il presente e anche il futuro.

La Casa natale riaprirà a inizio 2026

Dall’anno 1932 la Casa Natale di Tiziano è uno dei luoghi simbolo di Pieve di Cadore. Dopo il restauro in corso, riaprirà all’inizio del 2026, in tempo per i Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026. I lavori hanno reso la dimora pienamente accessibile e riportato alla luce elementi originali dell’abitazione dei Vecellio, come illustrerà anche una nuova guida cartacea dedicata alle scoperte e ai nuovi allestimenti.

Il Forte di Monte Ricco

Sul colle che domina Pieve di Cadore, il Forte di Monte Ricco sorge nel luogo dell’antica rocca medievale, distrutta nel 1508 e trasformata in struttura militare nell’Ottocento. Restaurato e riaperto nel 2017, è oggi sede di mostre, eventi e residenze d’artista promosse dalla Magnifica Comunità di Cadore, spesso in collaborazione con il Centro Studi Tiziano e Cadore, in un dialogo continuo tra arte contemporanea, storia e paesaggio.

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