L’Ara Pacis Mundi di Medea, un silenzio metafisico
Tra Palmanova e Gorizia si erge questo tempio bianco, da un’altura invita a riflettere. Silenzi e simboli nel progetto dell’architetto milanese Bacciocchi Zolle di terra e acque di mare per onorare i morti delle guerre

Maestosa nel rigore delle forme squadrate, svetta dalla collina da dove lo sguardo spazia a 360 gradi; il bianco del marmo si staglia in spazi pieni e aperti sulla massa degli alberi dalle chiome colorate di autunno. L’Ara Pacis Mundi di Medea è a metà strada fra Palmanova (uscita A4) e Gorizia.
Opera simbolo della fraternità umana realizzata per rifondare, alla fine del secondo conflitto mondiale, l’ideale di patria su principi universali di ispirazione cristiana.
Non spoglie ma zolle di terra e acqua di mari
Costruito in sei mesi, fu inaugurato alla presenza di migliaia di persone provenienti da tutta Italia il 6 maggio del 1951 per ricordare e onorare i morti di ogni conflitto in ogni luogo. Non conserva spoglie, seppur equiparato a cimitero di guerra, ma le zolle di terra di oltre 800 cimiteri italiani e stranieri e le acque di mari che furono campi di battaglia e sepolture di soldati. Materia simbolo per futura memoria contenuta in un’urna in legno e bronzo che attraversò l’Italia, da Roma, dove fu benedetta da Papa Pio XII, al nordest.
Un viaggio che idealmente ripercorse quello del Milite ignoto da Aquileia alla capitale. Sull’ara in porfido scuro della Valle Camonica è inciso il monito “Odium parit mortem, vitam progignit amor”, l’odio genera morte, l’amore genera vita.
Durante l’inaugurazione Mario Martini, orfano di guerra, lesse il discorso di ideale presa in consegna parlando accanto al deputato socialista Tito Zaniboni, eletto nel 1921 nella circoscrizione di Udine-Belluno, presidente dell’Unione nazionale degli Ufficiali in Congedo che, su impulso della Pontificia Commissione di Assistenza e assieme alle Associazioni di Combattenti, Reduci e Invalidi, fu fra gli artefici del progetto firmato dall’architetto milanese Mario Bacciocchi (1902-1974).

Imponente
Imponenti le dimensioni: 1500 metri quadrati di recinto colonnato in travertino alto 13 metri, aperto a nord e sud. Una struttura di suggestione neoclassica dove la massa poderosa ha slancio verso l’alto con tagli nella materia. Spazio aperto al vento, allo sguardo e al passo verso il centro dove svetta l’ara scura, 3 metri di lunghezza per 5 di altezza.
Avrebbe dovuto sorgere sul colle di Sant’Elia, di fronte al Sacrario di Redipuglia, ma le opposizioni furono forti e imposero un cambio di sede. Dagli anni duemila conserva le terre di altri conflitti, ha ospitato concerti per la pace e all’alba promossi dal comune il cui etimo, fra leggenda e storia, deriverebbe dal nome della maga e figlia di re che, giunta alla foci del Timavo con gli argonauti dopo aver rubato il vello d’oro, scelse il colle come sua dimora, come racconta lo storico romano Plinio. Oggi è grazioso centro di circa 900 abitanti.
Accanto al monumento dei pannelli ricordano i premi Nobel per la Pace dal 1901. Una strada realizzata solo negli anni’60 conduce alla cima ma suggestiva è la salita lungo la scalinata che dal centro del paese passa per la Chiesa di Sant’Antonio, edificio Settecentesco con pregevoli interventi ottocenteschi, recentemente restaurata.
Lungo il Cammino Celeste
Il colle è la seconda tappa, di circa 17 chilometri da Aiello (Ud) a Cormons (Go), del Cammino Celeste, un percorso che collega il mare Adriatico da Grado al monte Lussari, nelle Alpi Carniche e Giulie (www.camminoceleste.eu). Ma vari sono i percorsi ciclo-pedonali che incrociano questo luogo aperto a tutti e importante nella promozione turistico-culturale del territorio isontino (www.turismofvg.it/it/bike/anello-ciclovia-judrio-versa).
Fra questi il sentiero Clap o osservatorio del Re, da dove Vittorio Emanuele seguiva l’andamento delle Battaglie sull’Isonzo durante la Grande Guerra e prima Napoleone le guerre gradiscane. Un itinerario scende al Borgo di Borgnano passando per la chiesetta di Santa Fosca vecchia e il viaggio continua nel presente.
Visite guidate e informazioni
Pochi mesi dopo l’inaugurazione dell’Ara Pacis Mundi, il Comitato Nazionale per l’Erezione del Simbolo della Fraternità italiana pubblicò “L’Ara di Medea”, testimonianza documentaria e fotografica importante. Info su www.turismofvg.it/ara-pacis-mundi-di-medea, www.comune.medea.go.it.
Visite guidate prenotabili su www.thewalkofpeace.com/it/locations/ara-pacis-mundi-of-medea/, infopoint a Cormons cell. 3357697061, mail info.cormons@promoturismo.fvg.it.
Borgnano: la chiesa, il pozzo, i mercatini
Borgnano si trova ai piedi del Colle di Medea ma fa parte del comune di Cormons. Un viale percorre il borgo dove si affaccia la chiesa ottocentesca di Santa Fosca, davanti al sagrato il pozzo, simbolo dell’Associazione Chei dal Poz promotrice di un’intensa attività diffusa via FB. A breve mercatini di Natale e degustazioni di prodotti locali. A febbraio la processione verso la seconda chiesa di Santa Fosca, più antica della parrocchiale, sul colle di Medea.
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