Quattro passi a Conegliano tra bollicine e bellezza
Una passeggiata sotto portici e logge, tra palazzi e teatro, mura e verde nella cittadina in provincia di Treviso. Il prosecco è un’icona ma i luoghi raccontano anche altro.
Rinascimento: nel Duomo di San Leonardo si ammira la pala di Giovanni Battista Cima da Conegliano (1493)

Conegliano non è solo la porta delle Colline del Prosecco Patrimonio Unesco. È una città moderna che si stende ordinata ai piedi del colle di Giano con i suoi palazzi novecenteschi, giardini, portici e vetrine che disegnano un volto urbano costruito con misura, dove scorre un’intensa vita quotidiana. Ma risalendo gradualmente il pendio si può scoprirne il cuore, custode della sua memoria.
La Gradinata degli Alpini è l’accesso più scenografico al borgo storico e alla Contrada Granda, l’antica via maestra oggi via XX Settembre. Qui la città cambia passo: portici e logge si alternano a facciate affrescate nell’eleganza sobria di un impianto urbano ordinato e luminoso.
A metà della via si apre Piazza Cima, cuore civico della città.
Su un lato si affaccia il Teatro Accademia, costruito a metà Ottocento, con gradinata e facciata neoclassica, punto d’equilibrio scenografico della piazza. Poco lontano, il Duomo di San Leonardo ricorda che questa è la città di Giovanni Battista Cima da Conegliano: custodisce infatti la pala del 1493 di colui che fu uno tra i maggiori protagonisti della pittura veneta del Rinascimento. Un’opera in cui si riconoscono la limpidezza dell’aria e l’armonia del paesaggio di Conegliano, e la luce che caratterizza l’arte del pittore, unendo la realtà del luogo all’ideale di bellezza.
Accanto al Duomo si apre la Sala dei Battuti, tra i luoghi più spettacolari della città. Le pareti sono interamente coperte da affreschi di Palma il Giovane, Pozzoserrato e altri maestri, un ciclo che racconta storie sacre e scene di vita cittadina con sorprendente intensità narrativa. La decorazione, realizzata tra Cinque e Seicento, unisce l’arte veneziana alla devozione locale e restituisce il respiro di una comunità viva, colta, consapevole della propria identità.
Proseguendo lungo la Contrada, la prospettiva si allunga tra palazzi rinascimentali e scorci più silenziosi. Come il cinquecentesco Palazzo Da Collo con le sue eleganti finestre trilobate; Palazzo Montalban, di impianto seicentesco, che mostra ancora tracce di grottesche sulle facciate; il Municipio, decorato da Pozzoserrato, che mantiene l’aspetto severo del tardo Rinascimento; oppure Palazzo Sarcinelli, residenza del primo Cinquecento oggi sede di mostre temporanee.
Salendo verso il colle
Verso il colle le mura medievali diventano più visibili, e la vista si apre sulla pianura e sulle prime colline. Il percorso conduce al Castello, ciò che resta della rocca dei da Camino. Dalla torre, sede del Museo Civico, si domina un paesaggio ampio, fino alle Prealpi. Ai piedi della rocca, Villa Gera, con il portico neoclassico rivolto verso il centro, completa il profilo urbano in un dialogo perfetto tra architettura e paesaggio.

Sul versante orientale, immerso nel verde, il Convento di San Francesco conserva il chiostro trecentesco e un complesso di sale affrescate che raccontano secoli di presenza francescana a Conegliano. Fondato nel XIII secolo e più volte ampliato, fu per secoli centro religioso e culturale della città. Oggi, dopo un attento restauro, ospita concerti, mostre e incontri, continuando a essere uno dei luoghi più rappresentativi della vita culturale cittadina.
È poco fuori dal centro storico, poi, che si incontra un altro luogo storico che lega Conegliano alla sua moderna fama: la Scuola Enologica Cerletti, fondata nel 1876, la più antica d’Italia dov’è nata la moderna arte dello spumante. Ma se la notorietà di Conegliano è legata soprattutto al Prosecco e alle sue Colline Patrimonio Unesco, resta soprattutto una città d’arte e di architetture, dove paesaggio e tradizione produttiva disegnano un’identità riconoscibile e viva.
Banksy e la Street Art a Palazzo Sarcinell
Fino al 22 marzo 2026, Palazzo Sarcinelli di Conegliano ospita la mostra “Banksy e la Street Art”, a cura di Daniel Buso: circa novanta opere di grandi protagonisti della scena urbana e metropolitana, da Banksy a Keith Haring, Obey, Invader e altri nomi internazionali. Un dialogo sorprendente tra l’irriverenza dei linguaggi contemporanei e la sobria eleganza del palazzo rinascimentale (informazioni sul sito internet artika.it).
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