Il giardino più bello di Gorizia
E’ quello inglese di Palazzo Coronini Cronberg. Un gioiello ottocentesco di cinque ettari, donati da un conte. Un alternarsi verde di dislivelli, rocce carsiche, percorsi in saliscendi, sculture, fontane e il cinguettio degli uccellini


Il più bel parco della città. Così lo scrittore e storico austriaco Franz Xaver Zimmermann (1876-1959), cantore della cultura tedesca nella Gorizia multilinguistica e mitteleuropea prima della nascita dei nazionalismi, definisce nella sua opera “Gorizia di ieri” il giardino inglese di Palazzo Coronini Cronberg di viale XX Settembre.
Bellezza, amenità ed eleganza date in dono alla città per volontà testamentaria del conte Guglielmo (1905 - 1990), ultimo discendente della famiglia. Un parco di circa 5 ettari progettati e realizzati da Alfredo (1846-1920) nonno di Guglielmo. Dal 1880 in poi il nobiluomo decise di ampliare e plasmare il modesto giardino esistente ispirandosi a quanto visto durante i suoi viaggi in Italia e all’estero.
Ma la spinta venne anche dal contesto storico del periodo.
La città infatti viveva una ventata di rinnovamento urbanistico che puntava a trasformarla nella Nizza austriaca, in ragione del clima mite e della prossimità del mare. La Storia prese un’altra piega, scoppiò la Prima Guerra mondiale e alla fine del conflitto a Gorizia, divenuta italiana, la presenza austriaca non era più ben vista.
Il parco
Il parco, rimasto chiuso per un lungo periodo durante il quale sono stati realizzati degli importanti interventi di cura, pulizia e sostituzione delle piante morte o malate, è tornato ad essere luogo di passeggio, sosta e svago dei goriziani e foresti. Seguendo i progetti originali è stato anche riportato all’impronta pensata dal conte Alfredo, in un alternarsi di dislivelli, rocce carsiche, percorsi in saliscendi in un impianto solo in apparenza casuale e spontaneo. Predomina la macchia mediterranea con elementi floreali esotici. Ieratici e maestosi i pini marittimi, solitaria la quercia del sughero, in città ce n’è solo un altro esemplare, le rocce sapientemente disseminate fra rosmarini, allori, mirti, agavi e aloe. Piante perenni punteggiate qua e là da cespugli e rampicanti fioriti stagionali.
Sorprende lo sguardo già dalla pubblica via sulla quale si affaccia il cancello d’ingresso (accesso libero dalle 7.30 alle 21). Abbaglia il bianco della pietra delle statue, della scalinata e del pergolato del belvedere.
La colonna sonora è un cinguettio delle molte specie qui residenti. In fondo al viale principale, scricchiolante di sassolini minuti, appare il giallo del Palazzo davanti al quale si erge la statua di Gian Battista Coronini, opera dello scultore veneto Pietro Chiereghin. A sinistra del portone della dimora il loggiato al quale si appoggia la grande rosa Banksie, rampicante dai piccoli fiori giallo pallido, in maggio al meglio della fioritura.
Visite guidate
Sabato 17 e domenica 18 maggio si terranno alle 17 e alle 18.15 due visite guidate teatralizzate al Palazzo, prenotazione obbligatoria al numero 0481 533485 o via mail: info@coronini.it. Girovagare per il parco ha il sapore di una piccola avventura, incontrando lapidee presenze. Sul grande prato la Ecate Triformis, dea della magia, in origine si trovava nel castello di Kromberk. Guglielmo la “barattò” offrendo dei quadri del XIX secolo allo stato jugoslavo che l’aveva nazionalizzata dopo la fine della Seconda Guerra mondiale assieme alle proprietà di famiglia restate oltre confine.

Poco lontani il pescatore Glauco e il piccolo Tritone della fontana circolare. Fra il pergolato e il belvedere nicchie che accolgono tre statue della mitologia. Alzando lo sguardo verso est fra le chiome fa capolino il Castello. Raggiungere la gloriette e sedersi ad ascoltare il respiro del parco è un modo per entrare in una dimensione di pace e serenità. Attorno edifici sempre di proprietà della famiglia. Qui nacque Julius Kugy (1858–1944), alpinista, scrittore e botanico. Oggi ospitano sedi espositive e di associazioni culturali del territorio. Ma questa è un’altra storia.
Il catalogo della conservatrice
"Verde sublime. Il Parco Coronini Cronberg e la rappresentazione della natura tra Neoclassicismo e Romanticismo” è il catalogo curato dalla conservatrice della Fondazione Cristina Bragaglia Venuti (euro 20). La pubblicazione racconta il parco e la sua evoluzione estetica fra XVIII e XIX secolo, quando si impose una rappresentazione artistica della natura attenta ai motivi floreali e botanici nel giardino all’inglese che contaminò anche le altre arti.
Incontri, concerti, aperitivi e una app
Un utile strumento di visita è l’app Coronini Experience, tecnologia al servizio della storia. Attraverso gli uffici della Fondazione, (telefono 0481 533485, info@coronini.it) è possibile prenotare visite guidate e didattiche, tutte le informazioni su www.coronini.it, da mercoledì alla domenica. Durante l’estate il parco ospita incontri culturali concerti e aperitivi a tema. Mentre nelle scuderie del complesso vengono allestite mostre.
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