Barche e pedali tra Adige e Po
Paesaggi unici nei percorsi dei borghi fluviali. Bici e barca per vivere un’autentica esperienza ambientale. E’ un invito a un viaggio lento tra orizzonti e identità locali.
Si può iniziare dalla Ciclovia della Sinistra Po


Terra e acqua si rincorrono tra tracciati di bonifica e pieghe naturali, componendo una geografia che svela l’equilibrio tra uomo e natura, nella Mesopotamia d’Italia, come qualcuno ha definito il Polesine.
Un paesaggio unico da scoprire anche attraverso i nuovi percorsi “Borghi Fluviali tra Adige e Po”, progetto sostenuto dal Ministero del Turismo e cofinanziato da diciotto Comuni del rodigino. Un reticolo di itinerari slow per valorizzare lo spettacolare territorio attraverso ciclovie, vie d’acqua, cultura diffusa e ospitalità discreta, e offrire anche numerosi percorsi in versione ibrida bike & boat, per alternare tratti in sella e brevi navigazioni.
Da dove partire
È un invito a un viaggio lento tra orizzonti e identità locali che può iniziare dalla Ciclovia della Sinistra Po, tra Melara e Occhiobello, lungo l’argine maestro: un tracciato pianeggiante tra paesaggi agrari e piccoli centri, come Bergantino, dove il Museo della Giostra racconta la storia dello spettacolo popolare e dell’artigianato meccanico, ancor oggi motore dell’economia locale; oppure Canaro e Papozze, dove si avverte ancora l’impronta della civiltà fluviale.
È un asse ciclabile che si collega naturalmente all’elegante centro storico di Adria, con i suoi vicoli silenziosi e il Museo Archeologico Nazionale, ricco di reperti greci, etruschi e romani.
E poi la via dell’ambra
Da qui si può imboccare “La via dell’archeologia e dell’ambra”, che collega idealmente Adria a Rovigo attraverso un tracciato breve ma significativo: unisce il Museo dei Grandi Fiumi, dedicato alle origini paleovenete del territorio, al museo archeologico adriese, in un dialogo tra epoche e rotte fluviali.
Più a sud, “Le terre dell’antico: Dogado di Loreo” disegna un anello attraverso le campagne del basso Polesine, tra Adige e Po di Levante, in cui i paesaggi raccontano la presenza della Serenissima tra griglie agrarie, canali e borghi silenziosi.
Risalendo verso nord, la “Strada dei musei sull’antico confine”, nei pressi di San Basilio di Ariano nel Polesine, custodisce tracce dell’Alto Medioevo e della cristianità primitiva tra percorsi naturalistici e una chiesa romanica immersa nel verde, mentre il percorso tra “I paesaggi del Delta” coincide con l’anello dell’Isola di Ariano, tra il Po di Goro e il Po di Venezia, dove il confine tra acqua e terra è sottile, mutevole: aironi, riflessi, canneti e cieli aperti accompagnano chi pedala, e la variante tra “Le nuove terre” amplia il tragitto verso sud, lungo argini più selvaggi e poco battuti.
Tra argini e mestieri
Spostandosi verso il centro del territorio, il percorso “Tra argini e antichi mestieri” collega Canda a San Bellino in un itinerario che racconta geometrie della bonifica, il lavoro artigiano e la vita rurale: si pedala accanto a corsi d’acqua regolari, tra campi ordinati, mulini e insediamenti operosi.
E poi “La via delle acque e del vetro” conduce da Canda a Fratta Polesine, attraversando paesaggi segnati da vetrerie dismesse, memorie dell’industria artigiana che un tempo animava il territorio, come l’ottocentesco Mulino Pizzon, ancora funzionante, con il suo ecomuseo e l’approdo per navigare lungo il Canalbianco; sempre da Fratta, dove visitare anche la palladiana Villa Badoer, il Museo Archeologico Nazionale e la Casa Museo Giacomo Matteotti, parte anche “Tra ville e castelli”, itinerario tra bici e barca che arriva a Bosaro tra Ville Venete, parchi all’inglese e giardini formali.
E per chiudere
Infine, il percorso “L’Adigetto rurale” – tra Lendinara, Lusia e Villanova del Ghebbo – propone un’esperienza più intima tra orti, serre e corti rurali, nella dimensione del quotidiano, a contatto diretto con la vita dei borghi. Insomma: percorsi che si intrecciano, si completano e si rincorrono, suggerendo deviazioni, soste e ritorni tra storia, terra e acqua; tra le antiche rotte del lavoro e i nuovi orizzonti del turismo sostenibile.
San Basilio, in memoria di una quercia
La Rovra di San Basilio era una grande quercia di almeno 500 anni che svettava accanto al centro culturale di San Basilio, ad Ariano nel Polesine. Era da secoli un punto di riferimento per il paesaggio e per chi lo vive, tanto che si narra che Dante, tornando da Venezia, vi salì per ritrovare la strada per verso Ravenna.
Caduta nel 2013, viene ricordata proprio dove sorgeva con un weekend di spettacoli, musica e arte contemporanea. Info: 335 6881664.
Palchi sull’acqua: musica e stelle
Per festeggiare i nuovi percorsi tra i Borghi Fluviali, l’estate del polesine si arricchisce della rassegna itinerante “Palchi sull’Acqua”: nella sera di venerdì 4 luglio nel Parco Ca’Bernarda di Pincara si guardano le stelle con il Gruppo Astrofili Polesani, accompagnati dalla musica dei giovani del Conservatorio di Rovigo. Tutte le iniziative e gli itinerari sono dettagliatamente esposti nel nuovo sito: borghifluvialitraadigepo.com.
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