Miramare, il sogno dell’imperatore
La storia e la posizione romantica e dominante del castello di Trieste. Drammi, bellezza: un tripudio ottocentesco di arte e simboli

“O Miramare, a le tue bianche torri / attediate per lo ciel piovorno / fosche con volo di sinistri augelli / vengon le nubi”.
Inizia così la poesia di Giosuè Carducci composta a seguito della sua visita alla città di Trieste nell’estate del 1878. Il poeta rende in versi, pubblicati nel Libro I delle Odi Barbare, la bellezza delle bianche torri stancamente protese nel cielo piovoso dove le nuvole oscure avanzano con il volo di uccelli sinistri. Lo stesso meravigliato stupore appartiene alle centinaia di migliaia di turisti che ogni anno scelgono di visitare la dimora affacciata sulla baia di Grignano.
L’origine del nome
Il nome Miramare deriva dallo spagnolo "mirar el mar", da ogni finestra infatti si ammira sulla propaggine più a nord dell’Adriatico. Fu costruito fra il 1856 e il 1860 da Massimiliano d'Asburgo-Lorena, arciduca d'Austria, quale dimora di famiglia dopo il matrimonio con Carlotta del Belgio. Rocca d’Absburgo, la definizione del Carducci dove giunsero nel 1859 stabilendosi inizialmente nel Castelletto all’interno del parco.
Nella magione di pietra d’Istria soggiornarono anche il fratello, l'imperatore Francesco Giuseppe e la moglie Elisabetta di Baviera, ricordata con il nomignolo di Sissi. Gli sposi vi abitarono fino al trasferimento in Messico nel 1864 dove Massimiliano assunse la corona di imperatore. Lo scoppio della rivoluzione gli fu fatale, morì fucilato dai repubblicani nel 1867.
Al rientro Carlotta manifestò quei segni di follia che, dopo un periodo di solitario soggiorno nel Castelletto, la obbligarono a ritornare in Belgio. Tra il 1930 e il 1937 fu residenza del duca Amedeo di Savoia-Aosta, già a capo del 23º Reggimento Artiglieria e poi comandante della III Brigata aerea di stanza all’aeroporto di Gorizia.
Lo stile
Queste stanze interpretano lo stile razionalista e art déco del Novecento. Arredi, quadri e oggetti raccontano la vita pubblica e privata dei duchi. All’interno dominano le sfumature cromatiche di azzurro e carta da zucchero, con ripristino delle pareti ad encausto color bigio, particolarità riemerse nell’ultimo restauro. L’affaccio dalle grandi finestre poi è un continuum di bellezza e colori luminosi fra cielo e mare.
Dopo il 1945 nel complesso si installarono prima i vertici nazisti, poi gli Alleati, dalla metà degli anni ’50 è museo. Ciò nonostante il castello conserva l’originaria e monumentale bellezza in un tripudio di arredi ottocenteschi, oggetti e decori in stile neogotico, neomedievale e fiamminghi.

La visita
La visita è un tuffo nella ricercata sontuosità che rimanda alla personalità originale e variegata negli interessi di Massimiliano, colto e amante del bello, innamorato del mare e appassionato di botanica.
Un visionario capace di immaginare di poter creare su uno sperone di roccia un giardino e un parco sontuosi, ricchi di essenze e fiori provenienti da diverse parti del mondo.
L’indole artistica, la passione per la pittura e la musica di Carlotta permea il salottino dove amava trascorrere le sue giornate. Due ritratti, bambina e donna, la fanno vivere in un eterno presente. Il percorso di visita si snoda dal pianoterra, destinato agli appartamenti privati di Massimiliano e Carlotta, arredati con mobilio Ottocentesco più intimi e familiari, al primo piano, con sontuose sale di rappresentanza, in un trionfo di oro e rossi, fra decori istoriati di stemmi, tappezzerie in seta con i simboli imperiali.
Mozzafiato la camera da letto, lo studio di Massimiliano che ricorda l’interno di una nave e il salone del trono. Il tempo è scandito da una collezione di orologi, fra preziose ceramiche e legni pregiati. Ogni oggetto dal piccolo al più imponente, è originale così come i quadri e gli arredi.
Un racconto a parte merita il parco di oltre 22 ettari, ma questa è un’altra storia.

Come arrivare (in navetta dalla stazione)
Dalla stazione ferroviaria di Trieste vari bus portano a Miramare percorrendo il lungomare di Barcola.
L’ingresso al parco è libero, orari dalle 9 alle 19, informazioni e acquisto biglietti per il Castello in sede e on line.
Ulteriori dettagli sul sito www.miramare.cultura.gov.it, telefono 040 9892028, mail miramare@coopculture.it; e sul sito www.turismofvg.it, tel. cellulare 333 6121377, mail info.miramare@promoturismo.fvg.it.
L’importanza dell’ananas
Il frutto dell’ananas è ampiamente raffigurato nel castello di Miramare in diverse sale, come elemento decorativo su tappezzerie, oggetti e suppellettili. Fu scelto da Massimiliano d’Asburgo quale simbolo di ricchezza e abbondanza, ma anche del suo amore per i viaggi, i libri e tutto quanto esotico. Un simbolo che rimanda anche al Messico ma universalmente riconosciuto di prosperità. Unito all’ancora e alla corona è un motivo che accompagna la visita.
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