La laguna di Grado, altro che Maldive
Un paesagg
io unico e incontaminato, 16 mila ettari compresi fra le foci di Isonzo e Tagliamento in provincia di Gorizia . Le terre emerse sono giardini botanici dove crescono la salicornia anche detta asparago di mare, il finocchio, il limonio e il santonego

“Cason de cane seche in mezzo ai tapi,/ covusso griso de ordole in tel fen” (Capanna di canne secche in mezzo agli isolotti/ piccolo nido grigio di allodole nel fieno).
La dolce parlata gradese del poeta Biagio Marin (1891-1985) nella raccolta poetica “Fiuri de tapo” è forse l’approdo più vicino all’essenza né terra né acqua della laguna di Grado (Go).
Un paesaggio unico, incontaminato di oltre 16.000 ettari per 32 chilometri compresi fra le foci dell’Isonzo e del Tagliamento, attraversato dalla idrovia Litoranea Veneta. A ovest collega, già dall’epoca romana, Venezia ad Aquileia, proseguendo a est fino a Trieste.
Il respiro delle maree
Sono le maree che danno respiro garantendo il costante ricambio della laguna, mescolando l’acqua salsa dell’Adriatico con quella dolce dei fiumi Stella, Aussa e Natissa che qui si gettano creando così le zone umide così ricche di flora e fauna.
L’alternarsi delle maree fanno apparire e scomparire porzioni di terra, i canali delimitati dalle briccole si svuotano e la navigazione richiede ai “comandanti” di barche, meglio se batele a fondo piatto, prudenza e conoscenza dei fondali.
Sono un centinaio le isole, mote in gradese, sulle quali dalla notte dei tempi sono stati costruiti i casoni, abitati fino a metà ‘900 dai pescatori: oggi sono sia di proprietà privata sia affidati ad associazioni per scopi di turismo e svago.
Vi si sbarca entrano dalla cavana, etimo che deriva da cava, fossa, e indica il porto d’accesso. Sono sempre rivolti a ovest come le finestre per esser riparati dalla bora che soffia da est. Sulle più grandi sono state realizzate le valli da pesca per l’allevamento del pesce. Su alcune esistono dei pozzi di acqua dolce, profondi anche 180 metri.
Le terre non abitate
Le barene sono anche terre emerse ma non abitate, coperte da un radente manto vegetale, percorse da canaletti, i ghebbi. Le velme invece sono fondali normalmente sommersi che emergono in particolari condizioni di bassa marea, abitate da molluschi e crostacei.
Muoversi in laguna è entrare in un mondo di colori, profumi, richiami di uccelli che la popolano, non solo gabbiani, spesso appollaiati sulle briccole, ma anche cormorani, aironi, beccacce di mare, ibis, allodole e ancora oche e cigni e altri migratori e stanziali.

Le terre emerse sono giardini botanici dove crescono la salicornia anche detta asparago di mare, il finocchio, il limonio o fiuri de tapo che fiorisce da giugno a settembre, e il santonego o assenzio marino che cresce solo in laguna dal quale si ricava l’omonima grappa, un must di fine pasto sull’Isola del sole.
La strada litoranea e i fondali
La strada litoranea costruita durante il fascismo nel 1936 divide la laguna e collega l’isola di Grado alla terraferma. I fondali sono un museo subacqueo che attende di essere adeguatamente valorizzato e visitato.
Il fatto che durante il periodo romano questo fosse il porto di accesso ad Aquileia spiega la presenza di relitti di navi spesso inabissatesi con il carico. Ma anche la presenza di manufatti, strade e costruzioni che nel corso dei secoli sono stati sommersi. In condizioni di acqua limpida si possono intravedere a circa 4 metri le pietre di strutture romane e a circa 600 metri dalla diga si trovano i resti di San Gottardo e più a ponente di Sant’Agata.
Da qui provengono le tre are funerarie recuperate nel 1933 e collocate nel giardino del battistero a fianco della Basilica di Sant’Eufemia. Pier Paolo Pasolini amava la laguna e soggiornò nel casone di Mota Safon durante le riprese di Medea con protagonista Maria Callas nel 1969. Emozione di alto livello il bagno a mezzanotte al Banco d’Orio, lingua di sabbia dorata lunga vari chilometri raggiungibile solo in barca. Altro che Maldive!
A luglio c’è “la barca delle storie”
Rappresentazioni sceniche, storie, laboratori e merenda: si intitola “La barca delle storie” e si svolge il 2 e il 16 luglio la crociera per piccoli e grandi organizzata dalla Biblioteca civica “Falco Marin” (prenotazione obbligatoria al numero 0431.8260, costo 11 euro a persona) in collaborazione con Damatrà onlus.
Si salpa dalla Riva Zaccaria di Grado verso le 17.30 e si naviga fino all’Isola di Barbana. Fascinose narrazioni antiche e e contemporanee in laguna, rientro al tramonto.
Libri e poesie: un viaggio anche letterario
Per documentarsi: “I casoni di Grado” L. Marchesan (Nuove edizioni della Laguna), “Laguna. La terra liquida” di U. Sarcinelli e S. Stafuzza (Tiglio Edizioni).
Il poeta gradese Biagio Marin è stato il cantore della laguna in particolare nella raccolta “Fiuri de tapo”.
Per prenotare escursioni e party privati in barca a mezzanotte o all’alba: https://grado.it/it/eventi/escursioni-in-laguna/, altri eventi anche in https://www.turismofvg.it/it/mare/eventi.
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