Il Faro della Vittoria simbolo di Trieste
Fu aperto nel 1927. Al Molo Fratelli Bandiera svetta invece la Lanterna progettata da Pertsch ed entrata in attività nell’anno 1833


La parola “faro” deriva dal greco pháros, nome dell’isolotto nei pressi di Alessandria d’Egitto, sul quale fu costruito il primo manufatto di tal sorta nella seconda metà del XIII secolo.
In tedesco Leuchtturm – torre della luce, mentre in inglese è lighthouse – casa della luce, svetilnik in sloveno e in croato svjetionik, con il significato di dare luce. Illuminare. Molti sono splendide opere architettoniche e testimonianze ieratiche di cultura e storia.
Il Faro della Vittoria di Trieste è uno di questi.
Fu inaugurato nel 1927, e da 98 anni domina e illumina dal Poggio di Gretta parte del complesso del Forte Kressich, postazione dell’Impero austroungarico a difesa della spiaggia di Barcola. Fu progettato da Arduino Berlam (1880-1946), architetto figlio d’arte. Con il padre Ruggero realizzò importanti edifici in città, come la Sinagoga e il Palazzo della Ras e la Banca d‘Italia.
Il monumento, realizzato in pietra di Aurisina nella parte inferiore e in pietra bianca d’Orsera in quella superiore, fu la sua opera in autonomia la cui costruzione, durata 4 anni, celebrò la Vittoria della Grande Guerra e il passaggio della città al Regno d’Italia, e altresì il ricordo dei Caduti in mare, come riportato dall’iscrizione posta alla base che così recita: «Splendi e ricorda i cadvti svl mare (MCMXV – MCMXVIII)».

Alto 68 metri a 115 dal livello del mare è dotato di un’ottica rotante la cui luce è visibile fino a 20/22 miglia nautiche, oltre 40 chilometri.
La posizione elevata permette di illuminare il Golfo su cui si affacciano tre stati, fino alle coste slovene e croate.
Sul culmine svetta la statua della Vittoria Alata in rame mentre un’imponente scultura di oltre 8 metri rappresenta il Marinaio Ignoto. Al di sotto l’ancora del cacciatorpediniere Audace, la prima nave italiana ad entrare nel porto di Trieste il 3 novembre 1918.
La catena che cinge l’aiuola alla base e i due proiettili all’entrata appartenevano alla corazzata austroungarica Viribus Unitis affondata a Pola nel 1918 da incursori della Marina Italiana.
Il Faro della Vittoria è aperto al pubblico grazie a una convenzione tra la Marina Militare e l’Ente regionale per il patrimonio culturale – Erpac della Regione Friuli Venezia Giulia che lo gestisce.

Vi è anche un secondo faro in città, la Lanterna al Molo Fratelli Bandiera, oggi sede della Lega Navale Italiana. Il gruppo ottico è sorretto da una colonna in pietra a base cilindrica che si erge da una Torre Massimiliana merlata nata con funzione di difesa del porto vecchio. Alta quasi 35 metri, con una portata di circa 15 di miglia marine, fu progettata da Matteo Pertsch (1769-1834), entrò in funzione nel 1833 grazie all’utilizzo dell’olio combustibile, sostituito con il petrolio e successivamente con l’elettricità. La sua rilevanza diminuì con l’entrata in funzione del Faro della Vittoria e terminò nel 1969.
Così Paolo Rumiz, giornalista e scrittore triestino, affresca lo sguardo verso il mare in “Il ciclope”: “Nell’isola del faro si impara a decrittare l’arrivo di una tempesta, ad ascoltare il vento, a convivere con gli uccelli, a discorrere di abissi, a riconoscere le mappe smemoranti del nuovo turismo da crociera e i segni che allarmano dei nuovi migranti, a trovare la fraternità silenziosa di un pasto frugale”.
Per vari secoli queste costruzioni fascinose, imponenti, archetipo di solitudine e sicurezza, sono state il segnale per i naviganti del perimetro della terra, un riferimento certo nelle tempese. Oggi la tecnologia li ha automatizzati e sostituiti con i sistemi radar e navigazione satellitare, più precisi e meno ingombranti, ma restano una testimonianza dell’umano che accoglie, guida, salva e veglia sul mare.
Consigli di itinerario: come arrivare
Come arrivare: strada del Friuli 141, da piazza Oberdan bus n. 42 e 44. Ingresso gratuito a gruppi di circa 10 persone a intervalli di 30 minuti.
Orari: giugno e settembre il venerdì 15/ 19, sabato e domenica 10/ 13 e 15/19. Calendario completo su www.farodellavittoria.it.
Sono 250 scalini o ascensore, la fatica è ricambiata dal meraviglioso panorama. Informazioni su www.turismofvg.it/faro-della-vittoria-di-trieste, www.discover-trieste.it.
Consigli di lettura: Virginia Woolf
“Gita al faro” è il romanzo dell’ inglese Virginia Woolf pubblicato nel 1927. Protagonista di trama secondaria la famiglia Ramsay in visita all'isola di Skye in Scozia tra il 1910 e il 1920.
Ma è l’introspezione psicologica dei personaggi, con pochi dialoghi e azioni e tanti pensieri e osservazioni, il cuore del romanzo. Il faro è dunque il luogo d’elezione dove il simbolismo dello sguardo vola verso l’infinito e l’interiorità umana.
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