Il profumo di Cherso: isola di pietra, verde e antiche tradizioni
Viaggio in una delle isole più belle dell'arcipelago del Quarnero, in Croazia. Una terra aspra eppure fertile, costellata da borghi, chiese, ulivi e spiagge da sogno. Dall’alto i grifoni la osservano con il loro volo maestoso

Cherso/Cres esercita la malia dell’olfatto poi della vista. È il profumo di liquirizia delle erbe selvatiche e dei fiori che nascono fra le rocce, mescolato al salso e al vento. Terra aspra che nutre 1.400 specie vegetali come elicriso, euforbia e tarassaco: nascono in anfratti a precipizio sul mare blu profondo, o bucano il ciottolame che scrocchia sotto i piedi. Terra di ulivi, resa fertile dall’acqua dolce del lago criptocarsico di Vrana.
Come arrivare all’isola
Vari sono i percorsi per arrivare all’isola, abbraccio di fatica contadina e orgoglio di pescatori e commodori. Seguendo la bellezza della costa da Abbazia o inerpicandosi attraverso l’interno, passando il borgo medievale di Montona/Motovun (regina del tartufo), il borgo-castello di Pinguente/Buzet e il capoluogo della contea istriana Pisino/Pazin.
Percorsa la serpentina a picco sul mare verso l’imbarco di Brestova, ecco lo stretto braccio di Adriatico che divide dall’approdo isolano di Faresina-Porozina verso Cherso e la sorella Lussino, un tempo separate e oggi unite dal ponte di Ossero. Già in traghetto è nell’aria il salso dall’intensità diversa, indefinibile, attraente, profondo.

La strada, unica, corre in cresta, a destra e a sinistra il mare. Nel cielo osano i grifoni, maestosi rapaci simili agli avvoltoi, dai 3 metri di apertura alare. Hanno rischiato l’estinzione questi signori dei cieli, oggi protetti. Dal mare si possono vedere i nidi abbarbicati alle rocce dove la coppia fedele cova in alternanza.
Piccoli borghi
Sulla via per Cherso, nel medio della regione chiamata Tramontana/Tramuntana, si incontrano piccoli borghi, le deviazioni sono fonte di sorprese. A settentrione è ricoperta da vegetazione aspra, campi delimitati da muretti a secco, masiere, patrimonio immateriali Unesco. Vi pascolano pecore e capre (le prime simbolo dell’isola, le seconde dell’Istria). La bora sferza e lucida i colori e gli animi. Le antiche origini dell’isola, un tempo tappa sulla via dell’ambra, sono attestate dai castellieri preistorici mentre la città presenta architetture veneto-rinascimentali. Vale la visita al Museo di Palazzo Arsan accolti nell’ampia piazza dalla statua di Frane Petric, filosofo ed erudito chersino.
La città
La città è diadema al porto riflesso dalla piazza liquida, dove beccheggiano barche in legno, più in là le marine turistiche, rifugi sicuri. L’atmosfera è rilassata sulla “palada” e sul “mandracchio” ricchi di locali. Le case dai colori pastello si appoggiano l’una all’altra, hanno porte e finestre piccole per resistere alla bora, presentano simboli delle attività un tempo esercitate al piano terra, stemmi e decori lapidei, emblemi di ruolo e potere. L’interno è un dedalo di vicoli e piccoli cortili vivaci di umana quotidianità.
Rampicanti scalano le terrazze, davanti agli ingressi giardini variopinti. Altissimi “ponti residenziali” in legno, mattoni e pietra uniscono edifici della stessa proprietà; un modo per collegarli, recuperare spazio e non interferire con la viabilità minuta. Riva Pekarna: la toponomastica ricorda anche l’uso e l’arte, vivi fino agli anni ’50, della cottura del pane in forni comuni dopo l’impasto casalingo di pagnotte grandi e decorate, destinate a bastare per una settimana. Oggi il profumo del pane resiste, seppur raro.
Cherso città devota e ricca di chiese e cappelle: in centro la parrocchiale gotica di Santa Maria della Neve, la chiesa di San Francesco dai capitelli delle bifore raffiguranti volti allegri nella facciata a nord-est e tristi a sud-ovest. Cherso città forzatamente abbandonata durante l’esodo con un’anima italiana; una lapide bilingue sulla facciata del Comune ricorda i partigiani caduti. Cherso veneziana depauperata del Leone che un tempo dominava la porta della città, affiancata dalla loggia veneta. Un ritorno al quale la comunità degli italiani non ha rinunciato.
Una passeggiata nel passato
Dal centro di Cherso si raggiunge la Palada del porto che prosegue in una lunga ed agevole passeggiata, costellata di piccole spiagge di sassolini rosati, lambite da acqua cristallina. Qui si trovano i centri immersioni e snorkeling e le barche per escursioni al borgo di mare di Valun e alla perla di Lubenizze, cittadella fondata 4mila anni fa su uno sperone di roccia a 378 metri sul mare. Un intreccio di viottoli che danno la sensazione di camminare nel passato.
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