Passo dopo passo sul Cammino delle Dolomiti
Cinquecento km ad anello, tra borghi e vallate dolomitiche. Trenta tappe, partenza e arrivo al santuario di Anzù di Feltre. Non è pensato come prova sportiva ma come esperienza alla portata di tutti: un invito a camminare più che a conquistare


Mettersi in cammino per riempirsi gli occhi di bellezza, il cuore di leggerezza, le gambe di fatica. Per sperimentare l’incontro e la condivisione, mettere in relazione storia, paesaggio, arte e spiritualità e ritrovare se stessi dentro tutto questo.
È lo spirito che, nel 2007, ha portato la diocesi di Belluno-Feltre a tracciare il Cammino delle Dolomiti, un percorso ad anello di circa 500 km che unisce borghi e vallate con le montagne patrimonio Unesco come orizzonte.
Le credenziali
Si può percorrere in un mese, una tappa al giorno, o esplorarne un tratto di tanto in tanto: i percorsi già effettuati sono ricordati dai timbri che si collezionano nella credenziale del pellegrino, proprio come nel Cammino di Santiago di Compostela, cui il Cammino delle Dolomiti si ispira. Perché, proprio come il più celebre percorso franco-spagnolo, non è pensato come prova sportiva ma come esperienza alla portata di tutti: un invito a camminare più che a conquistare, che la Regione Veneto ha inserito nel febbraio scorso nella rete dei cammini regionali a riconoscimento del suo valore come itinerario di scoperta naturalistica, storica e spirituale.
Si parte da Anzù
Il punto di partenza e di arrivo del grande anello è il santuario dei santi Vittore e Corona ad Anzù di Feltre, da dove il percorso si apre in 30 tappe, alcune lunghe e impegnative, altre brevi e accessibili anche a passeggini o carrozzine.
Nel Feltrino e nella Valbelluna si snoda tra testimonianze romane, ville venete e memorie della Grande Guerra; nell’Agordino conduce fino a Valle Imperina, con le sue antiche miniere immerse nel paesaggio.
Dal lago di Alleghe risale verso Livinallongo e Cortina, con tratti più difficili che portano al Falzarego, alle Tofane, al Cristallo e alle Tre Cime di Lavaredo: passaggi che richiedono preparazione, ma che regalano scorci insoliti sulle Dolomiti.
Più agevoli, invece, le tappe che da Auronzo portano a Padola e alla Valle di Visdende, fino alla sorgente del Piave e a Sappada, tra prati, tabià e chiesette di legno.

In Cadore
Il Cadore accoglie con percorsi adatti anche a famiglie e camminatori poco allenati: tra Vigo, Domegge e Pieve di Cadore si attraversano borghi, chiese affrescate e musei che raccontano un territorio ricchissimo di storia e arte.
Da Longarone il cammino entra in Alpago, dove si può scegliere tra la salita più dura al Nevegal e la più agevole discesa verso il lago di Santa Croce.
Più dolce è anche l’ultima parte che porta a Belluno e alla Valbelluna, attraversando boschi, rogge e centri storici fino a ritornare al santuario di partenza.
Le tappe più facili
Tra le tappe più accessibili ci sono alcuni brevi tratti, come quello da Feltre a Villabruna (6 km con dislivello minimo) tra capitelli, campi coltivati e scorci sulla città murata; oppure il percorso circolare attorno a Santa Giustina, che in 7 km accompagna al lago del Mis e ai paesaggi del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Facile anche il tratto da Cesio Maggiore a Fianema (8 km, con dislivello modesto), che unisce scorci rurali e la possibilità di sostare al Museo Etnografico di Serravella.
La mappa e il sito
Un sito internet dettagliato, dal quale scaricare anche la mappa GPS, la carta Tabacco dedicata al Cammino e la guida ufficiale pubblicata dalla Provincia di Belluno forniscono tutte le indicazioni necessarie.
Informazioni e materiali si trovano anche negli uffici turistici IAT e nelle strutture convenzionate lungo il percorso, che distribuiscono e vidimano la credenziale. Un documento gratuito, che non dà diritto ad alcun premio ma custodisce la memoria di fatiche ed emozioni. Perché, lungo il Cammino delle Dolomiti, il vero riconoscimento resta quello di ritrovarsi, passo dopo passo.
Tappe da programmare con cura
La segnaletica del Cammino delle Dolomiti è duplice: placche metalliche bianche con il logo lungo l’intero anello e, in Valbelluna, Feltrino, Longaronese e basso Alpago, tracciature a vernice con bande gialla e rossa. I segni non sono ovunque: il percorso è volutamente sobrio per non appesantire i paesaggi. Le tappe vanno quindi programmate con cura, usando mappe Tabacco o tracciati online (info su camminodelledolomiti.it).
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