Arquà Petrarca: a casa del poeta, appollaiati sui Colli Euganei

Un itinerario in provincia di Padova, una gemma incastonata nel Parco Letterario: 57 targhe riportano altrettante riflessioni di scrittori, poeti e intellettuali: seguirle può portare mnolto lontano

Arquà Petrarca (PD), 16 luglio 2024. Vedute di Arquà Petrarca sulle tracce del poeta Francesco Petrarca. Nella Foto: alcuni turisti all'interno della casa del Petrarca
Arquà Petrarca (PD), 16 luglio 2024. Vedute di Arquà Petrarca sulle tracce del poeta Francesco Petrarca. Nella Foto: alcuni turisti all'interno della casa del Petrarca

La letteratura come lente per leggere il paesaggio, ma anche le bellezze paesaggistiche come invito ad approfondire la cultura letteraria. E sono molte altre ancora le seduzioni che offre il Parco Letterario Francesco

Petrarca e dei Colli Euganei, che ha cuore e sede in quella Arquà che Petrarca scelse per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Ma i cui percorsi si dipanano tra i morbidi panorami euganei lungo una “via poetica” punteggiata da ben 57 targhe che riportano altrettante affermazioni o riflessioni di scrittori, poeti e intellettuali richiamati sui Colli Euganei proprio dalla figura di Petrarca. E che hanno scoperto così lo straordinario valore ambientale e culturale di quella che è recentemente divenuta la quarta Riserva della Biosfera in Veneto nell'ambito del programma MAB Unesco.

Petrarca, probabilmente, non fu il primo dei poeti ad amare i Colli già importanti nell’età del bronzo e già popolari in epoca romana per le loro terme - ma fu sicuramente il più celebre. Forse conobbe Arquà nel 1364, sottoponendosi a cure termali ad Abano, per poi stabilirvisi, anche se non continuativamente, dal 1370, grazie alla casa donatogli dall’allora Signore di Padova, Francesco I da Carrara.

Dimora piccola decorosa e nobile

Una dimora “piccola, decorosa e nobile”, dove “trascorro i giorni pienamente tranquillo, lontano dai tumulti, dai rumori, dalle faccende, leggendo continuamente e scrivendo", come scrisse nelle sue lettere. Giorni che furono brevi, poiché morì nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374, ma sufficienti a trasformare poco dopo quella casa (da metà Ottocento di proprietà del Comune di Padova) in meta di un autentico pellegrinaggio di ammiratori che continua fino ad oggi.

Una casa che è molto diversa da quella che abitò il poeta, cui nel Cinquecento fu aggiunta la loggetta rinascimentale e la scala esterna, nonché gli affreschi ispirati al Canzoniere sull’onda di un’ammirazione che rasenta il fanatismo. La stessa che racconta anche la tomba del “Peregrinus ubique”, come Petrarca si definì nelle Epistole, che nel suo testamento scelse per il suo riposo eterno proprio Arquà. Le sue spoglie, per cui fu costruita l'arca marmorea sul sagrato dell'antica parrocchiale del paese, furono più volte alterate nei secoli, con aperture lecite o meno e veri e proprio saccheggiamenti.

Il giallo su un cranio misterioso

Arquà Petrarca (PD), 16 luglio 2024. Vedute di Arquà Petrarca sulle tracce del poeta Francesco Petrarca. Nella Foto: vedute esterne della casa del Petrarca
Arquà Petrarca (PD), 16 luglio 2024. Vedute di Arquà Petrarca sulle tracce del poeta Francesco Petrarca. Nella Foto: vedute esterne della casa del Petrarca

Tanto che un esame del Dna del 2003 rilevò che se le ossa rimaste sono sicuramente del poeta, il cranio potrebbe invece essere quello di una donna morta un secolo prima. Dettaglio forse un po’ macabro che racconta, però, che cosa ha significato un ospite di così grande fama nel piccolo borgo sui Colli divenuta capitale di un turismo letterario ante litteram: vocazione di cui il Parco Letterario Francesco Petrarca riannoda le tracce attraverso le targhe letterarie.

Una di queste, nel centro di Arquà, ricorda come lo Jacopo Ortis di Ugo Foscolo visitò la “casetta che un tempo accoglieva Quel grande alla cui fama è angusto il mondo (…) Io mi vi sono appressato come se andassi a prostrarmi su le sepolture de’ miei padri”. E presso la sua tomba i versi di Lord Byron (del 1818) descrivono la casa e il sepolcro “entrambi umili / ma venerabilmente semplici, tali da suscitare / un sentimento più conforme al suo canto / che se una piramide costituisse il suo monumentale santuario”.

La ricerca di targhe, in tutto l’ampio perimetro del parco, può portare davvero lontano. Proprio come invita a fare Andrea Zanzotto in un suo passo del 1997 (riportato in una targa a Cinto Euganeo): “Muoversi, formicolare, stare negli Euganei e glissare di là in tutte le direzioni del cosmo, cogliere i possibili della tortuosità di una o di dieci stradine su dieci diversi orizzonti e assaggiare la sana festosità e la pacatezza dei tanti olivi e dei tanti olii sufficienti ad alimentare per sempre lucerne interiori e fluidità di fantasie”. (www.parcopetrarca.com)

Tutto il mondo era ai piedi: la la visita alla casa museo

Una targa sull’antico arco d’ingresso al borgo di Arquà Petrarca riporta le ancora valide indicazioni del 1898 di Joseph V. Widmann per raggiungere e comprendere la casa del poeta. “(…) è situata sullo spartiacque della montagna e domina una splendida vista su tutto il territorio circostante, verso la pianura di Padova e Venezia come le alture del lontano Appennino e i vicini Colli Euganei. (…) Tutto il mondo era ai suoi piedi”. È aperta tutti i giorni tranne i lunedì (da marzo a ottobre ore 9-12.30 e 15-19, da novembre a febbraio ore 9-12.30 e 14.30-17.30). Biglietti: euro 6; ridotto euro 4. Info: 0429 718294

Una festa per le giuggiole

Lungo via Roma, la targa letteraria che riporta le parole del 1893 della scrittrice inglese Margaret Symonds che descrive il paesaggio ammirato durante la sua salita alla casa di Petrarca. E che evidenziano che già allora ad Arquà “(…) cresce rigoglioso l’albero delle giuggiole”. La giuggiola è ancor oggi il piccolo frutto tipico del borgo cui anche quest’anno, le due prime domeniche di ottobre sarà dedicata la “Festa delle Giuggiole”: due giornate dal sapore medievale con tamburini, sbandieratori, figuranti in costume e un pittoresco mercatino. Info: proloco@arquapetrarca.com.

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