Sting pronto a incantare Villa Manin: in scaletta anche i classici dei The Police

Il 9 luglio alle 21 unica data a Nord Est del tour mondiale. Le porte aprono alle 18. «Dal vivo ci avviciniamo al jazz, amiamo improvvisare».

Elisa Russo
Appuntamento con Sting il 9 luglio nel Parco di Villa Manin
Appuntamento con Sting il 9 luglio nel Parco di Villa Manin

Dopo l’annullamento della data di domenica a Bassano del Grappa a causa del meteo «sarebbe stato troppo pericoloso – ha precisato lo stesso Sting – l’incolumità del pubblico e di tutti noi viene prima del resto», quella di stasera, 9 luglio, a Villa Manin diventa l’unica data del Nord Est per la tournée mondiale “Sting 3.0”. Le porte aprono alle 18, mentre il live inizia alle 21, esauriti da tempo i biglietti per il concerto inserito nel cartellone “GO! 2025&Friends”, il programma di eventi della Capitale Europea della Cultura 2025 che coinvolge tutta la Regione, organizzato in collaborazione con FVG Music Live e VignaPR.

«Diecimila i biglietti venduti – dice Luigi Vignando –, capienza massima con questo setup che prevede platea a sedere, posti in piedi e due tribune rialzate». Il titolare di VignaPR fa anche sapere come la provenienza del pubblico veda un 9,4% dalla Slovenia, seguono Austria e Croazia. Arrivi anche da Svizzera, Romania, Germania, Francia, Spagna, Serbia, Bosnia, Slovacchia, Belgio, UK, Bulgaria, Grecia, e dal resto d’Italia in testa Veneto e Lombardia.

«Il nostro lavoro non è riprodurre dal vivo quanto registrato in studio – dichiara Sting – credo che ogni serata sia diversa dall’altra, la nostra sensibilità si avvicina al jazz dove c’è sempre una variabile di improvvisazione e io stesso cerco di scoprire qualcosa di nuovo nei brani che eseguo, ogni volta. Possono essere dettagli impercettibili per il pubblico, cambio un accordo, una parola del testo, è una cosa che serve a me, per mantenere viva la mia curiosità».

L’inglese Gordon Matthew Thomas Sumner in arte Sting, si è infatti sempre distinto per aver spinto costantemente i confini dell’innovazione musicale nel corso della sua carriera che conta 17 Grammy vinti e più di 100 milioni di album venduti in tutto il mondo. Compositore, cantautore, attore, autore e frontman/bassista dei Police, Sting ha ricevuto anche un Golden Globe, quattro nomination agli Oscar, una nomination ai Tony, il Century Award della rivista Billboard e il Kennedy Center Honors, oltre ad essersi guadagnato una stella sulla “Hollywood Walk of Fame” ed essere stato ammesso nella “Rock and Roll Hall of Fame”. Molto legato all’Italia, dal 1997 è proprietario di una tenuta in Toscana, Il Palagio.

Con Sting sul palco di Codroipo ci saranno il virtuoso chitarrista e collaboratore di lunga data Dominic Miller e il dinamico batterista Chris Maas (Mumford & Sons, Maggie Rogers) che, attraverso la lente di un affiatato combo di tre elementi, apre una nuova era con selezioni del suo vasto catalogo. Per festeggiare l’assetto del trio, a settembre Sting aveva pubblicato un nuovo singolo intitolato “I Wrote Your Name (Upon My Heart)”, a distanza di tre anni dall’ultimo album ufficiale “The Bridge”. Stando alla scaletta delle date precedenti del tour si può immaginare che anche il 9 luglio non mancheranno i grandi classici sia del periodo Police che della carriera solista: “Message in a Bottle” (che ha aperto il live lunedì a Roma), “Englishman in New York”, “Every Little Thing She Does is Magic”, “Can’t Stand Losing You”, “Every Breath You Take”, “Roxanne”, “If I Ever Lose My Faith in You”, fino all’ultimo “I Wrote Your Name (Upon My Heart)”.

Sting, che a ottobre compirà 74 anni, è noto anche per il suo attivismo, fondatore con la moglie Trudie Styler del Rainforest Fund, sostenitore di Amnesty International e Live Aid, ha ribadito la sua preoccupazione per l’ambiente: «Sono trent’anni che ripeto quanto sia dannoso continuare a radere al suolo le foreste dell’Amazzonia e oggi sappiamo come purtroppo ciò abbia influito sul cambiamento climatico. La gente povera è come sempre quella più penalizzata da tempeste e alluvioni. Ma nessuno è immune, neanche noi occidentali, neanche chi come me vive a New York. Dovremmo cominciare ad ascoltare gli scienziati, e non i politici che mentono». —

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