Premio Campiello 2025, trionfa Wanda Marasco con “Di spalle a questo mondo”

L’annuncio durante la cerimonia al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Il suo romanzo è un omaggio a Napoli e alla pietà. Secondo per pochi voti Bebelplatz di Fabio Stassi

Nicolò Menniti Ippolito
Wanda Marasco riceve il Premio Campiello 2025
Wanda Marasco riceve il Premio Campiello 2025

Al “Campiello” la sorpresa è di casa, è un dato strutturale. La giuria dei letterari tende a segnalare opere più innovative; la giuria dei trecento lettori comuni di solito riequilibra a favore della leggibilità. Così, quasi sempre, chi entra con più volti da parte dei letterati difficilmente ce la fa. Lo insegna Laura Pariani, vincitrice quest’anno del premio alla carriera, che per quattro volte è stata trionfalmente finalista senza mai vincere. Lo conferma il mancato premio a Daniele Del Giudice, anche lui finalista due volte.

Questa volta però le cose sono andate in modo diverso. A vincere è stato il libro più votato dalla giuria dei letterati, "Di spalle a questo mondo" (Neri Pozza) di Wanda Marasco. Con 86 voti, insomma, i lettori comuni scelti in tutta Italia e fra tutte le professioni hanno confermato per una volta la scelta degli specialisti, segno che la storia di follia e di amore della scrittrice napoletana ha convinto tutti. Come ha detto Wanda Marasco, in questo romanzo la "follia è una sorta di terzo occhio" che permette di vedere ciò che non si vede. In questo caso nella storia reale di Ferdinando Palasciano, medico ottocentesco napoletano che prima ancora della nascita della Croce rossa predica la necessità di curare chiunque, e di sua moglie Olga, che arriva dalla Russia, si legge la sofferenza della solitudine, dell'abbandono, l'arroganza del potere che stritola chi crede nei suoi ideali.

Secondo ad essere selezionato dalla giuria dei letterati, a ridosso di Wanda Marasco come voti, era stato Fabio Stassi con ""Bebelplatz" (Sellerio) ed anche in questo caso la giuria dei lettori ha confermato, regalandogli un secondo posto con soli tre voti in meno della vincitrice. Il confronto è stato quindi tra un romanzo dallo stile esuberante come "Di spalle a questo mondo" e un romanzo saggio come quello di Stassi che viaggia sulle tracce dei libri italiani ( a cominciare da quelli di Salgari) bruciati dai nazisti nei grandi roghi di Bebelplatz a Berlino. "Un rogo di libri che è anche il rogo della parola pace" ha ricordato Stassi, perché il potere sempre teme la libertà della scrittura ma anche della lettura ("una malattia di cui ho sofferto sin da bambino"- dice lo scrittore).

La sorpresa più grande è allora il bel terzo posto con 58 voti, con "Inverness" (Polidoro), di Monica Pareschi, notissima traduttrice, ma solo alla sua opera seconda, con un libro dei racconti che trasforma un luogo reale, la città scozzese di Inverness appunto, anche in una metafora ("una fortunata coincidenza a posteriori" - dice lei) di una "invernitudine" che avvolge i suoi protagonisti.

Gli ultimi due posti sono andati a Alberto Prunetti con "Troncamacchioni" (Feltrinelli), epopea popolare dai connotati politici anarchici e antifascisti e Marco Belpoliti con "Nord Nord" (Einaudi) racconto di un Nord relativo ma anche -come dice lo scrittore- di quelle piccole cose che sono in grado di dare il senso di quelle grandi Ma il Campiello è anche tante altri premi. Il premio opera prima è stato consegnato ad Antonio Galetta con “Pieta” (Einaudi), narrazione di un microcosmo di un paese del sud italiano che diventa “metafora della realtà dell’intero paese”.

Lauro Marchetti con “Memoria di Ninfa” (Allemandi) ha vinto il Campiello Natura raccontando un giardino straordinario come quello creato dai principi Caetani . Il Campiello junior, destinato ai libri per bambini, è stato consegnato a I Ilaria Mattioni e Chiara Carminati Giacomo Bonato il “Campiello giovani”, racconto storico della Venezia cinquecentesca, con attenzione non “ai vincitori che scrivono la storia”, ma chi la subisce e la vive. 

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