Tra bici, sole e pioggia, il concerto bike sold out di Jovanotti ai laghi di Fusine

Sold out in soli 34 minuti per il concerto di Lorenzo e lui, per il #Jovabikeparty al No Borders Music Festival, unico appuntamento live dell'estate per l'artista, non ha deluso il pubblico esibendosi in un mix travolgente di grandi classici e brani dal nuovo album

Viviana Zamarian

Un marinaio di terra ferma. Un navigante di strade – come lo è ogni ciclista – che ha fatto della destinazione del suo viaggio, i laghi di Fusine, il centro nevralgico del suo mondo. Facendolo diventare il mondo di tutti. Perchè Jovanotti è così.

«Unisce e trasmette amore». Ce lo dicono Gioele e Monia, due ragazzi di Feltre, 32 e 28 anni, che al Jova Beach Party a Lignano di tre fa si innamorarono sulla canzone I love you baby. «E da allora non ci siamo più lasciati».

E ce lo dicono anche Elisa e Gianluca, marito e moglie che arrivano da Roma e Lorenzo lo ascoltano da una vita. «Noi viaggiamo in bici e questo era il momento giusto di incontrarlo con altri ciclisti da qui partiamo e andiamo a Salisburgo».

Jovanotti a Fusine, il nostro viaggio in bici con i fan verso il concerto

Il viaggio che diventa incontro, pura energia, musica che racconta ed emoziona, là, tra le Alpi Giulie «scenario magico». È un inno alla vita, a quella vissuta qui e ora.

«È uno spettacolo qui ragazzi» dice Jove salendo sul palco con il suo caschetto da ciclista e presentando la squadra che l’ha accompagnato da Cortona a Tarvisio in bici. E in bici, qui, ci siamo arrivati tutti, in 5 mila. La pioggia del mattino fa desistere qualcuno. Arrivano le prime disdette da parte di chi aveva prenotato le e-bike.

E c’è chi, invece, la pioggia non la teme. Alle 8 si canta nel parcheggio vicino al Rent a Bike all’hotel Valle Verde dove noleggiamo la nostra bici. Nel parcheggio di fronte da un furgone partito da Pordenone sono scesi 7 amici . "Piove senti come piove" si sente intonare.

La pioggia non ferma il bike party di Jovanotti: i primi fan al nolo bici dalle 8 di mattina

E c'è chi balla sull'asfalto bagnato dalla pioggia che renderà sì il cielo grigio, ma non appanna l'energia. Qui la festa è già cominciata. Ecco Marco, Sonni, Letizia, Giorgia, Cristina, Riccardo e Martina. Le bici sono pronte. «Non elettriche però a noi piace la fatica» dicono sorridendo.

Poi si parte. Caschetto, kway e via. Imbocchiamo la ciclabile direzione laghi di Fusine. Là, immersi nel silenzio. Interrotto dal rumore di un ruscello e da qualche nota che riecheggia nell’aria e che anticipa il concerto del No Borders Festival. «È mozzafiato. Ci torneremo sicuramente qui» sent dire da un gruppo di ciclisti arrivati da Forlì. Che poi reincontriamo nel primo punto di ristoro.

Poi, la «festa sui prati» di Jova ha inizio. Senza scaletta, vibra lassà quella «sensazione oceanica», che non è altro «che una bella sensazione d’amore». Potente. Che arriva a ogni canzone. Ricordati di vivere, Viva la libertà, Occhi a cuore, l’Estate addosso. C’è chi è arrivato dalla Puglia, chi dalla provincia di Bologna come Elisabetta Vaccarini, 61 anni. «Non potrò mai dimenticare il mio concerto che vidi quando lui non aveva ancora 20 anni in un locale a Lugo di Romagna e da allora l’ho sempre seguito. E poi questa esperienza in bici è bellissima».

La tribù di Jova balla, eccome se balla. Questa è la mia casa, Oh, Vita!, Muoviti muoviti e poi l’Ombelico del mondo, l’Estate addosso, Penso positivo, Serenata Rap, Io ti cercherò, Ragazza magica, Il più grande spettacolo dopo il big bang. «Io sono solo per la pace e per la tregua» intona Mi fido di te.

E poi Fango e Un mondo a parte. Lui, ragazzo fortunato, ci saluta con A te. E poi ci saluta con un verso di Pierluigi Cappello: “Fra l’ultima parola detta e la prima parola da dire è lì che abitiamo». 

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