Sostanze psicotrope per i rituali in Egitto: la scoperta dell’Università di Trieste dentro l’antico vaso

Il chimico Enrico Greco ha analizzato un manufatto di epoca tolemaica trovando tracce di piante in grado di creare stati alterati di coscienza

Giulia Basso
Il vaso egiziano: il volto grottesco del dio bes decora il manufatto analizzato
Il vaso egiziano: il volto grottesco del dio bes decora il manufatto analizzato

Nei loro rituali di epoca tolemaica, gli antichi Egizi facevano uso di sostanze psicotrope. Per la prima volta se ne è trovata la prova diretta su un vaso rituale risalente a oltre 2000 anni fa: grazie a tecniche d’analisi avanzate, un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto tracce biomolecolari di sostanze psicoattive, probabilmente impiegate per il raggiungimento di stati alterati di coscienza in rituali simbolici e trasformativi legati alla fertilità femminile.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports e supportato dal Consorzio Ceric-Eric, è stato reso possibile dalla collaborazione tra Università di Trieste, Tampa Museum of Art, dove è attualmente esposto il vaso rituale oggetto della ricerca, University of South Florida, Università di Milano ed Elettra Sincrotrone Trieste.

A coordinarlo Enrico Greco, professore di Chimica dell’ambiente e dei beni culturali dell’ateneo giuliano, specializzato in analisi di residui organici di cibo e bevande alcoliche nelle ceramiche in ambito archeologico.

«Il lavoro – spiega Greco – nasce da una collaborazione ultradecennale con l’archeologo Davide Tanasi, con cui abbiamo già scoperto il vino e l’olio d’oliva più antichi al mondo mai analizzati. Il nostro approccio non è mirato, quindi non sappiamo cosa cerchiamo, ma ci facciamo guidare dai dati che troviamo: in questo caso abbiamo coinvolto altri specialisti, come il genetista Alberto Pallavicini e la ricercatrice Ceric-Eric Chiaramaria Stani, che ha effettuato le analisi sulla beamline Sissi di Elettra Sincrotrone. La ricerca ha sfruttato tecniche di proteomica, metabolomica, spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier accoppiata alla luce di sincrotrone e metabarcoding del Dna vegetale».

Che vaso avete analizzato?

«Un vaso decorato con la testa del dio egizio Bes, divinità minore, grottesca e benevola, protettrice della famiglia e della fertilità femminile: di vasi di questo tipo ne sono stati scoperti solo altri dodici al mondo. Visto il contenuto, abbiamo ipotizzato che venisse usato nelle “camere di Bes”, ambienti rituali dedicati a questa divinità siti all’interno di templi dedicati ad altri dei».

Cosa ci avete trovato?

«Abbiamo rilevato tracce di Peganum harmala, nota come ruta siriana, Nymphaea nouchali var. caerulea (ninfea azzurra) e una pianta del genere Cleome, tutte note per le proprietà psicotrope o medicinali, combinate con liquidi fermentati e ingredienti come miele, semi di sesamo, pinoli, liquirizia, uva, che potrebbero essere stati usati per aromatizzare la bevanda. L’analisi ha rivelato anche la presenza di una sostanza alcolica, che potrebbe essere stata impiegata come solvente, e di fluidi umani, come sangue e proteine delle mucose salivali e vaginali. La composizione della bevanda ci fa pensare che gli egizi conoscessero le proprietà psicotrope e farmacologiche delle sostanze».

Quali sono le proprietà?

«La Peganum harmala, pianta endemica dell’area mediterranea, possiede proprietà psicoattive e farmacologiche: può indurre il parto o causare un aborto. I suoi semi producono beta-carboline, sostanze con proprietà psicotrope che stanno alla base dell’ayahuasca, l’infuso psichedelico utilizzato nei riti sciamanici sudamericani. La ninfea azzurra invece contiene aporfina, alcaloide che ha proprietà euforiche e sedative: è tra le piante più rappresentate nell’iconografia egizia. Le piante del genere Cleome, infine, sono impiegate nell’etnofarmacologia dell’Africa centro-settentrionale».

I prossimi passi?

«Stiamo contattando alcuni musei in giro per il mondo: vorremmo poter analizzare altri vasi identici: se trovassimo le stesse tracce potremmo confermarne un uso sistematico per questo tipo di rituali». —

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