Scherbakova: «La pace a Kiev dipende dall’Europa»

l Premio Nobel per la pace 2022 per Memorial è la vincitrice del FriuliStoria. «La guerra finirà se la Ue darà serie garanzie di tipo militare e economico»

Fabiana Dallavalle

La cofondatrice dell’Associazione russa Memorial (Premio Nobel per la Pace nel 2022) Irina Scherbakova riceverà a Udine, sabato 25, (alle 17.30, Auditorium delle Grazie), il Premio Friuli Storia, per l’opera storica, politica e autobiografica: Le mani di mio padre. Una storia di famiglia russa (Mimesis), che ripercorre un intero secolo di storia russa, dalla rivoluzione dei bolscevichi di Lenin passando per le purghe di Stalin, fino alle guerre dell’era di Putin.

Il racconto ha il punto di vista degli Scherbakov, famiglia ebraica di origini ucraine che dal 1924 al 1945 visse in due stanze del celebre Hotel Lux, l’albergo del Comintern situato a due passi dal Cremlino.

La sua esperienza come storica e attivista di Memorial e la storia della sua famiglia come si intersecano nel suo libro?

«È stata in un certo senso proprio la storia della mia famiglia a portarmi al libro. Per me è sempre stato molto importante capire come la storia personale e anche la mia storia familiare si collegassero alla storia della Stato. Questa questione negli Stati totalitari e anche post totalitari è molto importante».

I media danno notizia di un “out-out” di Trump a Zelensky. Il presidente americano in una accesa discussione avrebbe detto al Presidente ucraino “Cedi il Donbass! ”. Da storica e da donna di pace che cosa ne pensa?

«Questo, secondo me, è l’ennesimo tentativo di Trump di risolvere la questione il più rapidamente possibile, come dice di aver risolto sette guerre. Ma questi problemi non si risolvono così velocemente. Trump non vuole fare pressioni su Putin e quindi cerca di fare pressioni su Zelensky. Trump ha promesso di dare i Tomahawk all’Ucraina e poi ha fatto un passo indietro e cercato di fare pressioni su Zelensky perché accettasse le condizioni di Putin. E Putin non vuole concludere questa guerra se non alle sue condizioni. Non accetterà nessun compromesso. Vediamo che cerca in continuazione o di ingannare Trump o di portarlo dalla sua parte con delle promesse che sono in realtà totalmente irrealistiche. Adesso abbiamo sentito che ha promesso a Trump di scavare insieme un tunnel attraverso lo stretto di Bering per collegare la Russia con l’Alaska: una proposta idiota e senza senso».

Secondo lei cosa è necessario per fare una pace giusta?

«Gli storici naturalmente pensano sempre al passato. Io devo riconoscere con rammarico che ci sono alcuni elementi che mi sono chiari: l’Occidente non era pronto alla guerra di Putin anche se avrebbe dovuto prepararsi dopo l’annessione della Crimea. In secondo luogo, nei primi giorni, nei primi minuti addirittura dell’aggressione contro l’Ucraina ho avuto l’impressione che l’Occidente avesse accettato che l’Ucraina avrebbe perso e che Putin si sarebbe preso i territori che voleva. Quando poi si è cominciato a vedere che l’Ucraina riusciva a resistere la mia impressione è sta che da un lato non si volesse abbandonare l’Ucraina ma dall’altro non si voleva che Putin perdesse la guerra. Queste sono tutte opportunità che sono state perdute. E adesso l’unica strada è questa: l’Unione Europea deve raccogliere tutte le forze possibili e sostenere l’Ucraina in tutti i modi possibili perché, e di questo sono convinta, se Putin raggiungerà i suoi obiettivi, sarà una sconfitta anche per l’Europa».

Qual è il suo stato d’animo rispetto a quanto accade in Russia e in Ucraina? C’è qualcuno che può far “fare la pace” , che abbia un peso, un potere di negoziazione autorevole e forte?

«Non posso dire che il mio umore sia ottimista forse sarebbe stato diverso qualche giorno fa quando Trump aveva promesso di dare i Tomahawk all’Ucraina e la reazione di Putin trasmetteva una certa paura. Speravo che questo avrebbe potuto dare a Zelensky la possibilità di avviare dei negoziati da una posizione di forza. Invece Trump ha fatto di nuovo un passo indietro e ora ritengo che una pace giusta per l’Ucraina sarà possibile solo se l’Europa darà delle garanzie molto serie di tipo militare e economico. Perché ora l’Ucraina non ha le forze per resistere da sola. Tre anni fa era ancora possibile ma nel frattempo Putin si è organizzato e raccolto le forze e invece l’Europa non l’ha fatto. Putin violerà qualsiasi accordo, qualsiasi trattato se gli conviene. L’abbiamo visto moltissime volte nel corso della guerra in Ucraina. Tutte le decisioni prese non hanno esito se Putin non ha paura».

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