Pertini, l’arte della democrazia: al museo M9 tutte le passioni del presidente
A Mestre un’esposizione dedicata alla figura del partigiano e politico con 169 pezzi d’arte contemporanea provenienti dalla sua collezione privata

La forza di un museo e di un’istituzione culturale è di proporre iniziative magari imprevedibili, controcorrente, ma che siano frutto di ricerca e soprattutto di idee culturali che sappiano andare al di là della moda e del trend del momento. Con la mostra dedicata a Sandro Pertini, M9, il Museo del ’900, e la fondazione di Venezia si sono messi esattamente in questa linea, riproponendo la figura di un presidente della Repubblica oggi quasi dimenticato dalle generazioni più giovani, ma che fu allora popolarissimo, tanto da meritarsi l’appellativo del “più amato dagli italiani”, parafrasando un celebre slogan pubblicitario di una ditta di cucine.

Ma l’esposizione “Pertini. L’arte della democrazia” non è solo una mostra documentale che ripercorre la vita del partigiano e politico, primo presidente della Camera dei Deputati e della Repubblica di fede e tessera socialista, cosa invero già di per sé curiosa e accattivante.
L’elemento che la rende insolita e ricca di particolarità agli occhi del visitatore è la straordinaria collezione provenienti dai musei civici di Savona, cui Pertini lasciò un autentico patrimonio di arte contemporanea, frutto di una passione collezionistica e di regali, 169 pezzi tra dipinti, sculture e disegni, di cui M9 espone 28 capolavori di grandi artisti da Renato Guttuso a Giorgio Morandi, da Giò Pomodoro a Mario Sironi, da Giuseppe Zigaina a De Pisis, Guidi e Vedova, ma anche Henry Moore e e Antoni Tàpies, una sorta d’accesso al mondo interiore di Pertini, che svelano un’autentica passione “militante”, come è stata definita nel bel catalogo delle Grafiche Veneziane.
L’amore per l’arte moderna

Un’attenzione per l’arte moderna, coltivata con uno sguardo e un pensiero critico da collezionista non generico, ma che sapeva scegliere artisti non solo omologhi a lui per ispirazione politica, ma che mettevano il tema del lavoro e della libertà al centro della propria azione artistica. Una collezione accresciuta con donazioni sincere, spesso autografate, che alla sua morte venne destinata dalla moglie Carla Voltolina alla città di Savona, in esecuzione della volontà di Pertini di ricucire i rapporti con la città che lo vide giovane e già attivo antifascista, pestato e incarcerato più volte dal regime.

La mostra, curata dalla direttrice di M9 Serena Bertolucci e dal suo staff (Luca Bocicchio, Michelangela Di Giacomo, Livio Karrer e Giuseppe Saccà) e aperta sino al 31 agosto 2026, si divide in sette sezioni ed è scandita da due aree colorate in modo differente a sancire d’un lato l’arte e la collezione, in nero, dall’altra le vicende biografiche, le foto, i manifesti dell’epoca, i documenti, esposti su pareti bianche, con scritte rosse. E quindi ecco d’un lato la ricostruzione dell’uomo, del politico, guerra e pace, dall’altra il prigioniero, il partigiano e infine il presidente, fino al mito, ancor oggi vivo e che questa mostra rilancia, se ce ne fosse stato bisogno, a 35 dalla morte e a 130 anni dalla sua nascita, nel 2026, anno in cui ricorreranno anche gli 80 anni della Repubblica.
Un politico tra la gente

Quel mito, un politico tra la gente perché lui stesso parte di quella gente. Come quando si fermava a parlare con i cittadini sulle transenne con la stessa semplicità, poi spesso emulata, mai raggiunta, con cui discorreva con gli amici artisti e letterati. Fino all’apoteosi Mundial, la vittoria dell’Italia di Bearzot al Santiago Bernabeu, l’11 luglio 1982, nella epica finale con la Germania, vinta 3 a 1, e in cui Pertini esultava in modo iconico, al punto che quella foto è diventata la locandina della mostra.
Un mito alimentato anche dalla presenza di Pertini nelle vignette di Forattini, Silver, Andrea Pazienza, Vauro, D’Anna, Giannelli, e Chiappori. Vi sono poi dei pezzi che danno il senso dell’epoca, dalla mitragliatrice della prima guerra mondiale del Museo Storico Navale alla Cinquecento del museo dell’auto di Torino. Altri oggetti seguiranno a rotazione lo spartito originale de “L’Italiano” di Toto Cutugno, il primo riferimento a Pertini in una canzone, presentata nell’edizione del 1983 del festival di Sanremo al pallone della finale Italia-Germania dei Campionati del Mondo del 1982, dal Museo del Calcio di Coverciano. Infine l’installazione interattiva “Parlami di Sandro – Gli Italiani raccontano il Presidente”, sviluppata con l’intelligenza artificiale, in collaborazione con H-FARM, pone i visitatori in dialogo con cinquanta voci di italiani contemporanei del presidente.
La scheda

Pertini. L’arte della democrazia
20 novembre 2025 - 31 agosto 2026
M9 - Museo del ’900 | Terzo Piano
Venezia Mestre
mer, gio, ven, 10.00 - 18.00
sab, dom, 10.00 - 19.00
lun, mar, chiuso
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