Il ruolo dell’Europa in tempi di crisi e guerre: mercoledì a Gorizia il Festival dedicato al Cambiamento
Il programma dell’evento dedicato alla riflessione sulla pace giusta. A confronto diplomatici, giornalisti e nomi della politica e dell’economia

La crisi dell’ordine multilaterale tradizionale, l’emergere di nuovi attori globali, la frammentazione delle alleanze finora consolidate. Sono le sfide che impongono con urgenza una riflessione sul ruolo dell’Europa e delle organizzazioni sovranazionali nella prevenzione dei conflitti e nella promozione di una pace sostenibile.
Anche di questo si parlerà mercoledì a Gorizia durante i lavori del Festival del Cambiamento al Conference center dell’ateneo giuliano, nel polo di via Alviano, dedicato quest’anno alla «pace giusta».
Una pace che, appunto, chiama prepotentemente in campo l’Ue che, forte della propria esperienza in materia di sicurezza, stabilità e integrazione, potrebbe svolgere un ruolo centrale attraverso iniziative diplomatiche, programmi di cooperazione e strumenti politici e normativi. L’efficacia di tali azioni dipenderà però dalla coesione interna, dalla capacità decisionale comune e dalla costruzione di partenariati strategici.
Proprio all’«Europa nel fuoco incrociato tra sicurezza, autonomia e unità in tempi di crisi» sarà dedicata, alle 10, la prima tavola rotonda del Festival, organizzato da Camera di Commercio Venezia Giulia con International strategic network (Isn) e MedOr Italian Foundation, in collaborazione con Regione, Unioncamere, Università di Trieste e Il Piccolo.
L’evento - che si aprirà alle alle 9.30 con gli interventi del presidente camerale Antonio Paoletti, del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, del governatore Massimiliano Fedriga, del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, del presidente di Unioncamere Andrea Prete e della rettrice dell’ateneo di Trieste Donata Vianelli -, proseguirà poi alle 11.15 con il panel “L’impatto economico dei conflitti: catene spezzate, ricostruzione e nuove geografie del valore”.
Moderati dal vicedirettore del Corriere della Sera Federico Fubini, ci saranno, fra gli altri, l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti Abdulla Alsubousi, Francesco Maria Talò, inviato speciale dell’Italia per il Corridoio India-Medio Oriente-Europa e, da remoto, l’ad di Fincantieri Pierroberto Folgiero.
Alle 14.30, sarà la volta di “Multilateralismo e diplomazia per una pace giusta” e, fra gli ospiti, prenderanno la parola Sebastiano Cardi, già rappresentante permanente d’Italia all’Onu, e Vincenzo Paglia, presidente emerito della Pontificia accademia per la vita.
Alle 16 toccherà invece a “Racconti dal fronte”, sezione moderata da Fabrizio Brancoli, vicedirettore del gruppo Nem responsabile per Il Piccolo. Dialogheranno, tra gli altri, gli inviati di guerra Fausto Biloslavo, Lorenzo Cremonesi e Fabio Tonacci.
Per le 17.30 è poi atteso un videomessaggio del ministro degli Esteri Antonio Tajani; l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, presidente MedOr Italian Foundation sarà in videocollegamento alle 12.30.
Per le 16.30 è previsto un anche un presidio promosso da Casa del Popolo e Fronte della Gioventù Comunista di Gorizia, decisi a protestare contro l’invito al festival di Enrico Savio, general manager della Leonardo, azienda italiana che si occupa di aerospazio, difesa e sicurezza, accusata di fornire armamenti a Israele.
«Rispetto le opinioni di tutti – commenta, sul punto, Paoletti – e auspico che quella preannunciata sia una manifestazione pacifica: non penso che si possa usare la violenza per contestare la guerra: il dialogo va anteposto alla contrapposizione. I tanti conflitti tutt’oggi in atto – prosegue Paoletti - ci impongono delle riflessioni che abbiamo inteso promuovere qui a Gorizia, città di confine e di incontro che diventa simbolo di un’Europa che deve imparare a cambiare per restare fedele ai propri valori, con la consapevolezza che solo una pace giusta può dare senso e direzione a ogni processo di trasformazione». —
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