Gorizia visionaria: in Galleria Bombi l’arte digitale di Refik Anadol

Presentata l’opera “Data Tunnel” del più celebre artista digitale internazionale. Costata 9 milioni, da dicembre farà del passaggio sotterraneo del periodo asburgico una maxi installazione

Giulia Basso
Un rendering dell’opera “Data Tunnel”
Un rendering dell’opera “Data Tunnel”

Le pareti si dissolvono, il soffitto diventa cielo liquido, i dati fioriscono come petali di luce. A metà dicembre, quando si accenderanno i mille metri quadrati di ledwall della Digital Art Gallery (Dag), Galleria Bombi a Gorizia compirà la sua metamorfosi più radicale: da passaggio sotterraneo del periodo asburgico a laboratorio del futuro, diventando la galleria d’arte digitale più grande d’Europa.

 

“Data Tunnel” a Gorizia: ecco come sarà la più grande galleria d'arte digitale in Europa

L’eredità più visionaria di Go! 2025 prende forma attraverso “Data Tunnel”, l’opera site-specific di Refik Anadol che inaugurerà la Dag. L’artista turco-americano, considerato il pioniere della “pittura dei dati” , ha trasformato algoritmi e intelligenza artificiale in un flusso visivo continuo che attraverserà i cento metri del tunnel digitalizzato. «È un progetto originale e site-specific», spiega Anadol dal suo studio di Los Angeles. «Non utilizziamo solo la tecnologia, ma creiamo una connessione profonda tra il tunnel come ponte tra due parti d’Europa e l’arte come linguaggio universale». Nel cuore dell’installazione pulsa il “Large Nature Model”, un sistema di intelligenza artificiale sviluppato dal Refik Anadol Studio e addestrato su milioni di immagini ambientali provenienti da archivi scientifici come la Smithsonian Institution e il Natural History Museum di Londra.

«Utilizziamo dati visivi, sonori ed ecologici raccolti da diversi biomi del pianeta» , precisa l’artista. Il risultato è una morfogenesi digitale continua dove «texture botaniche, pulsazioni oceaniche e ritmi atmosferici» si traducono in un paesaggio digitale vivente.

Galleria Bombi oggi
Galleria Bombi oggi

Come spiega Claudio Tognoni, project manager di Go! 2025, Anadol «è l’artista più importante della digital art contemporanea. La sua ricerca spazia tra arte, scienza e tecnologia esplorando come l’intelligenza artificiale possa cambiare completamente la visione degli spazi, della realtà e del tempo».

Dal MoMA di New York alla Sphere di Las Vegas, le opere di Anadol hanno ridefinito il concetto stesso di installazione immersiva. Il progetto artistico nasce da una riflessione sul significato simbolico di Galleria Bombi. Come racconta Maria Grazia Mattei, fondatrice del Meet Digital Culture Center che ha curato i rapporti con l’artista, «la richiesta era di creare un’installazione pubblica capace di portare un messaggio di riconciliazione con il passato e con l’idea stessa di frontiera. Anadol ha risposto con la natura come linguaggio universale, trasformando un luogo che fu di divisione in spazio di appartenenza comune».

Da passaggio sotterraneo a opera d'arte: la metamorfosi di Galleria Bombi a Gorizia in time-lapse

Dietro la poetica visiva si nasconde una complessità tecnica impressionante. La struttura autoportante di 37mila chilogrammi d’acciaio supporta 3.700 cabinet led con risoluzione di 40mila x 3.700 pixel. «Ci sono voluti 12 tecnici specializzati per 30 giorni consecutivi – precisa Tognoni –, 6mila viti strutturali, 44mila viti di collegamento, 17mila metri di cavi dati e fibra ottica” . Il sistema audio assicura “una propagazione uniforme e nitida del suono».

L'artista Refik Anadol
L'artista Refik Anadol

L’investimento complessivo di oltre 9 milioni di euro – tra ristrutturazione strutturale (2,1 milioni), infrastruttura multimediale (4,85 milioni), l’opera Data Tunnel (450 mila euro) e servizi di gestione (1,31 milioni) – viene difeso con orgoglio dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga: «Abbiamo di fronte un nuovo concetto in cui il pubblico decide di intervenire non solo per riqualificare, ma per dare un valore artistico e culturale straordinario. Oggi abbiamo la più grande e importante infrastruttura europea per l’arte digitale».

Il presidente risponde alle polemiche sollevate dall’opposizione sui costi e sui tempi: «Mi sembrano costi molto bassi per un’opera che aumenta in modo incredibile la valenza dell’area». Per il sindaco Rodolfo Ziberna, la Dag rappresenta «un’opportunità straordinaria per posizionare Gorizia come polo d’eccellenza nell’arte digitale». L’opera di Anadol rimarrà nella Dag per un anno intero, con ingresso gratuito gestito da Erpac.

La Galleria Bombi di Gorizia diventa hi-tech con gli algoritmi dell'Intelligenza Artificiale
La redazione
Prende forma la nuova Galleria Bombi totalmente rivestita con lastre di metallo e dove verranno installati i proiettori per trasformarla in un luogo di esposizione dell’arte digitale. Fotoservizio Roberto Marega

Fino a maggio sarà aperta dalle 10 alle 16 nei feriali, dalle 10 alle 19 nei festivi. La struttura potrà accogliere fino a 490 persone contemporaneamente, con flusso bidirezionale supervisionato.

«Credo che stiamo vivendo un altro Rinascimento», riflette Anadol. «L’intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui vediamo, sentiamo, percepiamo. È la prima volta nella storia umana in cui abbiamo una tecnologia che può ragionare, ricordare e non dimenticare mai» . La sua visione del futuro è collaborativa: «Il futuro è collaborazione tra uomo e macchina: 50% umano, 50% macchina”».

Data Tunnel segna l’inizio di un percorso che trasformerà Gorizia in un laboratorio permanente di creatività digitale. «Non ci fermeremo qui – promette Fedriga –. Vogliamo che Gorizia diventi, per quanto riguarda l’Europa, non solo capitale europea della cultura, ma capitale del futuro dell’arte digitale» . —

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