Da Le Quattro Stagioni al Bolero: Muti ammalia Villa Manin
Oltre 3.500 spettatori per il concerto con l’Orchestra giovanile Cherubini. Il programma presentato dal maestro ha saputo strizzare l’occhio a un pubblico eterogeneo

Riccardo Muti ha stregato tutti. Complice un programma che ha saputo strizzare l’occhio a un pubblico eterogeneo, il maestro, che è arrivato in completo blu con cravatta in tinta, ha davvero incantato tutti i 3. 500 che hanno raggiunto Villa Manin la sera del 20 luglio per un concerto in cui ha condiviso il palco con l’orchestra giovanile Luigi Cherubini.
Il grande palco di Villa Manin è stato letteralmente riempito dai 130 giovani musicisti. Il pubblico prevalentemente italiano (97%), ha salutato l’arrivo del maestro con una rappresentanza della vicina Slovenia e una dall’Austria. Friuli e Veneto sono le regioni che hanno prevalentemente apprezzato l’appuntamento con la grande musica ma non sono mancate rappresentanze da Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia, come informano i promoter Luigi Vignando e Luca Tosolini, rispettivamente di Vigna Pr e Fvg Music Live.
Villa Manin, che in questa estate solo per la rassegna “Villa Manin estate” organizzata da VignaPr e Fvg Music Live in collaborazione con Erpac Fvg e Promoturismo Fvg, ha accolto oltre 40 mila appassionati, ha dimostrato ancora una volta la sua straordinaria versatilità. Soddisfazione da parte del vicegovernatore delle Regione, Mario Anzil, per una location che si è dimostrata “perfetta per le sonorità Rock di Alanis Morissette e per quelle di Sting, è stata poi uno spazio che ha esaltato le melodie di Irama, Ghali, Brunori sas e Anna Pepe, rivelandosi mozzafiato ieri sera, quando si è aperta alle suggestioni della musica classica”.
L’orchestra giovanile Luigi Cherubini con tutti quei giovani musicisti, diretta dal suo fondatore, ha spaziato dalla sinfonia tratta dalla Norma di Vincenzo Bellini a Le quattro stagioni di Giuseppe Verdi da I Vespri Siciliani con grande agilità. Tutto questo prima di lasciare spazio alle colonne sonore di Nino Rota che, ascoltate sotto le stelle, sembravano ancora più appassionanti, prima di chiudere con un capolavoro del XX secolo come il Boléro di Maurice Ravel che con il suo impatto emotivo travolgente ha davvero suggellato una serata di grandi emozioni.
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