La Pietà di Bellini è tornata a casa sul Canal Grande
Il capolavoro del Rinascimento veneziano è stato restaurato da Venetian Heritage. Fino a gennaio è alla Ca’ d’Oro di Venezia in dialogo con il “San Sebastiano” di Mantegna

Da ogni viaggio si torna arricchiti. Succede alle persone e può succedere, a volte, anche alle opere d’arte. Come nel caso della “Pietà” di Giovanni Bellini, capolavoro del Rinascimento veneziano che, dopo secoli di devozione privata e pubblica trascorsi nella sua sede naturale di Rimini, è arrivata alla Ca’ d’Oro, a Venezia, per essere protagonista di una mostra che la vede in dialogo con il celeberrimo “San Sebastiano” di Mantegna.
Il quadro belliniano è appena stato sottoposto a un accurato intervento di restauro voluto e finanziato da Venetian Heritage, l’organizzazione internazionale che da oltre venticinque anni sostiene la tutela e la diffusione dell’arte veneta nel mondo. Ma questa è solo la prima tappa di un lungo viaggio di riscoperta che porterà poi il dipinto quattrocentesco a sorvolare l’oceano per essere esposto alla Morgan Library di New York e rientrare infine a Rimini rigenerato, con un aspetto rinnovato, più vicino alla sua natura originaria.
La mostra dossier a Ca’ D’Oro
Fino al 6 gennaio, dunque, la Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro ospita per la prima volta il capolavoro belliniano (che a Venezia era già tornato anche nel 1949, esposto a Palazzo Ducale), in una mostra-dossier che lo mette a confronto con un altro capolavoro assoluto, il “San Sebastiano” di Andrea Mantegna.

I due grandi protagonisti del Rinascimento padano-veneto si ritrovano suggestivamente fianco a fianco, come era già stato nella vita (Mantegna aveva sposato Nicolosia, sorella di Giovanni Bellini) e sono di nuovo a confronto: da una parte l’umanesimo tragico di Mantegna, che scolpisce con il pennello, quasi monocromatico; dall’altra il lirismo poetico di Bellini, giocato sul colore e sulle atmosfere. Un confronto tra l’opera e la poetica dei due pittori-cognati che già qualche anno era avvenuto alla Fondazione Querini, con le due “Presentazioni di Gesù al Tempio”.

Alla Ca’ d’Oro la “Pietà” di Giovanni Bellini risplende dell’oro, della luce e della dolcezza dei tratti degli angeli bambini che sorreggono Cristo in un contesto in cui il dolore ha lasciato il posto alla pietas. A poca distanza, nella originaria cappella che il barone Franchetti stesso ideò, il “San Sebastiano” di Andrea Mantegna svetta nella sua statuaria potenza. Va detto che la mostra - curata da Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, Giovanni Sassu, già direttore del Museo della Città di Rimini, e Luigi Tonini, ora direttore dei Musei di Cento - si inserisce in un contesto molto speciale: è l’ultimo atto prima della chiusura temporanea della galleria, per concludere il cantiere di restauro e riallestimento totale del museo, finanziato sempre da Venetian Heritage insieme alla Fondazione Sacchetti. Un impegno complessivo di otto milioni e mezzo di euro per un progetto che ha coinvolto gli apparati decorativi e strutturali del palazzo, ma anche il nuovo allestimento della collezione permanente. Per la riapertura l’appuntamento è alla primavera del 2027, «e sarà in concomitanza con il centenario dall’inaugurazione del 1927», sottolinea Claudia Cremonini, direttrice della galleria Giorgio Franchetti.
Il restauro
La “Pietà” è stata sottoposta a una lunga e delicata operazione di pulitura e revisione svolta proprio nei laboratori della Ca’ d’Oro dalla restauratrice Lucia Tito; un intervento che ha rimosso vecchie ridipinture e la vernice fortemente ingiallita che la ricopriva, restituendo i colori vellutati e l’armonia della tavolozza belliniana. Sono riemerse le modulazioni morbide dei volti degli angeli, il chiaroscuro raffinato, l’intensità meditativa del volto di Cristo: una bellezza commovente che sembrava offuscata e che oggi torna leggibile con grande nitidezza.
Il viaggio
E mentre la Ca’ d’Oro si prepara a concludere l’ultima fase del proprio cantiere, la “Pietà” di Bellini dal 15 gennaio al 19 aprile 2026 sarà ospitata alla Morgan Library & Museum di New York, nella Sala Ovest, lo storico studio privato di Pierpont Morgan. Qui il dipinto verrà nuovamente messo in dialogo con altri capolavori italiani Al termine dell’itinerario, a metà 2026, la “Pietà” belliniana farà poi ritorno a casa, al Museo della Città di Rimini, e ad affiancarla ritroverà proprio il “San Sebastiano” del Mantegna, prestato in via eccezionale dalla Ca’ d’Oro che sarà ancora chiusa per il completamento dei lavori di ristrutturazione. —
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