Dai Giochi olimpici al boom del turismo: a Treviso le Bianche Emozioni dalla Collezione Salce
La mostra, allestita nelle due sedi del museo nazionale Salce a Treviso (Santa Margherita e San Gaetano), è aperta fino al 29 marzo 2026 ed è inserita nel programma delle Olimpiadi Culturali di Milano Cortina 2026

C’è il manifesto tedesco del 1897 che pubblicizza il “pattino svedese”, ovvero il primo sci della storia con un bastoncino solo; il fiocco di neve stilizzato di Franco Rondinelli, diventato il logo delle prime Olimpiadi invernali a Cortina nel 1956; ma anche l’iconico orso bianco trentino con gli sci sulle spalle di Franz Lehart (1947).

E poi l’immagine dall’estetica futurista di Fortunato Depero per promuovere le Dolomiti (1958), e quella seducente di Marcello Dudovich per reclamizzare la caramella Unica (1937), che una donna avvenente mangia abbracciata da un pupazzo di neve. Atmosfere dense come nevicate d’altri tempi sono solcate da direttrici artistiche, storiche e antropologiche, nell’immaginario innescato dai bellissimi manifesti della mostra “Un magico inverno. Bianche emozioni dalla Collezione Salce”, curata da Elisabetta Pasqualin e inaugurata nelle due sedi, Santa Margherita e San Gaetano, del museo nazionale Salce a Treviso (fino al 29 marzo 2026).
Tra gli eventi per Milano-Cortina 2026
L’esposizione, inserita nel programma delle Olimpiadi Culturali di Milano Cortina 2026, è promossa dalla Direzione regionale Musei Nazionali del Veneto e nata da un concept di Sergio Campagnolo, con la collaborazione progettuale di Diego Cason, Marzio Favero, Francesca Sfoggia e Massimo Spampani (presenti con un saggio nel catalogo di Antiga Edizioni), a cui si aggiunge la prestigiosa partecipazione di Marco Balich, veneziano organizzatore di sedici cerimonie olimpiche (e che firmerà anche quella di Milano Cortina 2026), a cui la mostra tributa una sala con le fotografie più spettacolari da Torino 2004, Sochi 2014 e Pechino 2022.

Il percorso
«Partendo dai Giochi di Cortina 1956, di cui esponiamo anche la torcia olimpica originale», spiega Daniele Ferrara, direttore dei Musei Nazionali del Veneto, «abbiamo sviluppato il concetto di sport come rituale collettivo di aggregazione, fratellanza e pace, specchio della società del Novecento che amava le vette innevate, espandendo poi la riflessione sui temi del turismo, che in parte ha bloccato lo spopolamento montano, e dell’equilibrio tra valori culturali, paesaggistici e ambientali».

Sulle pareti della chiesa di Santa Margherita campeggiano infatti anche fotografie d’epoca, che ricordano l’inverno difficile della prima metà del secolo scorso e l’emigrazione delle aree di montagna, cui è succeduta una società attenta al tempo libero e foraggiata dal boom economico degli anni Cinquanta, con la nascita del sogno vacanziero anche d’inverno. Ed ecco emergere i manifesti che promuovono località rinomate in Italia e all’estero, dall’Austria alla Scandinavia, passando per Polonia e Romania, determinate a far conoscere le loro stazioni sciistiche al di là della cortina di ferro.
Lo sviluppo economico portato dagli sport invernali è simboleggiato invece dall’affermarsi nel montebellunese del Distretto dello Scarpone, oggi Sportsystem, testimoniato con irresistibili cimeli: lo scarpone in pelo di Lino Lacedelli per la spedizione sul K2 nel 1954, quello celeste indossato (e in mostra autografato) dal leggendario discesista Alberto Tomba, ma anche la scarpetta giallo limone dell’iridata fondista Manuela Di Centa, gli sci del 1930 in legno e ferro, e quelli del 2025 in materiale riciclato.
Il segno di Casaro
La rappresentazione cinematografica di Cortina invernale è affidata ad un’opera di Renato Casaro per il film “Vacanze di Natale”, mentre la contemporaneità artistica è portata da dieci creativi che hanno disegnato altrettanti manifesti per il progetto “Art Posters Milano Cortina 2026”.
«Il filo rosso tra i vari percorsi tematici», chiude Pasqualin, «è la valorizzazione delle Olimpiadi come evento che ha contribuito a rivoluzionare la percezione dell’inverno da temibile stagione fredda e ostica, a godibile momento magico di incontro e divertimento. Nei manifesti non troviamo solo la figurazione allegra e ironica di una montagna frequentata da uomini in frac e bombetta che leggono il Times, donne bellissime e ammiccanti, bambini divertiti sulla slitta o sciatori sospesi in aria come supereroi, ma una trasmigrazione di senso della neve come tenerezza, freschezza, pulizia, utilizzata per le locandine pubblicitarie di schiuma da barba, orologi, abbigliamento». Un ricco ventaglio di suggestioni che rimandano alla nostra storia sociale con l’immediatezza di una visione e l’autenticità di una testimonianza.
Treviso, Museo nazionale Collezione Salce
Santa Margherita e San Gaetano
Date: 21 novembre 2025 – 29 marzo 2026
Orari; da venerdì a domenica: 10-18 (ultimo ingresso 17.30)
Biglietti interi: 6 euro (ingresso una sede): biglietto acquistabile nella sede aperta quando una delle due sedi è chiusa; 10 euro (Ingresso unico due sedi): biglietto acquistabile quando entrambe le sedi sono aperte
Biglietti ridotti da 2 a 5 euro
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