Gli inizi come musicista, il cabaret e i cinepanettoni: gli ottant’anni di Massimo Boldi

Dai debutti al Derby alla televisione, “Cipollino” si racconta: «Mio papà era friulano, mai litigato con De Sica. Yuppies 3? Mi piacerebbe»

Gian Paolo Polesini
Massimo Boldi compie oggi 80 anni
Massimo Boldi compie oggi 80 anni

Massimo Boldi, si è mai immaginato ottantenne quando ne aveva trenta? «Ma no! Come tutti i giovani nel pieno della vita pensavo che ottanta sarebbe stata un’età praticamente irraggiungibile». E adesso che ci siamo con la cifra, presa proprio oggi, che si ricorda dei trenta? «Ero appena diventato papà della mia prima figlia, vivevo con mia moglie Marisa e stavo ingranando con il lavoro da batterista. Non avevamo molto, ma eravamo felici».

Sessantaquattro film e ottant’anni tondi: 23 luglio 1945. E non solo. Tantissima Tv, da “Canzonissima 74” in su. E carrettate di cabaret, di quello sano ai tempi del Derby. Si può non voler bene a Boldi? Lui si è fatto una lunghissima tirata comica dagli anni Sessanta fino al terzo millennio, accompagnando tutti noi con la più semplice delle risate. Di stampo antico, senza additivi e né coloranti.

Senta, c’è del Friuli nella sua vita?

«Eccome no, mio padre Marco Tranquillo Boldi, artigiano pasticcere, era nato a Tarcento! Un po’ di sangue friulano scorre pure nelle vene di Cipollino».

Primi lavori: vetrinista e agente dell’azienda Motta. È corretto?

«Sì, è corretto, ma sono stato pure l’autista di un signore della Milano bene. Guardi, ne ho provati parecchi di mestieri».

La passione per la musica. Fu quello il passepartout per entrare nel mondo dello spettacolo?

«Io e mio fratello Fabio suonavamo in un complesso chiamato “La pattuglia azzurra” e, al microfono, ci stavano artisti di un certo calibro come Gino Paoli, Ornella Vanoni, Claudio Lippi. Ed esibendo il tesserino di musicista entrai al celebre Derby di Milano».

Arrivò pure il tempo di conoscere Enzo Jannacci.

«Il genio. Non serve dire di più di un grandissimo qual è stato Enzo».

Massimo Boldi con Jannacci ai tempi del Derby
Massimo Boldi con Jannacci ai tempi del Derby

Siamo alla fine dei Sessanta. Ecco il Derby, appunto. Con chi legò di quel gruppo incredibile? Gaber, Villaggio, Bindi, Funari, Faletti, Lauzi?

«Io, Diego Abatantuono, Faletti, Porcaro, Teo… ragazzi che si divertivano e nessuno sgomitava per prevalere, mi creda. È stato tutto molto naturale. Gaber, Enzo, Cochi e Renato, be’, loro erano già mitologici».

Cipollino a “Drive in”?

«I primi anni interpretavo il venditore di enciclopedie. Tra i tanti sketch, con Teocoli, ci eravamo inventati la parodia di “Piccoli Fan” dove lui presentava e io ero un bambino che imitava un cantante. Passammo quindi a “Bold Trek” ambientato dentro un’astronave. E ci fecero indossare le orecchie a punta. Non so se qualcuno se lo ricorda».

Massimo Boldi a Drive In
Massimo Boldi a Drive In

I critici cinematografici affossarono i Cinepanettoni, non se ne è salvato uno, ma il pubblico, al contrario, ha adorato quell’atmosfera scanzonata.

«Un genere che ha fatto la storia in Italia e, devo dire, è ancora frequentato parecchio sulle piattaforme. Sapesse quanta gente mi ringrazia nel ricordare che in quel lontano Natale, o comunque durante le feste, andava al cinema con la fidanzata, i genitori, i fratelli, i cugini e stava in coda per vedere l’ultimo nato di casa Boldi-De Sica. Sono grato a tutti loro per questo affetto».

Massimo Boldi in un cinepanettone con De Sica
Massimo Boldi in un cinepanettone con De Sica

La separazione con De Sica, ecco, è stata un’idea pubblicitaria o avete litigato per davvero?

«Con Christian non ho mai litigato: è stato scritto di tutto e il contrario di tutto. Sa come capita spesso quando le notizie vengono pompate per bene?».

C’è qualche attore in particolare che fa ridere Massimo Boldi?

«Direi… Massimo Boldi! Scherzo, adoro il principe Totò».

Si riguarda ogni tanto? E “Festival” di Pupi Avati, l’unico suo ruolo drammatico?

«Il film serio della collezione, è vero. Interpretavo un comico in declino che si ritrova inaspettatamente in corsa per un premio alla Mostra del Cinema. Un abbraccio al grande Walter Chiari, ma anche “Cucciolo”, seppure sia un film divertente e scanzonato, aveva un non so che d’intenso e di commovente».

Se potesse affrontare una significativa retromarcia esistenziale, cosa le piacerebbe rivivere?

«Salirei volentieri su una macchina del tempo, come in “Ritorno al futuro” per andare su e giù a piacere per i decenni».

Ho letto in giro che “Yuppies 3” con Jerry Calà sarebbe più di una fantasia. Quindi?

«Mah, chissà. Non mi dispiacerebbe riprovarci».

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