“Per te”, grandi emozioni al Giffoni Festival per il film che racconta la storia di Mattia Piccoli

In sala il sedicenne del Veneziano che si è preso cura del papà malato. La mamma: «Si riconosca l’importanza dei caregiver». Leo: «Raccontiamo il grande amore di un figlio per il padre che perde la memoria»

Elena Grassi
Edoardo Leo al centro, con Mattia Piccoli (a destra) e Javier Leoni (a sinistra)
Edoardo Leo al centro, con Mattia Piccoli (a destra) e Javier Leoni (a sinistra)

Attimi di autentica commozione hanno pervaso la sala Truffaut del festival del cinema di Giffoni, gremita di giovani giurati da tutta Italia, venerdì sera per la presentazione delle prime immagini del film “Per te”, tratto dalla storia vera di Mattia Piccoli, sedicenne di Concordia Sagittaria che nel 2021 ha ricevuto dal presidente Mattarella l’onorificenza di Alfiere della Repubblica per aver assistito il padre Paolo affetto da Alzheimer precoce all’età di quarant’anni. Particolarmente emozionati anche i protagonisti dell’evento, Edoardo Leo, che nel film interpreta Paolo Piccoli, con straordinaria somiglianza fisica e di temperamento; Javier Leoni, debuttante sul grande schermo nei panni di suo figlio; e lo stesso Mattia Piccoli, con le lacrime agli occhi mentre guardava le scene di “Per te” per la prima volta: «Mi batte forte il cuore e sono commosso», ha detto Mattia alla platea dei Giffoners. «Queste immagini mi hanno colpito, perché è stato come rivedere i miei ricordi ma anche rivivere una seconda volta il momento in cui mi viene detto della malattia».

Il film, diretto da Alessandro Aronadio e prodotto da Piper, Lungta e Alea, in collaborazione con Netflix, è ispirato al libro “Un tempo piccolo. Continuare a essere famiglia con l’Alzheimer precoce” di Serenella Antoniazzi (Gemma Edizioni, 2020). L’evento a Giffoni è stato una doppia emozione per tutti dato che il cast e la produzione, per rispetto e pudore, non avevano mai incontrato la famiglia Piccoli prima del festival, dove Mattia è stato accompagnato dalla madre Michela Morutto (interpretata in “Per te” dalla bravissima Teresa Saponangelo).

Riconoscere i caregivers

«Il mio auspicio è che il film richiami l’attenzione sulla malattia di Paolo, da qualche anno ormai in una casa di cura», ha commentato Morutto, «perché le istituzioni finalmente riconoscano il ruolo dei caregivers. Oltre a Mattia c’è anche Andrea, suo fratello minore, cresciuto troppo in fretta in questa situazione, che spero possa essere testimonianza sì di una grande esperienza umana, ma anche veicolo di sensibilizzazione».

Un auspicio condiviso sicuramente da chi ha investito nel film con impegno e partecipazione, come si è potuto vedere dalle scene mostrate in anteprima. «Faccio questo mestiere da più di trent’anni e da un po’ di tempo cerco storie da produttore», ha detto Edoardo Leo.

«Dopo “18 regali” sono guardingo su quelle tratte da vicende vere, ma questa è una meravigliosa storia d’amore di un figlio verso il papà che lentamente perde la memoria di sé». Anche “18 regali” (2020, regia di Francesco Amato con Vittoria Puccini) è un film legato al Veneto, perché racconta di Elisa Girotto, mamma trevigiana che ha lasciato 18 regali alla figlia Anna per ogni compleanno, fino alla maggiore età, dopo la sua morte, avvenuta per un tumore nel 2017, a un anno dal parto. Qui Leo interpreta il marito di Elisa, Alessio Vicenzotto, dando prova di profonda empatia e al contempo misura verso un dolore potente per la sua stessa verità.

Bisogna arrivare a tutti

«Noi raccontiamo una famiglia che si confronta con un problema», ha continuato Leo, «invertendo i ruoli: il figlio fa da padre a suo padre. Ci sono volute centinaia di ore di ricerca per interpretare questo film, con l’obiettivo di arrivare a tutti, perché le storie fanno bene a chi le ascolta e a chi le racconta. Questa ci svela quanto il nostro tempo, che ci sembra infinito, in realtà è tanto finito, e non dobbiamo temere, come genitori, di mostrarci fragili».

“Per te” uscirà al cinema in autunno dopo altri passaggi festivalieri, corredato da schede didattiche per le proiezioni riservate alle scuole. «Fare questo film è stata un’esperienza di vita», ha chiuso Javier Leoni, «mi ha insegnato che nulla è per sempre e prima o poi arrivano anche momenti davvero difficili, ma, come ha fatto Mattia, bisogna agire al proprio meglio per affrontarli». —

Riproduzione riservata © il Nord Est