Ornella, irripetibile e così umana
La cantante è mancata venerdì 21 novembre nella sua abitazione di Milano all’età di 91 anni. I dieci pilastri per cui sarà impossibile dimenticarla

Si potrebbe raccontarla a partire dai silenzi dopo una battuta, da quel modo unico di accarezzare il mondo con un sorriso obliquo, da una voce che arrivava come una visita improvvisa. Ornella Vanoni lasciava una traccia sottile e irresistibile: un misto di eleganza spiazzante, ironia laterale e un coraggio di verità che toglieva ogni distanza. «La morte fa parte della vita, bisogna guardarla senza ansia», diceva spesso, con quella lucidità che non diventava mai durezza. E intanto regalava una smorfia, una frase tagliente, un lampo di tenerezza.
Una regina, sì. Ma soprattutto una campionessa di umanità. Quella disciplina imperfetta e precaria che pratichiamo tutti, nel nostro modo, ogni giorno. Lei lo ha fatto erigendo dieci pilastri.
1. La voce che non somiglia a nessun’altra
Ruvida e setosa, vibrante e fragile. Una voce abitata, non semplicemente interpretata. «Io nelle canzoni ci vivo, mica ci recito», diceva. Ogni nota portava un frammento della sua verità.
2. L’indipendenza come destino scelto
Ornella considerava la solitudine una forma adulta di libertà. «Ho scelto di vivere sola, ma a volte mi manca una carezza». Veniva voglia di abbracciarla.
3. L’autoironia come disciplina sentimentale
Sapeva ridere dei propri inciampi con finezza, come chi conosce bene la vita. «Non so se arrivo a Natale», diceva con un lampo negli occhi. E sorridevamo, pensando a una scaramanzia. Un modo di proteggersi senza nascondersi.
4. La seduzione come intelligenza
La sua presenza bastava: un gesto, una parola, un ritmo della voce. «Anche io ho portato la gamba fuori, per sedurre… ora uso altri strumenti». La seduzione era un modo di entrare in relazione, non una posa.
5. La donna che ha raccontato tutto
Le fragilità non la spaventavano. Le diceva, le spiegava, le attraversava. «Ho imparato a volermi bene tardi, ma almeno l’ho imparato». È stata una delle poche a trasformare la sincerità in gesto pubblico.
6. Le ferite come paesaggio, non trofeo
Gli amori, gli sbagli, le attese: Ornella li riprendeva in mano come si fa con le conchiglie raccolte lungo la riva del mare. «Vincente o perdente, l’importante è essere sinceri con se stessi».
7. Il tempo come compagno di viaggio
Osservava l’età come si osserva il mare: con rispetto, senza paura. «Quando arriva la mia età, la morte va pensata. Senza ansia».
8. L’arte come pelle che respira
Dal teatro alla mala, dal Brasile al pop d’autore: ogni fase nasceva da una necessità interiore. «Sono sempre stata Ornella. Solo che adesso mi sembra di averlo scritto davvero di mio pugno». La coerenza era la sua rivoluzione.
9. L’icona naturale delle nuove generazioni
I giovani l’hanno fatta propria per la schiettezza, per la libertà di tono, per la capacità di dire tutto senza protezioni. Un’icona senza strategia, aveva l’autenticità come superpotere.
10. L’addio già immaginato
Aveva descritto il suo ultimo passo con una serenità sorprendente. «Voglio essere cremata e buttata al mare». Un’immagine limpida: l’acqua e l’aria come ultimo orizzonte. Nella luce e nel vento. La vediamo - e la ascoltiamo - così.
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