La fotografia d’autore in mostra a Gorizia con oltre trecento immagini

Tre esposizioni per raccontare un secolo di memoria: protagonisti Berengo Gardin, Scianna, Depardon, Capa, McCurry, Majoli e Krese

Giulia Basso
Un’opera di Robert Capa in mostra a Gorizia
Un’opera di Robert Capa in mostra a Gorizia

Le fotografie possiedono quella peculiare capacità di cristallizzare l'istante fugace, trasformando il tempo in spazio e la memoria in materia visibile. È proprio quest’alchimia che Gorizia ha scelto di celebrare nell’anno di Go!2025, diventando crocevia dove si incontrano gli sguardi del mondo attraverso tre esposizioni che travalicano la semplice documentazione per diventare sinfonia corale del secolo breve.

“Franco Basaglia, dove gli occhi non arrivavano” (Museo di Santa Chiara, 29 novembre 2025 - 3 maggio 2026), “Back to Peace? La guerra vista dai grandi fotografi Magnum” (Palazzo Attems Petzenstein, 20 dicembre 2025 - 3 maggio 2026) e “Tre sguardi. Racconti fotografici inediti per Go!2025” (Casa Morassi, 25 ottobre 2025 - 18 gennaio 2026) costruiscono un trittico narrativo che abbraccia memoria storica, testimonianza universale e interpretazione contemporanea del territorio di confine.

La prima tappa prende avvio con l'omaggio al rivoluzionario della psichiatria. Attraverso gli sguardi di Gianni Berengo Gardin, Raymond Depardon e Ferdinando Scianna, la mostra curata da Marco Minuz ricostruisce la stagione in cui Gorizia si trasformò in laboratorio di umanità.

Le immagini di Berengo Gardin, realizzate insieme a Carla Cerati per il volume “Morire di classe”, squarciarono il velo dell'ipocrisia istituzionale, diventando le scintille che accesero il fuoco del cambiamento culturale culminato nella legge 180 del 1978. Depardon naviga i corridoi sospesi dell'ospedale di San Clemente come esploratore di mondi sommersi, mentre Scianna intesse una poesia visiva capace di restituire dignità ai pazienti che Basaglia liberò dalle catene della segregazione.

Il racconto prosegue a Palazzo Attems Petzenstein con una delle più vaste ricognizioni sulla rappresentazione novecentesca della guerra. “Back to Peace?”, organizzata da Erpac Fvg e Suazes in collaborazione con Magnum Photos, presenta oltre duecento foto, frammenti di uno specchio in cui l’umanità si riflette nei suoi momenti più estremi.

Dalle immagini di Robert Capa che danzano con la morte sulle spiagge di Normandia al lavoro di George Roger sui campi di concentramento, in dialogo con i disegni-fantasmi di Zoran Mušič da Dachau.

Il reportage di Wayne Miller sulle cicatrici atomiche del Giappone si affianca al “Le Retour” di Henri Cartier-Bresson sui prigionieri di guerra francesi. Completano l’affresco le fotografie di Werner Bischof, che documentò un'Europa ferita dalla Grecia alla Finlandia, il progetto Unicef di David Seymour sui bambini vittime dei conflitti, fino alla costruzione del Muro di Berlino. Installazioni video e paesaggi sonori amplificano la dimensione emotiva, collocando il visitatore in un percorso che attraversa distruzione e rinascita.

Il trittico si chiude a Casa Morassi, dove tre maestri della fotografia internazionale – Steve McCurry, Alex Majoli e Meta Krese – si confrontano con Gorizia, Nova Gorica e il tema del confine, tessendo reportage inediti. McCurry scava nella memoria isontina attraverso ritratti che sono finestre sull'anima dei testimoni storici, Majoli orchestra sinfonie visive dove la quotidianità diventa teatro di vita, mentre Krese compone mosaici delicati delle famiglie che abitano l'identità liquida del confine.

Gorizia inaugura il 25 ottobre la grande mostra “Tre sguardi” a Casa Morassi riqualificata

«Il valore di questa presentazione è la capacità di trasformare la memoria in motore di innovazione culturale», ha dichiarato il vice governatore Mario Anzil durante la presentazione delle esposizioni. «Le vicende storiche dell'Europa e dell'Isontino ritornano in queste mostre come chiavi di lettura del presente. Rappresentare la cultura di frontiera significa riconoscere che un territorio diventa narrazione e che il confine può trasformarsi da barriera a opportunità».

L'ampia partnership internazionale testimonia l'ambizione di proiettare Gorizia nell'olimpo della fotografia mondiale. Le tre mostre costruiscono una narrazione che attraversa la storia europea e isontina: dalla rivoluzione basagliana al secolo delle ferite e della rigenerazione, fino al presente di una città che guarda al futuro con una nuova identità condivisa.

Oltre 300 immagini, videoinstallazioni e reportage inediti compongono una partitura visiva che solo una Capitale Europea della Cultura può orchestrare: un invito a guardare oltre la superficie e immaginare un'Europa che sa trasformare le cicatrici del passato in semi di dialogo.

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