La mostra di Goldin prende forma a Treviso. Aperta la cassa con l’opera simbolo di Monet

Entra nel vivo l’allestimento dell’esposizione "Da Picasso a Van Gogh” con i capolavori dal Toledo Museum of Art che sarà inaugurata il 15 novembre a Santa Caterina. Il curatore: «Da Monet è nata la pittura astratta americana». Già prenotati 25.000 biglietti

Marina Grasso
Goldin vicino al quadro con le ninfee di Monet simbolo della mostra a Santa Caterina a Treviso
Goldin vicino al quadro con le ninfee di Monet simbolo della mostra a Santa Caterina a Treviso

Di casse contenenti capolavori ne ha aperte a centinaia, nella sua trentennale carriera curatoriale, ma lunedì 3 novembre al Museo di Santa Caterina di Treviso Marco Goldin era particolarmente emozionato nel poter condividere il momento con un gruppo più numeroso del solito.

È stata la prima volta, come lui stesso ha ricordato, che gli è stato consentito invitare la stampa ad assistere all’estrazione dalle casse di spedizione di un’opera. Un momento delicato, seguito con attenzione dalla curatrice del Toledo Museum of Art Vanessa Applebaum, che ha supervisionato l’apertura della cassa e la verifica del dipinto delle "Ninfee" di Claude Monet, realizzato tra il 1914 e il 1917 e arrivato in questi giorni da Auckland, dov’è stato esposto fino a fine settembre.

Dal 15 novembre sarà una delle opere centrali di "Da Picasso a Van Gogh. Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo. Capolavori dal Toledo Museum of Art", prodotta da Linea d’Ombra.

Le Ninfee di Monet sono arrivate a Treviso per la grande mostra di Goldin

«È da Monet e dalle sue innumerevoli "Ninfee" che ha dipinto per quasi trent’anni» ha spiegato Goldin durante la visita, tra le sale ancora in allestimento, «che nasce la pittura astratta americana. I grandi pittori degli anni Cinquanta e Sessanta, da Pollock a Morris Lewis, hanno guardato a quelle tele in cui tutto viene portato sulla superficie, come accade in questo capolavoro».

Il percorso espositivo, che il curatore definisce “un viaggio a ritroso nel tempo”, prenderà avvio dall’astrattismo americano con la grande tela di Richard Diebenkorn "Ocean Park n. 32" del 1970 per arrivare fino ai maestri dell’Ottocento.

L’esposizione occuperà l’intero Museo di Santa Caterina, che si presenterà con la sala ipogea completamente ricostruita per l’occasione «perché ogni opera abbia il suo spazio e la sua luce», sottolinea Goldin. Qui prenderà avvio la sequenza delle nature morte, aperta da Giorgio Morandi (1951) e Giorgio de Chirico, accanto a Camille Pissarro, Georges Braque, Henri Fantin-Latour e Victoria Dubourg. Seguiranno le vedute urbane, con la Venezia di Paul Signac (1905), e poi le figure e i ritratti, dove si alterneranno Modigliani, Renoir, Picasso, Degas, Manet, Bonnard, Willard, de Chirico e Matisse. Le ultime sale saranno dedicate ai paesaggi, con le visioni di Cézanne, Gauguin, Sisley, Signac, Caillebotte e Renoir.

Goldin all'apertura delle casse con le opere per la grande mostra di Treviso: "Ogni volta è un'emozione"

A chiudere la mostra sarà il "Campo di grano con falciatore" di Vincent van Gogh, dipinto ad Auvers-sur-Oise nel luglio 1890, pochi giorni prima della sua morte. Accanto al quadro, il più prezioso dell’esposizione, una piccola sala-cinema da circa cinquanta posti proietterà a ciclo continuo un film inedito di trenta minuti, scritto e diretto da Goldin e realizzato appositamente per questa occasione, dedicato agli ultimi giorni di Van Gogh, che il curatore ha già raccontato in un libro e in un fortunato spettacolo teatrale portato in tournée in tutta Italia.

Niente sarà lasciato al caso nell'allestimento, come ha anticipato Goldin: «Le pareti diventeranno una specie di pagina di libro, con testi e immagini che accompagneranno i visitatori e dialogheranno con le audioguide, che ho scritto e registrato personalmente e che saranno uno strumento fondamentale per capire il racconto della mostra, che non vuole essere solo una collezione di capolavori ma una storia da seguire passo dopo passo».

Saranno 61 le opere esposte, tutte di proprietà del Toledo Museum of Art, nominato nel 2025 miglior museo americano. Tra queste, quattro attese nei prossimi giorni, arriveranno direttamente dall’Ohio: scelte personali di Goldin che rendono Treviso non solo l’unica tappa europea del progetto, ma un vero unicum.

Tra queste figurano "Gli Spaccapietre" di Jean-François Millet, il primo quadro che venticinque anni fa il museo americano concesse a Goldin per una sua mostra a Treviso. «Il Toledo Museum è gelosissimo delle sue opere, che concede raramente in prestito» ha ricordato il curatore. «E se ogni mostra è sempre un’emozione nuova, questa lo è ancora di più, perché le opere del Toledo Museum of Art arrivano in Italia per la prima volta».

Ed è un arrivo che ha già catturato l’attenzione degli appassionati: sono oltre 25.000 le prenotazioni registrate, tanto che Goldin può affermare: «Credo che apriremo con 30.000 prenotazioni già effettuate». 

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