Addio alle gemelle Kessler: fecero sognare l’Italia in tv
Lunedì 17 novembre hanno scelto il suicidio assistito nella loro abitazione in Baviera. Avevano 89 anni. È il finale tragico di un varietà gioioso seminato di lustrini e paillettes

Inseparabili sui palcoscenici del mondo, il loro sincronismo danzante le rese celebri e così, insieme, Alice ed Ellen Kessler se ne sono andate lunedì, a 89 anni, nella loro casa di Grünwald, vicino Monaco di Baviera. La “Bild” rivela: «Si è trattato di suicidio assistito».
È il finale tragico di un varietà gioioso seminato di lustrini e paillettes. Le loro gambe — a metà del Novecento le due non avevano rivali quanto allo stacco di coscia — furono messe a libro paga dal direttore del Lido di Parigi con il corpo di ballo delle Bluebell Girls di Margaret Kelly. A sedici anni Alice ed Ellen fuggirono dalla DDR scivolando nella Germania Ovest in cerca di palcoscenici su cui ballare. Una passione che le aveva travolte già a sei anni quando entrarono nel teatro dell’Opera di Lipsia. Ciò che accadde in seguito è una storia italiana.

La Rai, alla fine dei Cinquanta, stava costruendo il prototipo del modello televisivo d’intrattenimento elegante, coreografico e internazionale. E fu Antonello Falqui — il regista del “Musichiere” e di “Canzonissima”, giusto per ricordare chi fosse questo genio dello schermo piccolo — a calamitarle nel Bel Paese dopo aver sbirciato un’esibizione in Francia. E qui comincia l’avventura tricolore delle statuarie ballerine.
Falqui le gettò in pasto al pubblico già con “Giardino d’inverno” una specie di music-hall che debuttò sul Programma Nazionale il 21 gennaio 1961. Non s’era ancora visto nulla di simile dentro il bussolotto di casa (in poche case, più nei bar, per il costo elevato dell’apparecchio). Ciò che abitualmente funzionava nei teatri — la rivista, certo — i primi manovratori della televisione italiana pensarono, a ragione, di farlo confluire nei salotti.
Gorni Kramer, il leggendario direttore d’orchestra del bianco e nero, agitava la bacchetta impartendo ritmi perlopiù americani, dal jazz di Chicago alle tonalità calde di Bahia. Conduceva il Quartetto Cetra. V’immaginate gli italiani? Impazzirono. E quando la platea stivaliera incontrò le Kessler, figuratevi, ci fu un’esplosione di gradimento, che anticipò l’Auditel. Assieme a loro debuttò anche Ornella Vanoni.
Le gemelline lanciarono i brani “Pollo e Champagne” e “Concertino”, ma si comprese subito che le due bambole teutoniche — originarie di Nerchau, in Sassonia — avrebbero “spaccato in due” il televisore, come si dice in gergo. E arrivò la notorietà, da Bolzano a Palermo, quando nell’ottobre del ’61 la sigla di “Studio Uno” fu affidata a loro. E fu “Da-Da-un-pa” mania, una canzone musicata da Bruno Canfora con il testo di Dino Verde.
Due autori immensi di quell’irripetibile decennio della tivù italiana. Molto casto, questo va detto. Infatti le gambe di Alice e di Ellen furono protette da pesanti calze nere per non solleticare la fantasia erotica degli spettatori. Be’, se è per questo, anche un paio di parole definite “ambigue” erano impronunciabili in tv: cazzuola e membro del parlamento.
Vabbè, anni casti, molto casti, si diceva. Fra il 1966 e il 1980 le Kessler Sisters incisero diciassette 45 giri e, dopo aver girato del cinema poco conosciuto in patria, toccò al grande schermo italiano imprimere su pellicola la loro fragranza nord europea. E non solo. Le ricordiamo in tre film: “Le bellissime gambe di Sabrina” di Camillo Mastrocinque, ne “Il giovedì” di Dino Risi, con mattatore Walter Chiari, e ne “I complessi” di Luigi Filippo D’Amico nel celeberrimo episodio di “Guglielmo il dentone” con Alberto Sordi.
E arrivò “La prova del Nove”, nel 1965. Allora, il sabato sera, verso fine anno, scattavano i programmi legati alla Lotteria Italia. Anche “Canzonissima”, certo, ma le trasmissioni cambiavano spesso insegna. Le Kessler si presentarono al fianco di Corrado e di Chiari. Quell’anno vinse Gianni Morandi con “Non son degno di te”, lasciandosi alle spalle Vanoni e Villa.
A metà dei Settanta le Kessler posarono per la copertina di “Playboy” e si ricorda ancora il grande successo editoriale della rivista. Alice ed Ellen non ebbero figli. Alice flirtò a lungo con Enrico Maria Salerno, mentre Ellen con Umberto Orsini.
Nel 2011 rientrarono a teatro col musical “Dr.Jekyll e Mr.Hyde” e, tre anni dopo, salirono sul palco dell’Ariston per la seconda serata del Sanremo 2014 riproponendo “Quelli belli come noi”. Da allora scelsero di ritornare a casa.
La scelta di morire nello stesso giorno
Inseparabili nella vita, unite per sempre nella morte tanto da ricorrere al suicidio assistito. Addio alle gemelle Alice e Ellen Kessler: a darne la notizia è stato il giornale tedesco Bild. Si sono spente insieme nella loro abitazione di Grünwald, vicino a Monaco di Baviera. Sono state trovate senza vita nella casa dove vivevano l’una accanto all’altra, in due appartamenti confinanti, separati solo da una parete scorrevole.
«Un bellissimo ricordo di quegli anni legato anche ad una grande amicizia». È quello che si porta con sé Johnny Dorelli delle sorelle Kessler con cui aveva condiviso l’esperienza della guida di Canzonissima nel 1969 e recitato nella serie K2+1 del 1971. Giorgio Domenico Guidi, il suo nome all’anagrafe, si è detto«molto addolorato per la loro scomparsa», ricordandole «con stima e affetto oltre che per la grande professionalità».
«Le gemelle Kessler erano molto più del Da-da-un-pa, o di Là notte è piccola. Erano donne intelligenti e molto colte. Ci hanno insegnato a spaziare oltre la televisione, ad andare oltre i pregiudizi» il ricordo di Leopoldo Mastelloni. «Una morte «kessleriana, con tutto programmato e puntuale. Sono addolorato e mi dispiace. Mi ha sorpreso ma il fatto che se ne siano andate insieme è coerente visto il rapporto che avevano e i loro caratteri dissimili ma in qualche modo uguali». —
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