A Kim Novak il Leone d’oro alla carriera della Biennale cinema 2025

La diva hollywoodiana, 92 anni: «E’ un sogno che si avvera, conserverò nella memoria ogni momento trascorso a Venezia»

La redazione
Kim Novak, Leone d'oro alla carriera della Biennale cinema di Venezia 2025 (Foto Agf)
Kim Novak, Leone d'oro alla carriera della Biennale cinema di Venezia 2025 (Foto Agf)

E’ l'ultima delle grandi stelle del cinema dell'epoca d'oro. Tra il 1958 e il 1960 fu la star numero uno al box office mondiale. Oggi vive come una felice leggenda, da poeta e artista. A Kim Novak, 92 anni - protagonista di film memorabili come La donna che visse due volte, Picnic, Una strega in paradiso – è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera della 82a Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, che si terrà dal 27 agosto al 6 settembre.

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale, che ha fatto propria la proposta del direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera.

Kim Novak, nell’accettare la proposta, ha dichiarato: «Sono molto, molto colpita di ricevere il prestigioso premio del Leone d'oro da un festival cinematografico tanto rispettato. Essere riconosciuta per l’insieme del mio lavoro in questo momento della mia vita è un sogno che si avvera. Conserverò nella memoria ogni momento trascorso a Venezia. Riempirà il mio cuore di gioia».

A proposito di questo riconoscimento, il direttore Alberto Barbera ha affermato: «Assurta al ruolo di Diva senza averne l’intenzione, Kim Novak è stata una delle protagoniste più amate di un’intera stagione del cinema hollywoodiano, dall’esordio casuale alla metà degli anni Cinquanta, sino al prematuro e volontario esilio dalla prigione dorata di Los Angeles, non molto tempo dopo. Un sistema che l’attrice non ha mai smesso di criticare, scegliendo i suoi ruoli e anche il suo nome. Costretta a rinunciare a quello di battesimo, Marilyn Pauline, perché associato alla Monroe, si batté per conservare il cognome, accettando in cambio di tingersi di quel biondo platino che fece epoca. Indipendente e anticonformista, creò una propria casa di produzione e scioperò per rinegoziare uno stipendio molto inferiore a quello dei suoi partner maschili. All’esuberante bellezza, alla capacità di dar vita a personaggi ingenui e discreti ma anche sensuali e tormentati, al suo sguardo seducente e talvolta dolente, deve l’apprezzamento di alcuni dei maggiori registi americani del momento, da Billy Wilder (Baciami stupido), a Otto Preminger (L’uomo dal braccio d’oro), Robert Aldrich (Quando muore una stella), George Sidney (Incantesimo, Un solo grande amore, Pal Joey) e Richard Quine, con il quale diede vita ad alcune indimenticabili commedie romantiche (Criminale di turno, Una strega in paradiso, Noi due sconosciuti, L’affittacamere). Ma la sua immagine resterà per sempre legata al doppio personaggio di La donna che visse due volte di Hitchcock, diventato il ruolo della sua vita. Il Leone d’oro alla carriera intende celebrare una star libera, una ribelle nel cuore del sistema, che ha illuminato i sogni della cinefilia prima di ritirarsi in un ranch nell’Oregon per dedicarsi alla pittura e ai cavalli».

In occasione della Mostra del cinema, quando le sarà consegnato il riconoscimento, sarà anche presentato in prima mondiale il documentario Kim Novak’s Vertigo di Alexandre Philippe, realizzato con la collaborazione esclusiva dell’attrice.

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