Eros Ramazzotti torna con “Il mio giorno preferito”: dietro il brano il produttore padovano Michele Canova

Il nuovo singolo di Eros Ramazzotti segna il ritorno al pop tradizionale. Alla produzione c’è Michele Canova, che racconta il lavoro con Calcutta, Tommaso Paradiso e altri artisti

Leandro Barsotti
Michele Canova
Michele Canova

Eros Ramazzotti torna dopo tre anni ad accendere il pop tradizionale con una vera hit radio dal titolo "Il mio giorno preferito", da ieri in tutte le piattaforme nelle versioni italiana e spagnola.

Dietro a questa produzione di spicco c’è Michele Canova, padovano, 53 anni, trenta di carriera strepitosa: da Sarmeola di Rubano, a Los Angeles fino ai suoi attuali studi milanesi, Michele Canova (in arte anche Kaneepa) ha creato i lavori di decine di artisti top. Il ritorno di Eros nella produzione Canova promette grandi cose non solo in Italia.

«Questo primo brano è solo un assaggio del nuovo album di Ramazzotti, atteso entro fine anno, e che è frutto di collaborazioni importanti», spiega Michele Canova che ha da qualche tempo avviato una tecnica di lavoro molto americana: la riunione di un collettivo artistico in una sola seduta di studio in cui ognuno partecipa a suo modo al prodotto finale.

«Anche "Il mio giorno preferito" è un esempio di approccio collaborativo al songwriting», ci dice. «Il pezzo è stato scritto da me e Ramazzotti, e hanno partecipato Calcutta, Tommaso Paradiso e Antonio Cirigliano, chitarrista di Angelina Mango. Questo particolare team di scrittura è uno dei gruppi di lavoro che ho creato io. Calcutta è mio vicino di casa. Tommaso Paradiso l’ho conosciuto più di recente, durante la produzione del disco di Morandi, a cui abbiamo lavorato entrambi».

Ma come fanno così tante personalità artistiche a collaborare in una sintesi in forma canzone di tre minuti? «Il processo di scrittura è "hands on", sperimentazione in diretta», spiega il produttore padovano. «Eros ha portato un'idea musicale, mentre Cirigliano ha suonato le chitarre per la base preparata il giorno prima da me. Sia Calcutta che Paradiso hanno contribuito in egual misura sia al testo che alla musica. Il metodo prevede sessioni di improvvisazione sulla base musicale, registrando linee melodiche in un "finto inglese" e poi componendo il meglio di ogni take per dare forma a strofe, pre-chorus e ritornelli».

Canova sottolinea come la vera arte in queste sessioni sia la creazione di una «coscienza collettiva al servizio dell'artista». Autori come Calcutta e Paradiso, pur essendo artisti di successo, annullano la propria persona artistica per mettersi al servizio (in questo caso) di Ramazzotti. «Non tutti gli artisti sanno essere autori efficaci per altri, anche se scrivono grandi canzoni per se stessi», precisa.

Con un occhio sempre attento all'evoluzione del panorama musicale, Michele Canova offre una prospettiva privilegiata sui cambiamenti in atto: «Il gusto dei giovani artisti cambia veloce. Dopo anni dominati da trap e rap, che si sono poi spostati verso il pop, la musica sta vivendo un nuovo ciclo. C’è un ritorno agli strumenti, al suonato, e al cantautorato, con una maggiore attenzione alla capacità di raccontare qualcosa di più strutturato rispetto ai 30 secondi di TikTok», dice.

«Gli arrangiamenti musicali stanno riscoprendo gli anni '90, con richiami a band come Oasis o Primal Scream. Un altro dato interessante è l'allungamento della durata media delle canzoni, che da 2 minuti e 40 secondi sta tornando a superare i 3 minuti, sono statistiche ufficiali».

Nonostante la sua immensa influenza come produttore, Michele Canova ha avuto un rapporto complesso con la visibilità. Inizialmente, si definiva un «produttore ancora un po' col camice bianco, che non voleva essere riconosciuto».

Tuttavia, con l'emergere di una nuova generazione hip-hop, è diventato più comune che i produttori abbiano un volto e un ruolo più protagonista. Questo ha portato alla moda degli album di produttori, che aggregavano diversi artisti, generando a volte grande successo in termini di streaming.

Per quanto lo riguarda, Michele Canova non è interessato a fare un altro album a proprio nome: «Però mi piace ogni tanto uscire con un pezzo mio, e credo di fare qualcosa presto. Desidero pubblicare musica a nome "Canova", magari con la collaborazione di amici artisti che cantino sulle mie canzoni, dato che io non so cantare», dice ridendo. Ma intanto, sbirciando la sua pagina Spotify, si trovano numeri molto alti per i suoi precedenti album “Level One” e “Level two”: il brano “Sorpresa”, cantato da Nayt, ha superato i 12 milioni di ascolti.

«Nonostante le sfide e i periodi di normale stanchezza», conclude Michele Canova, «sono gasatissimo in questo momento della mia carriera, e dopo il mio ritorno da Los Angeles, dove ho lavorato a lungo imparando tantissimo, oggi nel mio studio di Milano sto vivendo una nuova giovinezza sia artistica che editoriale. La musica continua a divertirmi, a emozionarmi, a farmi capire il mondo e soprattutto mi fa vivere nuove splendide amicizie».

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