A Monfalcone la super-mostra dedicata a De Chirico: 48 opere rare e “inedite”
Da venerdì 28 novembre al 6 aprile l’evento culturale di punta alla Galleria d’arte contemporanea. Gran parte dei “pezzi” de “La meccanica del pensiero” arrivano da collezioni private, che difficilmente si rivedranno in Italia

«Tanti alter ego, in una sola versione di se stesso». Sipario sulle parole del curatore Cesare Orler, in una succinta lectio a favor di stampa sull’artista Giorgio De Chirico, padre della pittura metafisica, in carnet da venerdì 28 novembre alla Galleria d’arte contemporanea di piazza Cavour, punta di diamante della programmazione culturale monfalconese che da 10 anni ormai attraversa con versatilità e filo logico generi, stili e linguaggi espressivi.

Perché la retrospettiva è un unicum? Per tanti motivi. Nella vastità delle riproposizioni di allestimenti su questa cruciale corrente artistica del Secolo breve, la mostra, a ingresso libero, di Monfalcone espone 48 opere attinte per la più parte da importanti collezionisti privati, con sede legale all’estero. Si tratta di “pezzi”, l’ha detto senza troppi giri di parole Orler nella preview, che in alcuni casi forse «non saranno più esposti in Italia». Insomma, uno sguardo ravvicinato su opere inaccessibili o comunque avulse dai tradizionali circuiti dei prestiti museali. È il caso di una natura morta (ma non viene specificato quale per ragioni di sicurezza, come l’esatto ammontare del valore economico delle tele appese in galleria, tutte assicurate e massimamente vigilate) che arriva da Montecarlo.

Altro motivo delle peculiarità del percorso espositivo a ticket gratuito, intitolato “La meccanica del pensiero”, un certo ribaltamento delle modalità di narrazione del Maestro: partendo proprio dalle nature morte (che però per lui sono ancora still life, vita silente nell’accezione anglosassone dell’espressione, a cominciare dal gioco di riverberi sugli acini, specchio di luce) viene ricostruito in sei sezioni l’universo dechirichiano, scolpito in oli su tela e disegni su carta, fino al celebre “Plastico dei Bagni misteriosi”, datato 1973, cinque anni prima che l’estro dell’artista si spegnesse per sempre. Ne emerge così una ricostruzione del pensiero e, quindi, dell’atto creativo.
De Chirico ha saputo spogliare le fragilità dell’uomo, per sottrazione di emozioni, sublimandolo in manichino, come si vedrà nel dipinto “Ettore e Andromaca”, quadro che da solo merita una capatina in galleria, dove il vernissage, venerdì, è alle 18. Pane per i denti di Luca Fasan, sindaco con la passione per il cavalletto: «Con orgoglio sono qui a presentare una delle più belle mostre di sempre, che ho voluto per la nostra città».
Il percorso abbraccia i due piani del contenitore di piazza Cavour e un arco temporale abbastanza ampio per fare numeri mirabolanti: si chiuderà il 6 aprile 2026. «Dieci anni fa – sempre Fasan – abbiamo avviato un percorso culturale ambizioso. Dopo aver portato qui maestri come Kandinskij, Fontana, Crali, Balla, Boccioni e Afro, si consolida con De Chirico un cammino di constante valorizzazione degli spazi urbani, rendendo Monfalcone punto di riferimento nel panorama regionale artistico». Prossima tappa, ha promesso il sindaco, dopo astrattismo, avanguardie, futurismo e spazialismo, il surrealismo. René Magritte? Magari. Per ora niente nomi, la mostra è ancora tutta da aprire e assaporare nelle sue sfumature. Ma perché la scelta è ricaduta sulla Metafisica? Fasan ci ha visto dei parallelismi storici angoscianti di cui De Chirico – accanito lettore di Schopenhauer e Nietzsche – fu precursore: «Una visione onirica e introspettiva che s’è aperta poi sullo spaccato della guerra. Motivo di riflessione pensando all’oggi».
Sei, sole, dunque, le opere che provengono da gallerie o strutture: Gnam di Roma, Casa museo Remo Brindisi di Comacchio e Mart di Rovereto. Il resto da collezioni private. E questo tesoro espressivo è tutto ripartito in sei aree tematiche, che contemplano le nature morte, il disegno, cavalli e cavalieri, i ritratti, la fase barocca e i paesaggi, la neometafisica con le piazze e le stazioni dei treni.
Per ricreare lo scenario di queste 48 opere sono serviti naturalmente ingenti fondi: 170 mila euro sono giunti come cadeaux natalizio, dato che la retrospettiva è pure inserita (ma con capitolo finanziario a parte) nel “Sogno del Natale”, dalla Regione. Invece 18 mila vengono dalla mecenate Bcc e 50 mila dal Comune.
Per l’istituto di credito, ha parlato Marco Ghinelli, portando i saluti del presidente Carlo Feruglio: «La passione e la conoscenza di curatore e sindaco stanno contagiando pure me che sono un bancario. Siamo contenti di aver intrapreso il rapporto di partnership con l’amministrazione comunale e contiamo di organizzare qualcosa anche per i nostri cinquemila soci, di modo che attraverso l’occasione di visitare una bella mostra possano anche consumare nei locali del territorio, portando economia. Dobbiamo far spostare un po’ le persone dai territori vicini».
Di certo il Comune punta a mobilitare le scolaresche e le 270 associazioni attive in città. Per Orler «l’impianto espositivo non ricalca modelli consolidati, ma propone un corpus raro, un unicum. Che si compone attraverso molteplici nuclei tematici e biografici restituendo la profondità di una visione artistica e la complessità di un universo poetico». Il progetto espositivo si arricchisce del catalogo di Gaspari Editore, dove si documentano i contenuti e si conserva l’esperienza della visita.
La mostra sarà visitabile il mercoledì dalle 10 alle 13, il venerdì, il sabato, la domenica e nei festivi anche dalle 15 alle 19. Per le visite guidate, sempre gratuite così da permettere a tutti di vivere pienamente l’allestimento, questi gli orari: venerdì alle 17.30, sabato, domenica e festivi alle 11, alle 16 e alle 17.30. Per info e prenotazioni: 0481 494177/371 oppure galleria.didattica@comune.monfalcone.go.it.—
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