Il Castello dei confini a Kromberk
Guerre, incendi, distruzioni, tensioni e trame nobiliari:
Kromberk, in Slovenia, ha alle spalle una storia tormentata e avvincente


Distrutto da un incendio durante la Grande Guerra, ricostruito e ridotto in macerie dal secondo conflitto mondiale, il sobrio e solitario Castello di Kromberk ha subito le sorti del mutare dei confini in una delle aree dove la storia li ha più volte spostati.
Come si arriva
Attraversato il valico della Casa Rossa di Gorizia si entra in Slovenia, si percorre la strada 103 e, lasciandosi Nova Gorica a ovest, si procede verso est, verso le colline per una decina di chilometri.
Si giunge a Kromberk, già Moncorona. A mezza costa, circondato da un parco secolare, appare l’edificio oggi prestigiosa sede espositiva del Goriški muzej. Si presenta con le sembianze di un castello, suggerite dalla presenza di 4 torri.
Ma il progetto originario del XIII secolo era di residenza, acquistata dal ramo goriziano dei conti Coronini nel XVII, dopo aver ricevuto dagli Asburgo il titolo di conti che ne sanciva il potere e prestigio a corte. Ruolo solidamente conservato fino al disfacimento dell’Impero alla fine della Grande Guerra.
La famiglia, arrivata nel Goriziano dalle valli bergamasche, elesse il complesso a residenza principale fino al 1820 quando si trasferì a Palazzo Zangraf nella Gorizia italiana, oggi sede della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, ma questa è un’altra storia.
Il secolo breve
Distruzioni e ricostruzioni segnarono nel secolo breve il Castello di Kromberk. Incendiato nel 1916 venne ricostruito da Guglielmo Coronini nel 1936, ma nuovamente devastato dalla guerra nel 1943 e nazionalizzato, assieme a tutte le proprietà della famiglia restate in territorio sloveno che i ridefiniti confini assegnarono nel 1947 alla neonata Jugoslavia.
Ma essendo stati “padroni” amati e stimati dai coloni sloveni, i conti Nicoletta (1896-1984), Francesco (1899-1964) e Guglielmo (1905-1990) attesero che la grande storia restituisse la possibilità di ritornare.
La contessina Nicoletta
Vivo è ancora il ricordo della contessina Nicoletta che, donna devota, quando i confini divennero meno blindati, si recava a Kromberk per assistere alla Santa Messa e incontrava i locali, portando doni di prima necessità.
Lei che parlava lo sloveno tanto si era spesa durante l’occupazione nazista a difesa della popolazione accusata di collaborare con i partigiani di Tito, contribuendo a salvarli dalle deportazioni.
E fu proprio al conte Guglielmo che le autorità della Federativa chiesero consiglio negli anni ‘50 per ricostruire il complesso con la finalità di adibirlo a museo.
Ci furono anche dei “do ut des”; il conte, in cambio di due statue in pietra oggi collocate nel parco della Fondazione goriziana, riportò oltre confine due dipinti di nobiluomini oggi esposti al primo piano dell’edificio nel raffinato e originale riallestimento del salotto Biedermeier.

Un ambiente che ha una storia interessante: i mobili e gli arredi sono di proprietà italiana ma, dopo il necessario intervento di restauro realizzato dai laboratori museali sloveni, resteranno esposti a lungo termine negli spazi, per i quali, forse, erano stati realizzati nella prima metà dell’800.
Guglielmo infatti intuendo che le cose si stavano mettendo male portò via dal castello tutto il possibile e la guerra distrusse il resto.
L’idea di ricongiungere quello che la grande Storia aveva separato, antesignana dall’anno 2025 che vedrà le due città capitale europea della cultura, è frutto della collaborazione di due storiche dell’arte: la slovena Katrina Brešan e l’italiana Cristina Bragaglia Venuti.
Nelle altre sale del museo, su due piani, sono esposte le collezioni di arte antica dal tardo gotico al barocco, suddivise per tematiche con una sezione di opere contemporanee. Ha invece l’impronta del reportage la mostra fotografica che racconta la nascita e la vita di Nova Gorica.
Tutto attorno gli alberi secolari del parco, testimoni muti, e un teatro all’aperto per spettacoli e concerti estivi.
Sede, siti, contatti: le informazioni utili
Goriški muzej - Museo del Goriziano, Nova Gorica Slovenia www.goriskimuzej.si, goriski.muzej@siol.net.
Orario invernale: 9–17, orario estivo: 10–18, lunedì chiuso, sabato su prenotazione. Fondazione e Museo Palazzo Coronini Cronberg a Gorizia, ingresso via dei Coronini 1, www.coronini.it, orario da mercoledì a venerdì: 10-13, 15-18, sabato e domenica: 10-13, 14-18, tel. 0481 533485, e-mail: info@coronini.it.
Per saperne di più: consigli di lettura
Letture e curiosità: “Delle mie gioie ed oggetti d’oro“ e “Donne allo specchio” a cura di Cristina Bragaglia Venuti, il primo con Maddalena Malni Pascoletti, il secondo arricchito dal saggio di Lucia Pillon su Nicoletta Coronini Cronberg.
Guglielmo Coronini, ultimo discendente del casato, ha donato il patrimonio di palazzi a Gorizia e non solo e quanto in essi contento al capoluogo isontino, oggi gestito dalla omonima Fondazione.
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