Un nuovo libro sulla Bora, "Quel gran vento di Trieste”

Martedì alla libreria Feltrinelli di Trieste la presentazione del primo volume del nuovo progetto editoriale “La collana di Ies”, che l’autore Rino Lombardi, padre del Museo della Bora, dedica al vento simbolo della città

Zeno Saracino
Una cartolina di Aldo Aronne
Una cartolina di Aldo Aronne

“E come la Bora che vien e che va, i dixi che ‘l mondo se ga ribaltà!”. La canzone più famosa di Trieste incolpa la Bora di un crimine mai commesso: furono infatti i freni (rotti) del tram a causare il rovesciamento del 1902, presagio di ben più gravi “ribaltoni” del Novecento.

Eppure la canzone originale era addirittura chiamata “La nova Bora” e si inserisce in una fertile tradizione canora triestina dove la Bora è spesso protagonista: dalla prima canzone di Ermanno Curet del 1899 a Lucio Corsi nel 2020.

La Bora vista da Lojze Spacal
La Bora vista da Lojze Spacal

 

È solo una delle tante spigolature presenti nel primo volume del nuovo progetto editoriale “La collana di Ies”, dal titolo “Bora. Quel gran vento di Trieste”, dedicata dal “principe della Bora” Rino Lombardi al vento simbolo della città. La nota rivista bilingue (che conserva, anche in questo caso, la traduzione in inglese) ha scelto di esordire nel mercato librario con un bel volume illustrato: la direzione editoriale è di Giovanni Marzini, il progetto grafico di Matteo Bartoli ed Elisa Dudine (Basiq), la pubblicazione di Prandicom, gli scatti fotografici del fotoreporter Gabriele Crozzoli e il (ricco) apparato storico della Fototeca dei Civici Musei di Storia e Arte.

Produzione grafica pertanto sontuosa, con copertina rigida, pagine interne colorate e una raffinatezza nel layout generale, a cui fa tuttavia da contraltare la leggerezza dei testi di Lombardi: impeccabili sotto il profilo storico, ma intessuti di battute, aneddoti e soprattutto riferimenti al contemporaneo.

La copertina del libro
La copertina del libro

L’obiettivo rimane raccontare la storia del legame tra la Bora e Trieste attraverso tutte le sue sfaccettature: si parte dalle diverse tipologie di vento, affiancate da alcune raffinate immagini di Roberto Pastrovicchio e Massimo Gardone, procedendo con un’agile cronistoria nel secolo breve, dalla terribile gelata del 1929 alla “grande fuga” dell’Ursus nel 2011.

La storia della Bora è - forse inevitabilmente - anche quella della città, da lei modellata nelle strade e negli umori dei cittadini: ed ecco allora tutta la produzione letteraria, musicale e artistica, con le cartoline di Cesare Polli (1903) e José e Renzo Kollman; gli scatti della Fototeca con alcune, inedite, chicche quali l’attrice Nyta Dover fotografata in una metafisica piazza Unità spazzata dalla Bora nel 1954; e le ispirazioni artistiche più recenti, come l’ormai popolarissimo Jan Sedmak.

La Bora è tuttavia anche un grande nemico, specie quando soffia forte; e tutta la città è infatti disseminata di strategie evolutive consolidatesi in tre secoli di faticosa convivenza con questo vento. Il volume allora dedica un particolare spazio ai tanti accorgimenti stratificatesi negli anni: dalle corde a cui afferrarsi, oggi scomparse; alle “tientibene”, i corrimano ancora presenti in Città Vecchia; alle fontane paraschizzi; ai pertugi escogitati nelle case triestine, con le doppie finestre, quelle a ghigliottina, “con lo sburto”; alle feritoie di medievale memoria sull’altipiano.

Risultano commoventi, in quest’ambito, le testimonianze raccolte dal Museo della Bora sugli accorgimenti casalinghi un tempo usati: c’era chi metteva sacchi di cemento nell’auto, onde il cofano non si sollevasse; chi preferiva infilare basi dei ferri da stiro nelle cartelle o piombi negli zaini; per non citare, poi, le varie tipologie di “iazini”.

Ma la Bora è ancora quella d’un tempo? Non manca, nel volume, una sezione scientifica con il presidente della Società meteorologica Alpino Adriatica Renato R. Colucci che ammette come “le violente tempeste di Bora legate alle irruzioni di aria artico-continentale siano drasticamente diminuite negli ultimi decenni”.

Il volume verrà presentato martedì 9 dicembre alle 18 alla libreria Feltrinelli di Trieste (via Mazzini n. 39) con la presenza dell’autore Rino Lombardi e dell’editore Federico Prandi. —

Riproduzione riservata © il Nord Est