Il regalo di Venezia a Marina Abramović: una mostra alle Gallerie dell’Accademia
«Trasforming Energy» durante la Biennale d’Arte del 2026 inviterà il pubblico a sperimentare oggetti per sentirne l’energia. l’artista «Un grande onore»

Di incroci tra Marina Abramović e Venezia ce ne sono stati tanti, soprattutto negli ultimi venticinque anni. Arte e cinema hanno portato in più occasioni la madrina della performance art in laguna. Ma nel 2026, quando l’artista serba naturalizzata statunitense compirà 80 anni (a novembre), Venezia le renderà omaggio celebrandola - prima donna vivente ad avere questo privilegio - con una mostra alle Gallerie dell’Accademia. “Marina Abramović: Transforming Energy” sarà presentata - e resterà aperta - in occasione della 61a Esposizione internazionale d’arte della Biennale che prenderà il via il 6 maggio e si chiuderà il 19 ottobre. Inevitabile pensare, fin d’ora, a come l’arte moderna performativa di Abramović possa “incastrarsi” fra i capolavori rinascimentali di Venezia.
Ci ha pensato di sicuro Shai Baitel, il direttore artistico del Museo di Arte Moderna di Shangai al quale è stato affidato l’incarico di curatore. Le opere troveranno posto sia nelle sale della collezione permanente che in quelli delle mostre temporanee, e anche questa è una novità per l’istituto che ospita l’evento. Peraltro, volendo cercare qualche connessione, l’uso che Abramović ha sempre fatto di materiali come il quarzo, l’ametista e altri elementi naturali richiama la storia del mosaico veneziano e la stessa ricerca della trasformazione, sia materiale che metafisica, tipica del Rinascimento. Mettendo il corpo del visitatore al centro dell’opera la mostra inviterà a riflettere sulla possibilità di un cambiamento interiore.
Al centro di “Transforming Energy” ci sarà l’incontro tra passato e presente, materiale e immateriale, corpo e spirito. I visitatori saranno invitati a sperimentare una serie di Transitory Objects interattivi - letti e strutture in pietra con cristalli incastonati - sdraiandosi, sedendosi o rimanendo in piedi su di essi. E dunque mettendo in moto quella che l’artista definisce “trasmissione di energia”.

Opere iconiche come Imponderabilia (1977), Rhythm 0 (1974), Light/Dark (1977), Balkan Baroque (1997) e Carrying the Skeleton (2008) si affiancheranno a proiezioni di performance storiche, mentre nuove creazioni realizzate per l’occasione metteranno in risalto la sua lunga ricerca su resistenza, vulnerabilità e trasformazione. Uno dei momenti culminanti della mostra sarà la presentazione di Pietà (with Ulay - 1983), posta in dialogo diretto con la Pietà di Tiziano (ca. 1575-76), l’ultimo capolavoro incompiuto dell’artista, terminato da Palma il Giovane. Questo storico accostamento, a 450 anni dalla Pietà di Tiziano, rileggerà le tipologie rinascimentali di dolore, trascendenza e redenzione attraverso una lente contemporanea, sottolineando il ruolo perenne del corpo umano come luogo di sofferenza e insieme di elevazione spirituale.
Venezia secondo Marina

«Avevo 14 anni quando mia madre mi portò per la prima volta alla Biennale di Venezia», racconta Marina Abramović. «Viaggiammo in treno da Belgrado e, quando uscii dalla stazione e vidi Venezia per la prima volta, iniziai a piangere. Era così incredibilmente bella - niente di simile a ciò che avevo mai visto. Da allora, tornare a Venezia è diventata una tradizione e, dopo aver ricevuto il Leone d’Oro nel 1997, la città ha sempre occupato un posto speciale nella mia vita. Ora, mentre mi preparo a celebrare i miei 80 anni, torno per una ragione ancora più significativa: essere la prima artista donna a presentare una mostra che si sviluppa lungo il percorso espositivo delle Gallerie dell’Accademia, compresa la collezione permanente, con “Transforming Energy”. È un onore profondo e sono profondamente commossa da questa opportunità».
L’arte contemporanea alle Gallerie non è una novità. Ma la mostra sarà un evento. «L’apertura al contemporaneo in concomitanza con la Biennale d’Arte è diventata un appuntamento fisso e molto atteso», ammette il direttore delle Gallerie, Giulio Manieri Elia.
«Il museo rinnova così il suo stimolante dialogo tra arte antica e moderna. Siamo onorati e felici che sia ora la volta di Marina Abramović, la prima artista donna insignita del Leone d’Oro dalla Biennale di Venezia nel 1997».
Riproduzione riservata © il Nord Est