Andrea Romeo: «Ve lo do io il cinema»
Il padovano fondatore della casa di distribuzione IWonder parla dopo il trionfo di Venezia 82, con tre premi: «Felici per The Voice ma anche per Jarmusch»

Andrea Romeo, 51 anni, ha una passione per il cinema che gli brucia dentro da più di trent’anni. Nasce nei cineclub padovani e prende una forma concreta quando a 18 anni comincia a scrivere di film per “Il Mattino di Padova”.
Dopo aver studiato al liceo Marchesi e al Dams di Bologna, Romeo ha ideato numerosi progetti tra cui il “Future Film Festival”, il “Biografilm Festival” e la casa di distribuzione I Wonder, trionfatrice all’ultima Mostra del cinema di Venezia grazie a tre premi prestigio, mancando di pochissimo il Leone d’Oro con “The Voice of Hind Rajab”, il film della tunisnina Kaouther Ben Hania che tutti davano come vincitore. Se fosse stato per il presidente di giuria Alexander Payne, sarebbe stato ex aequo con il film “Father Mother Sister Brother” di Jim Jarmush.

«La giuria è sovrana e imprevedibile, non tiene conto della critica cinematografica, della politica e dell’apprezzamento del pubblico. È assolutamente indipendente ed è bene che sia così», attacca Romeo all’indomani del verdetto. «I premi sono comunque un motivo di festa e noi, da questa edizione, torniamo più che felici anche perché pubblico e critica hanno riconosciuto “The Voice of Hind Rajab” come l’opera simbolo dell’82a Mostra. Per me resterà indimenticabile l’applauso (24 minuti, ndr) ed è stato significativo vedere i dipendenti della Biennale uscire dai loro uffici per applaudire il film. E poi la standing ovation durante la serata finale. Ma siamo felici anche per il Leone d’oro vinto da Jarmusch, che da cinefilo considero un grande narratore».
I Wonder si è presentata alla Mostra con sette film. Segno di un grande feeling verso questa manifestazione?
«Certamente è un segno di sintonia con la visione di Alberto Barbera. Avevamo già nel nostro catalogo film come “The Voice of Hind Rajab”, di cui avevamo seguito lo sviluppo fino al soggetto anche perché con la regista Hania avevamo lavorato al suo film precedente (“Four Daughters”) e stiamo già lavorando al prossimo. “The Smashing Machine” è frutto di una collaborazione che dura da tempo con il produttore A24. La selezione di Barbera ci ha anche permesso di scoprire “En el camino”, un film in linea con la nostra personale ricerca di nuove voci del cinema. Non ci aspettavamo di vincere Orizzonti per la quarta volta, dopo “Nico”, “Liberami” e “The Explanation for Everything”».
La Mostra anche quest’anno per lei deve essere stata un’esperienza che lascia tanti ricordi. Qualcuno in particolare?
«È un luogo che considero casa, dove si cresce, si scoprono nuovi autori e si crea una comunità forte. Nel tempo, da quando esiste I Wonder, ho visto emergere talenti come Carolina Cavalli e Andrea Pallaoro, abbiamo vissuto grandi successi come il premio per “The Look of Silence” e riconoscimenti come il Leone d’Oro al coraggiosissimo “Tutta la bellezza e il dolore” e la Coppa Volpi a Charlotte Rampling. Venezia è il mio festival preferito».
Casa I Wonder quest’anno è diventata un luogo di culto per i cinefili. Può raccontare questo progetto?
«Casa I Wonder è un progetto di ospitalità e condivisione. Sabato, dopo la vittoria per la miglior regia, è stato bellissimo vedere Benny Safdie versare champagne per il nostro staff. È stato un bel gesto per ringraziare le persone che hanno lavorato per lui e per gli altri. È un bel modo di stare insieme, di mettere in contatto registi, autori e appassionati di cinema. Le scelte editoriali le faccio io, certo, ma siamo in 42 a lavorare per I Wonder, e tutti contribuiamo a far sì che i film si esprimano al meglio. È stato molto bello anche il momento in cui si sono incontrati da noi Kaouther Ben Hania e Jim Jarmusch, quasi una settimana prima dell’annuncio dei premi. Nessuno poteva immaginare che avrebbero vinto i due premi principali. È stato un momento di grande complicità, come quello tra Ben Hania e Julia Ducournau, regista che con “Titane” aveva vinto la Palma d’oro e di cui a giorni porteremo nelle sale italiane il suo nuovo film “Alpha”. Da direttore di festival ho una particolare attitudine a mettere in relazione i nostri autori: è bellissimo trovarsi intorno a un bicchiere di vino, parlare di cinema, conoscersi».
Il pubblico italiano quando potrà vedere “The Voice of Hind Rajab”?
«Il film uscirà in sala nella stessa versione presentata a Venezia, senza doppiaggio. Doppiarlo sarebbe impossibile e sbagliato. Lunedì 15 faremo una conferenza stampa per annunciare in dettaglio la data di uscita, con l’idea di lanciarlo in Italia il prima possibile».
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